Maltempo in Toscana: agricoltura in ginocchio, danni per oltre 100 milioni

Oltre 500 mila euro di danni. E’ quanto stimato dalla Cantina Castelli del Greve Pesa Soc. Agricola Coop e dal Frantoio del Grevepesa Soc. Agricola Coop. dopo l’ondata di piena che ha riguardato la Greve lunedì scorso.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 ottobre 2013 12:43
Maltempo in Toscana: agricoltura in ginocchio, danni per oltre 100 milioni

E' un quadro sempre più preoccupante quello che emerge dalla parzialissima stima dei danni che il territorio toscano ha subìto in seguito alle recenti alluvioni. Al momento l'ipotesi più attendibile supera i 100 milioni di danni su tutto il territorio regionale. Il quadro è emerso questa mattina presso la presidenza della Regione nel corso della riunione che l'assessore regionale all'ambiente e alla difesa del suolo, Anna Rita Bramerini, ha avuto con i rappresentanti di nove delle dieci province toscane. "Il mio timore – aggiunge Anna Rita Bramerini – è che la stima attuale sia destinata ad aumentare ulteriormente, visto che ciò che emerge è un quadro preoccupante che interessa l'intero territorio toscano.

Oggi pomeriggio mi recherò insieme al Presidente Rossi, con il ministro dell'ambiente Andrea Orlando in alcune zone della Mediavalle lucchese per una ricognizione della situazione". Le zone colpite riguardano tutta la Toscana ad accezione di Livorno, con numerose criticità che interessano la Mediavalle lucchese, la Garfagnana, Volterra, le provincie di Arezzo, Firenze, Siena e il bacino dell'Ombrone pistoiese. "Ai danni stimati prima delle piogge del 21 – precisa l'assessore Bramerini – si sono infatti aggiunti quelli degli eventi di ieri.

A questo punto abbiamo l'esigenza di avere una prima e il più possibile attendibile stima, che ho chiesto agli amministratori locali di presentare entro martedì. E' nostra intenzione trasmettere a Roma una cifra coerente perchè ci auguriamo che la riunione del Consiglio dei Ministri della prossima settimana possa già decidere un primo stanziamento". Nel corso dell'incontro è stato deciso che saranno le Amministrazioni provinciali a fungere da raccolta dei dati provenienti dai Comuni e dai Geni civili, sia per quanto riguarda gli interventi da effettuare in somma urgenza e quelli di ripristino che per l'entità dei danni subiti dalle imprese e dai cittadini.E' stato infine stabilito di mantenere contatti diretti e costanti tra la Regione e i territori colpiti. Sono oltre 500 milioni di euro i danni causati dalla alluvioni degli ultimi due anni in Toscana, di questi lo Stato ne ha riconosciuti 150 e versati solo 50. E’ il dato emerso stamattina nel corso dell’incontro a Firenze, convocato dal Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis, per fare il punto della situazione sui danni e le problematiche create dal maltempo in Toscana e sullo stato dell’arte per le opere di difesa dalle alluvioni nel Bacino dell’Arno. All’incontro, presso il Provveditorato delle Opere Pubbliche, hanno partecipato Gaia Checcucci, Segretario dell’Autorità di Bacino dell’Arno, il Commissario per le Casse d’Espansione di Figline Valdarno Oreste Tavanti, la Regione Toscana, il sindaco del Comune di Figline Valdarno Riccardo Nocentini e l’assessore del Comune di San Miniato Maria Teresa Piampiani. Per superare i ritardi accumulati per le opere di difesa del fiume Arno e dei fiumi toscani e accelerarne la realizzazione, in particolare per le Casse d’Espansione di Figline Valdarno e San Miniato e per il canale scolmatore di Pisa, il Ministero ha messo a disposizione professionalità e uffici tecnici del Provveditorato alle Opere Pubbliche della Toscana, creando un vero e proprio “Ufficio Arno e fiumi toscani”. “Le risorse arrivate dallo Stato per la Toscana – spiega il Sottosegretario Erasmo D’Angelis – non bastano ed è ora di invertire la tendenza puntando sulla prevenzione e sulla sicurezza e non sugli interventi in emergenza.

Dei 900 milioni stimati come fabbisogno nazionale per il dissesto idrogeologico dal Ministero dell’Ambiente, nelle bozze della Legge di Stabilità ne troviamo solo 30 per la difesa del suolo, praticamente niente. Abbiamo già chiesto di arrivare ad almeno 500 milioni, come sottolineato dalla Commissione Ambiente della Camera all'unanimità, prevedendo di investire queste somme in modo continuativo nei prossimi 10 anni. La realtà è da emergenza nazionale. Come dimostrano i dati sui danni degli ultimi anni le alluvioni sono ormai eventi sempre più frequenti, c’è bisogno di accelerare sulle opere di difesa dei nostri fiumi, per questo attraverso il Provveditorato alle Opere Pubbliche, mettiamo a disposizione degli enti locali supporti tecnici, uffici e competenze per superare i problemi soprattutto burocratici che ancora restano per la realizzazione di casse d’espansione e gli interventi sullo scolmatore.

