San Salvi, cosa rischia l'area verde di Firenze?

SEL: “Sulle prospettive dell’area, Comune, ASL e Regione giocano allo scaricabarile”.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 ottobre 2013 16:10
San Salvi, cosa rischia l'area verde di Firenze?

Si è tenuto ieri sera, mercoledì 9 ottobre, un affollato Consiglio di Quartiere, presso la sede di Villa Arrivabene in Piazza Alberti, avente a tema la situazione attuale e le prospettive dell’area di San Salvi. Alla seduta, convocata su richiesta formale dei comitati cittadini, ha partecipato anche l'Assessore alle Politiche del territorio e Patrimonio non abitativo Elisabetta Meucci, ed ha visto la votazione su due ordini del giorno, uno di Sinistra Ecologia e Libertà (respinto/vd.

allegato) e uno del Partito Democratico (approvato a maggioranza). “Finalmente - dichiarano i rappresentanti di Sinistra Ecologia e Libertà in Regione, Comune di Firenze e Quartiere due, rispettivamente Mauro Romanelli, Tommaso Grassi, Duccio Braccaloni – sul tema di San Salvi, dopo mesi di silenzio, è iniziato un dibattito pubblico con le recenti discussioni in Consiglio Regionale e, appunto, al Quartiere due”. “Il merito è di tutti quei cittadini e le associazioni che da anni hanno sviluppato un brillante lavoro di analisi e partecipazione intorno al destino dell’area e che non si rassegnano alla perdita di uno dei più grandi polmoni verdi della città, oltre che luogo di importante e dolorosa memoria storica”. “Dispiace e preoccupa che da tutti gli attori istituzionali coinvolti su San Salvi, ASL, Comune e Regione, non venga alcuna parola chiara, nessun progetto, e si giochi, di fatto, uno scaricabarile pericoloso, con l’area lasciata per gran parte in uno stato di colpevole degrado e con le preoccupazioni per una possibile svendita del patrimonio immobiliare ancora ben presenti”. “Di fatto nelle ultime due sedute del Consiglio Regionale, la Giunta (vd.

risposte alle Interrogazioni in allegato) ribadisce che è tutta competenza di ASL, in quanto proprietaria, e del Comune, per quanto riguarda gli strumenti urbanistici, e che ad oggi l’unica previsione è l’alienazione di alcuni immobili, per 8.000 mq, prevista dal Piano Urbano Esecutivo del 2007”. “Il Comune da parte sua afferma che da ASL in questi anni non è giunto alcun progetto”. “Com’è possibile, ci chiediamo, che tre Enti così collegati tra loro non riescano a mettersi a un tavolo per definire realistiche prospettive di tutela di un bene pubblico così importante?” .

“E chi garantisce che in realtà non si stia solo aspettando il momento buono, superata la crisi del mercato immobiliare, per realizzare una clamorosa svendita dell’area, mettendo in vendita ben oltre quanto previsto dal PUE?”. “I rischi ci sono, eccome, e anche ieri sera l’Assessore Meucci non ha dato credibili rassicurazioni”. “Con l’ordine del giorno presentato ieri sera come SEL, e incredibilmente respinto da tutti gli altri gruppi consiliari (PD, PSI, PDL, Fratelli d’Italia), si chiedeva di riaprire un confronto per superare l’ormai vecchio PUE del 2007, cancellando le superfici da destinarsi a funzioni di residenza privata, coinvolgendo nel necessario piano di riassetto e di riqualificazione dell’intera area tutti i soggetti pubblici che già vi svolgono attività all’interno (Asl, Università, associazioni culturali e artistiche), e soprattutto la cittadinanza, aprendo anche a nuovi soggetti potenzialmente interessati a ricollocare attività pubbliche all’interno dell’area”. “Il tutto per valorizzare in tale ottica una visione unitaria del complesso, con particolare attenzione al verde pubblico, al valore sociale e di memoria storica”. “Le alienazioni non possono essere la sola risposta ai problemi economici degli Enti Pubblici, perché non pensare invece a soluzioni alternative (ed economiche) che rendano San Salvi un laboratorio di progettazione urbanistica di livello europeo?”.

“Si potrebbe realizzare in loco dell’archivio dei documenti dell’ex-ospedale, ora dispersi in vari luoghi, gli edifici dismessi per fornire spazi di “co-working”, “co-housing” e “emergenza abitativa”, sfruttando anche la metodologia dell’auto recupero e i fondi europei, oltre a spazi per un incubatore d’imprenditoria artigianale giovanile”. “La tutela del verde potrebbe inoltre realizzarsi creando orti urbani di colture biologiche per le famiglie del quartiere”. “Insomma chiediamo ai tanti "politici del fare", Sindaco Renzi in primis, di usare la fantasia e di non limitarsi a “rottamare” i beni pubblici di questa città” - concludono Romanelli, Grassi e Braccaloni

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