Biotech e farmaco, dalla Regione contributi al settore per oltre 70 milioni

La farmaceutica fa la parte del leone, collocando la regione al terzo posto a livello nazionale dopo Lombardia e Lazio, con circa 20 imprese, di cui 4 multinazionali e una serie di piccole e piccolissime aziende

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 novembre 2013 16:03
Biotech e farmaco, dalla Regione contributi al settore per oltre 70 milioni

FIRENZE - La Toscana è una delle regioni più competitive nel comparto delle scienze della vita, grazie al peso crescente di Università e centri di ricerca pubblici e privati, alla presenza di una qualificata produzione industriale dove la farmaceutica fa la parte del leone, collocando la regione al terzo posto a livello nazionale dopo Lombardia e Lazio, con circa 20 imprese, di cui 4 multinazionali e una serie di piccole e piccolissime aziende, che rappresentano il 13% del fatturato complessivo nazionale del settore e danno lavoro a circa 6 mila addetti.

A queste vanno aggiunte le circa 30 imprese che operano nel settore biotech, il 14% delle imprese a livello nazionale e contano oltre 3 mila lavoratori. Nel settore biotech, in particolare, la Toscana vanta un primato nel settore ricerca e sviluppo, con oltre 600 ricercatori che si aggiungono ai circa 800 che operano nella farmaceutica. Lo ha ricordato l'assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini intervenuto oggi all'incontro organizzato a Siena, nell'aula magna del Polo scientifico, sul tema "Biotech e farmaco, nuove possibilità di cura, un'opportunità per il paese".

"E' un patrimonio in competenze, ricerca e occupazione – ha detto Simoncini – che deriva dalle particolari condizioni esistenti in Toscana: presenza di università e centri di ricerca medica e biotecnologica, grandi imprese multinazionali e tante piccole e piccolissime aziende con una forte propensione all'innovazione. Un patrimonio che la Regione intende non solo salvaguardare, ma anche valorizzare ed accrescere, consapevole che questo settore costituisce una sorta di cartina di tornasole dello sviluppo italiano. E' qui, infatti, che si concentrano competenze avanzate e professionalità specialistiche innovative e un forte intreccio fra ricerca, trasferimento tecnologico e mondo produttivo".

E' proprio la presenza di questo quadro che ha spinto alla creazione del Distretto delle scienze della vita, nell'ambito del quale sarà possibile far fare un salto di qualità alle politiche dell'innovazione e del trasferimento tecnologico, alle iniziative per rendere più competitive le imprese a livello internazionale, anche attraverso l'attività dei poli d'innovazione, che ne costituiscono una sorta di braccio operativo e di interfaccia fra ricerca e imprese". A contribuire a orientare il settore della farmaceutica e delle scienze della vita verso obiettivi sempre più alti di qualità e innovazione sono anche gli investimenti in ricerca e sviluppo che la Regione ha finanziato grazie al Programma operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale.

"Ad oggi – ha detto Simoncini – sono stati approvati 54 progetti (14 nel settore biotech, 7 nella farmaceutica, 33 nei dispositivi medicali, che coinvolgono 110 aziende e centri di ricerca per un investimento complessivo di 120 milioni a fronte di un contributo regionale di circa 70 milioni". Un risultato più che incoraggiante, a dimostrazione di una vocazione che la Regione intende continuare a sostenere anche con la prossima stagione di fondi europei. Così come continueremo – ha affermato – a incoraggiare con incentivi ad hoc le imprese toscane a fare rete, per aiutarle a fare gli investimenti necessari ad essere più competitive sui mercati internazionali.

Per questo obiettivo puntiamo anche su strumenti come quello dei protocolli realizzati con le imprese, a livello territoriale, per consentirne lo sviluppo e il radicamento nel territorio, favorendo nel contempo l'occupazione e gli investimenti di qualità". Ma anche in questo caso, ha avvertito Simoncini, per quanto la Regione faccia la sua parte, sarà necessario un intervento a livello nazionale. "Ci auguriamo politiche nazionali per il settore – ha concluso Simoncini – che consentano, fra l'altro, di semplificare le procedure e i tempi di attesa per la messa sul mercato dei prodotti innovativi, in modo da adeguare il nostro paese agli standard europei più avanzati, a tutto vantaggio delle imprese ma anche del sistema sanitario e delle possbilità di cura dei cittadini".

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