E' un obbligo morale prima che politico metterci in sicurezza prima possibile”. “Resta ancora molto da fare per il bacino dell’Arno – afferma Gaia Checcucci - lo stato dell’arte è migliorato ma non mi considero soddisfatta se penso che ci sono a disposizione 104 mln di euro del famoso accordo del 2005 per la messa in sicurezza di tutto il corso del fiume. E si tratta delle priorità rispetto al complesso degli interventi contenuti nella pianificazione del piano rischio idraulico del 1999.

Rispetto a 104 milioni, solo il 50 % è stato utilizzato perché mancano ancora alcune progettazioni definitive e soprattutto siamo indietro con la realizzazione delle opere, dovendo recuperare un ritardo storico e superare complessità e burocrazia che tutt’ora rallentano la realizzazione di queste opere. C’è bisogno - continua Checcucci – dell’assunzione di responsabilità da parte di tutti per la più grande opera strategica infrastrutturale del nostro Paese, che è la lotta al dissesto idrogeologico con l’Arno che continua ad essere la seconda emergenza nazionale dopo il Vesuvio.

A fronte di ciò occorrerebbe, oltre ad allentare i vincoli del Patto di Stabilità, una legge speciale che consenta di ridurre tempi e procedure autorizzative e di appalto per questo tipo di interventi. Esprimo soddisfazione per la scelta del Sottosegretario D’Angelis di andare in questa direzione mettendo a disposizione un ufficio dedicato”. Oltre 500 mila euro di danni. E’ quanto stimato dalla Cantina Castelli del Greve Pesa Soc. Agricola Coop e dal Frantoio del Grevepesa Soc.

Agricola Coop. dopo l’ondata di piena che ha riguardato la Greve lunedì scorso. “L’acqua ha completamente invaso il seminterrato della nostra struttura dove facciamo stoccaggio” spiega Filippo Legnaioli, presidente del frantoio fiorentino. “I contenitori d’acciaio per lo stoccaggio da 200 ettolitri sono andati completamenti distrutti e non più utilizzabili così come i due impianti di filtraggio e il montacarichi. L’olio andato perduto supera il valore di 40mila euro.

E’ un problema enorme – continua Legnaioli – abbiamo riunito il Cda per cercare di capire come fare a fronteggiare l’emergenza. Un danno di questa entità, che supera i 120 mila euro, imprevisto e non preventivabile, mette infatti a serio rischio il futuro della cooperativa. Ancora più ingenti i danni della Cantina Castel Greve, che superano i 400 mila euro. "Abbiamo chiesto all’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Gianni Salvadori, spiega Ritano Baragli responsabile settore agricolo - Fedagri Confcooperative Firenze-Prato - di avviare le procedure per dichiarare lo stato di calamità perché da soli siamo inermi davanti a questo disastro e non abbiamo le risorse per fronteggiare l’ emergenza.

Dalle istituzioni chiediamo di intervenire in maniera concreta perchè sono molte le aziende agricole che dopo l'ondata di maltempo si trovano in questa difficile situazione e che rischiano di chiudere”. "Hai promesso il Rinascimento, hai riportato l'alluvione", questo il testo dello striscione affisso nella notte dai militanti di CasaPound Firenze nel viale Belfiore per protestare contro i continui allagamenti che hanno interessato il predetto viale e molte altre zone di Firenze. "Ogni anno è la stessa storia", dichiara Saverio Di Giulio Responsabile di CasaPound Firenze, "prima i prevedibili allagamenti appena arrivano i classici temporali autunnali, poi il solito rimpallo delle responsabilità e per finire il grottesco contrattacco in cui si rinfaccia ai cittadini di Firenze che le istituzioni hanno già fatto tanto per prevenire certi episodi.

Sarà stato anche fatto tanto, ma la realtà è che ogni anno viale Belfiore, appena si scatena il diluvio, si trasforma nel terzo torrente di Firenze dopo il Mugnone ed il Terzolle. E dopo quattro anni di amministrazione Renzi è evidente che il 'sindaco rottamatore' invece di portarci il Rinascimento è riuscito a portarci solo queste mini-alluvioni". "E' incomprensibile", prosegue Di Giulio, "che esista una ripartizione di competenze tra Publiacqua e Quadrifoglio nella pulizia e nella manutenzione dei tombini, così come è incomprensibile che ogni anno si intervenga sul sistema fognario del viale e poi, dopo l'ennesimo allagamento, ci sentiamo dire che i problemi sono altri, che esistono ancora e che soltanto in futuro verranno risolti, come ha fatto ieri il Presidente di Publiacqua Vannoni". "Inoltre", conclude il Responsabile di CasaPound, "ci piacerebbe sapere se il cantiere nell'area ex FIAT ha qualcosa a che vedere con i problemi di allagamento di viale Belfiore.

Quel cantiere, già di per sè, è una ferita aperta nel cuore della città, non vorremmo scoprire un giorno che quei lavori interrotti da anni siano stati un'ulteriore causa della situazione attuale della zona".

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