Un Ospedale diventa albergo a Luco del Mugello

Da ospedale dismesso ed ancor prima quattrocentesco monastero camaldolese, con i suoi porticati eleganti, i loggiati e il chiostro michelozziano, a resort di pregio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 ottobre 2013 16:47
Un Ospedale diventa albergo a Luco del Mugello

Da ospedale dismesso ed ancor prima quattrocentesco monastero camaldolese, con i suoi porticati eleganti, i loggiati e il chiostro michelozziano, a resort di pregio. Un po' come un parador spagnolo, con i clienti che potrebbero arrivare anche dal circo dei motori. E' il futuro possibile, sperato e confermato per il vecchio ospedale di Luco di Mugello, dismesso oramai da trent' anni, su cui Regione, Provincia di Firenze, Comune di Borgo San Lorenzo e Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici ed artistici di Firenze, Prato e Pistoia hanno firmato un'intesa che oggi hanno illustrato a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidente della Regione.

Il vecchio ospedale non sarà comunque solo un albergo. Avrà anche una destinazione culturale ed potrà ospitare, come chiesto dal Comune, iniziative rivolte alla cittadinanza. Uno spazio del paese, anche. Una convenzione definirà tutti i dettagli. L'accordo di programma, da ratificare entro l'11 novembre dal consiglio comunale di Borgo San Lorenzo , varrà come una variante urbanistica. La strada imboccata, consentita da una legge regionale dell'anno scorso (la n. 8 del 2012), prevede infatti una procedura semplificata per il cambio di destinazione urbanistica, visto che la proprietà è pubblica.

Dopodiché ci si rivolgerà al mercato per trovare qualcuno disposto ad investire sul progetto. Anche la Soprintendenza, che dovrà rilasciare i nulla osta necessari agli interventi di restauro, è stata coinvolta fin dall'inizio. E lo stesso vale per la Provincia di Firenze. "La sottoscrizione di questo accordo era un passaggio essenziale – sottolinea l'assessore alla presidenza e al patrimonio della Regione, Vittorio Bugli - Il cambio di destinazione renderà il complesso più appetibile.

La vendita rimane la prima scelta: in alternativa valuteremo anche un affidamento in concessione. L'importante è arrestare il degrado di questo stupendo edificio, magari creando anche qualche posto di lavoro". Che, in tempi di crisi, sicuramente non guasta. Tutti d'accordo, appunto. "Si tratta di una possibilità concreta di recupero, valorizzazione e sviluppo per una bellissima struttura in un'area strategica per il turismo di lusso" dice il sindaco Giovanni Bettarini di Borgo San Lorenzo. "Per il Mugello c'è interesse e già sono stati realizzati altri alberghi a cinque stelle" spiega.

Nessuno si illude che il percorso sia facilissimo: l'investimento è importante e ai due milioni e mezzo di possibile base d'asta vanno aggiunti diversi milioni per il restauro. Ma qualcuno a suo tempo, quando un albergo ancora non si poteva fare, si era fatto avanti. E il sindaco confessa di avere segnalato di nuovo l'opportunità ad altri operatori. Il Comune ci ha messo anche un terreno di sua proprietà. A questo punto basterà attendere l'inizio del prossimo anno, quando il bando per la vendita o concessione dell'immobile sarà probabilmente pubblicato. "Questa nuova destinazione potrà essere una leva di sviluppo interessante per il territorio - si trova d'accordo anche l'assessore Marco Gamannossi della Provincia di Firenze - Potrà aiutare a creare posti di lavoro e consentirà di farlo in modo intelligente, evitando peraltro di consumare nuovo territorio". "L'importante – conclude la soprintendente Alessandra Marino - è sottrarre questo edificio alla situazione di degrado e decadimento avanzato che sta subendo da anni, trovando il giusto equilibrio tra la conservazione e il restauro e una nuova vita, indispensabile per garantire la manutenzione, purché compatibile con le primarie esigenze di tutela". Il 'convento della contesse di Luco' diventò ospedale dal 1871 e tale è rimasto fino alla fine degli anni Settanta, da allora praticamente inutilizzato e in evidente e crescente stato di abbandono.

E' un complesso enorme, nato nel Trecento come monastero camaldolese, ampliato nel Quattrocento per mano di uno sconosciuto ma valente architetto, e cresciuto ulteriormente nel tempo. Misura 3.500 metri quadri, circondato dal più tipico panorama toscano, ed ha quindi tutti gli ingredienti per diventare un albergo di pregio accogliente e frequentato: compresa la vicinanza dell'autodromo del Mugello, con clienti che potrebbero arrivare anche dal circo dei motori. "Il bene – spiega l'assessore alla presidenza e al bilancio della Regione Toscana, Vittorio Bugli – figura da tempo tra le proprietà alienabili della Regione".

Fu acquistato dalla Asl di Firenze per 2 milioni e mezzo: l'Università di Firenze era interessata a realizzarci un polo decentrato di agraria e zootecnia. Il protocollo d'intesa risale al 2004. Poi nel 2009 l'Università fece retromarcia, obbligata anche da una legge nazionale, ed altre idee si sono fatte avanti: da un centro congresso ad un convitto per studenti, da un o spazio dove poter valorizzare la gastronomia locale e la filiera corta ad una scuola di cucina o una struttura per l'infanzia o l'adolescenza.

"Finché – sottolinea ancora Bugli - abbiamo chiesto ad Irpet, l'istituto di programmazione della Regione, di valutare la migliore vocazione possibile del bene e l'istituto ha indicato in quella turistica-ricettiva la più opportuna destinazione e la via dunque da battere". Nel programma unitario di valorizzazione approvato dalla giunta regionale prima della pausa estiva l'ex ospedale, di proprietà della Regione, è destinato ad accogliere dunque la struttura ricettiva, con la possibilità comunque di utilizzare lo spazio ed alcuni locali per alcune iniziative della popolazione e e del Comune.

Su un ettaro di terreno vicino, di proprietà comunale, troveranno invece posto un parcheggio (5 mila metri quadri per almeno 120 posti auto), sarà costruita una strada di collegamento e ci sarà spazio, su altri 2.200 metri quadri, anche per giardini ed una piccolissima area residenziale per il recupero di modestissimi volumi esistenti, pari a qualche centinaio di metri quadri al massimo.

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