Lampedusa: domani mobilitazione indetta da Cgil, Cisl e Uil

Venerdì 11 ottobre c'è anche una Veglia di solidarietà per le vittime a Campi Bisenzio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 ottobre 2013 22:09
Lampedusa: domani mobilitazione indetta da Cgil, Cisl e Uil

Giornata di mobilitazione contro le stragi nel Mediterraneo indetta dai sindacati confederali, domani. E alle 19 presidio fiorentino in piazza dei Ciompi. Sempre nella serata di venerdì 11 ottobre (dalle ore 23 alle ore 7) in Piazza Dante veglia in memoria delle vittime di Lampedusa, organizzata da Comune di Campi Bisenzio - Assessorato alla città Accessibile ed Inclusiva e Forum Nuovi Cittadini di Campi Bisenzio. "CON FINE - PAROLE GESTI SILENZI per una cultura dell'accoglienza". Ogni ora sarà scandita da momenti di riflessione e silenzio e nell'atrio del Palazzo Comunale rimarrà accesa una luce che simboleggia il faro guida di molti migranti.

Sono previste testimonianze di vita vissuta di tre donne sopravvissute. Alla fine della veglia, all'alba, verrà offerto del pane arabo che, nel mondo arabo, è simbolo della cultura dell'accoglienza . “La strage di Lampedusa è motivo di vergogna per l'Italia e per l'Europa intera. Indignarsi non basta: occorre agire in fretta affinché queste tragedie non si ripetano. Ogni donna e ogni uomo ha il diritto di vivere una vita dignitosa: chi fugge da guerre, persecuzioni, orrori, povertà, deve essere accolto, in accordo con leggi rispettose della persona.

Per questo passo di civiltà, per una politica diversa in materia di immigrazione e asilo, SEL domani sarà nelle piazze della Toscana, al fianco di CGIL, CISL e UIL”. Così il coordinatore regionale di SEL, Giuseppe Brogi. “Sinistra Ecologia e Libertà e Partito Democratico – ricorda il Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà Romanelli – hanno votato ieri in Commissione Giustizia al Senato un emendamento del Movimento Cinque Stelle che abolisce il reato penale di clandestinità, uno degli obbrobri della legge Bossi-Fini”.

“Essere clandestini rimarebbe, ovviamente, un fatto illegittimo, ma non sarebbe più un reato penale” . ”L'emendamento del M5s era identico a quello presentato dal senatore di Sel De Cristofaro, che sarebbe stato votato all'articolo successivo”. ”Ma la questione non è la primogenitura, anzi, magari si facesse sempre a gara su questi temi, come SEL saremmo disposti a perdere sempre!” “Purtroppo la presa di posizione di Beppe Grillo e Casaleggio sconfessa duramente, come è nel loro stile, "nel merito e nel metodo", il comportamento dei suoi Senatori”.

Il motivo è semplice, e lo mettono nero su bianco: “Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l'abolizione del reato di clandestinità, il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico“. "C'è chi fa politica per chi crede in un'Italia migliore e chi lo fa per voti e poltrone, in questo caso Grillo si è schierato dalla parte di chi fa politica solo per convenienza elettorale, diventando uguale a coloro che diceva di voler combattere”. “E come non ricordare il silenzio del Blog di Grillo sulla tragedia di Lampedusa e le tante altre affermazioni ambigue sugli immigrati degli ultimi anni?”.

"Rendere reato la clandestinità è solo un modo per favorire la criminalità organizzata, che organizza i viaggi degli scafisti, gli sbarchi notturni, e poi il successivo sfruttamento di mano d'opera schiavile, che distrugge la nostra economia e il lavoro con diritti. E' un modo per riempire le carceri, intasare i tribunali, tenere in piedi questi Centri di Detenzione incostituzionali che sono solamente, come al solito, grandi affari per chi li gestisce, a spese dei contribuenti". "Le posizioni di Grillo, intrisedi superficialità e ignoranza, solleticano gli istinti peggiori per bassi scopi elettorali.

La politica per noi, serve anche ad educare, sì. A far progredire, a dare prospettive ed orizzonti, che sappiano rispondere, certo, ai disagi e anche alla pancia dei cittadini, ma in maniera alta, non accarezzandone i rigurgiti peggiori" “Tutto ciò – termina Romanelli – è molto grave e rischia di pregiudicare l'approvazione definitiva del provvedimento: infatti, mentre Sel e Pd sarebbero autonomi alla Camera, al Senato servirebbero, in Aula, anche i numeri del gruppo del M5s, che ci auguriamo abbia il coraggio e la dignità necessari per continuare a sostenere la cancellazione di una fattispecie di reato ignobile e disumano”. “Già nel 2003 ebbi modo di esprimere il mio pensiero sulla questione immigrazione – dichiara il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara - All’epoca sostenni la necessità di liberalizzare gli ingressi degli immigrati invitando il Governo a riceverli non sulle spiagge di notte, ma nei porti di giorno.

Oggi, con negli occhi ancora le immagini della drammatica tragedia di Lampedusa, non posso che ribadire con forza quel pensiero e quindi sottoscrivere l’appello de ‘la Repubblica’ per abolire la Bossi-Fini. Un provvedimento del genere avrebbe l’immediato effetto di impoverire le organizzazioni criminali che spesso creano un vero e proprio ‘bisogno indotto’ di emigrare verso l’Italia. Un accesso ben regolato e alla luce del sole provocherebbe una caduta della domanda di immigrazione, almeno per quanto riguarda la componente indotta, ma non solo.

Gli stranieri che lavorano in Italia rappresentano una vera e propria ricchezza economica, contribuendo per oltre il 12% alla formazione del Pil del nostro Paese, con importanti ricadute economiche anche sul versante contributivo e previdenziale grazie ai quasi 11 miliardi di euro di contributi previdenziali e fiscali versati ogni anno nelle casse dello Stato dai lavoratori stranieri. Anche sul versante dei consumi gli immigrati in Italia sono sempre più spesso protagonisti attivi: da quanto emerge dai nostri ultimi rapporti emerge che l’8,7% delle abitazioni acquistate ha avuto un compratore straniero.

Bisogna anche ricordare che solo il 2,4% della popolazione straniera ha più di 64 anni e, in un Paese che invecchia sempre più rapidamente come l’Italia, questi sono dati che avranno un forte impatto economico e sociale nei prossimi decenni. Profonde trasformazioni sociali stanno investendo anche il mercato del lavoro, dove ormai gli stranieri rappresentano il 10% della forza lavoro del Paese: oltre 2milioni di persone. Senza dimenticare – conclude Fara - che sono 2 milioni e mezzo le famiglie italiane che godono di un’assistenza fornita dai lavoratori stranieri”.

Oltre a Presidente, Gian Maria Fara, sono numerosi i ricercatori, i direttori dei vari dipartimenti e i membri del consiglio direttivo dell’Istituto che in queste ore stanno firmando l’appello lanciato da ‘la Repubblica’. Fino a questo momento hanno già aderito: Susy Montante (direttore dell’Eurispes), Bruno Amoroso (direttore dipartimento Economia), Gaetano Borrelli e Gianni Mattioli (direttori dipartimento Ambiente), Raffaella Saso (direttore dipartimento Società), Marco Ricceri (direttore dipartimento Internazionale), Alberto Mattiacci (direttore dipartimento Mercato), Pietro Folena (direttore dipartimento Cultura), Giulio Azzolini (direttore dipartimento Politica e Istituzioni), Roberto De Vita (direttore dipartimento Giustizia), Andrea Catizone (direttrice Osservatorio Famiglie), Michela Di Biase (membro del consiglio direttivo).

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