Strage a Lampedusa, la Provincia di Firenze si accorda solo sul cordoglio

"Bossi-Fini è superata: ci vogliono altri strumenti, all'altezza delle nostre responsabilità storiche"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 ottobre 2013 14:43
Strage a Lampedusa, la Provincia di Firenze si accorda solo sul cordoglio

Immigrazione, dopo Lampedusa. Per il Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci, intervenuto in Consiglio provinciale durante un confronto sul tema, "bisogna prendere atto che siamo dentro un mondo sempre più sconvolto. Quanto accaduto è la rappresentazione di ciò che sta accadendo a due passi da casa nostra. Si fugge dalla guerra e dalla fame". Ci vogliono strumenti nuovi e veri, perché "non si può rispondere con un arzigogolo legislativo", a volte per una maggiore chiusura e qualche volta per un po' di apertura: "Il punto è che il mondo manca di presenza sulla guerra e sulla fame, manca in modo intelligente in Africa".

Il centro del Mediterraneo "siamo noi e dovremmo avere una funzione attiva. Non conquisteremo la pace del mondo, se non pacificheremo il Mediterraneo. L'Italia ha una responsabilità storica". Paesi in guerra sono ex colonie europee e italiane. L'acqua e le fonti energetiche vanno riconvertite a favore di quelle comunità. Si tratta di applicare un principio fondante, sottoscritto e non applicato: libera circolazione degli uomini e delle merci. "Oggettivamente - ha concluso Barducci - la legge Bossi-Fini non è più all'altezza della situazione.

Non è un problema ideologico, la mia è un'osservazione non strumentale. Abbiamo bisogno di mettere in campo altri strumenti". Di fronte ai morti di Lampedusa "proviamo una vergogna senza retorica. Siamo capaci con il satellite e il web di vedere la targa dell'auto sotto casa nostra ma non la gente che fugge dalla guerra". Il Presidente del Consiglio provinciale di Firenze Piero Giunti, aprendo la seduta del Consiglio provinciale, ha svolto una comunicazione sull'immigrazione, "dato storico che è alle nostre stesse radici.

Mi colpisce anche per questo leggere o sentire commenti di persone che vivono tra di noi ispirati alla voglia di neutralizzare la domanda di dolore che sale da chi muore in mare. Qualcuno, a fronte del naufragio del sogno di una vita dignitosa, si è addirittura lamentato del fatto che sia stato dichiarato lutto nazionale". C'è insomma la realtà della "povertà culturale di chi vede nell'altro un pericolo. Penso invece che pur nella crisi economica non possiamo temere l'arrivo di poche migliaia di persone.

Sono numeri gestibili. E d'altra parte sono troppi i morti provati dalla nostra inerzia. Ci siamo svegliati anche grazie al viaggio di Papa Francesco a Lampedusa, ma non si può arrivare sempre dopo. Né deve fare tardi l'Unione Europea. Bisogna intanto ripensare la parola 'clandestino'. Mi spiace, ma chi ha paura di accogliere l'altro ha paura del futuro. L'alternativa è tra innalzare muri o costruire ponti. Noi siamo per i ponti". Dopo la comunicazione di Giunti è stato osservato da tutto il Consiglio provinciale di Firenze un minuto di silenzio.

Approvata in Consiglio provinciale di Firenze una risoluzione di cordoglio e solidarietà per le vittime presentata da Pd, Sel, Rifondazione comunista, Radicali nel Gruppo Misto. Contro di essa hanno votato due consiglieri del Pdl (Franchi e Comucci), Guido Sensi (Fratelli d'Italia, nel Gruppo Misto) e Marco Cordone della Lega Nord. Si è astenuto l'Udc, mentre altri tre consiglieri del Pdl (Aiazzi, Ciampolini, Massai) e Salvatore Barillari (Gruppo Misto) non hanno partecipato al voto. Un'altra risoluzione, del gruppo Pdl, che metteva in risalto da una parte la commozione per le famiglie e le nazioni delle vittime e dall'altra la responsabilità dell'Unione Europea, è stata respinta.

Hanno votato a favore i consiglieri del Pdl, Lega Nord, Udc e Guido Sensi (Fratelli d'Italia, nel Gruppo Misto). Contrari invece Pd, Sel, Rifondazione comunista, il consigliere Alessandro Cresci di Progetto Toscana/Idv e i Radicali nel Gruppo Misto. Due consiglieri di Progetto Toscana/Idv (Cantini e Clementini) si sono astenuti, mentre Salvatore Barillari (Gruppo Misto) non ha partecipato al voto. Le risoluzioni sono state votate dopo il dibattito avviato dalla comunicazione del Presidente del Consiglio provinciale Piero Giunti. La capogruppo del Pdl Erica Franchi ha sottolineato "l'equilibrio del confronto" per spogliare di ideologia un avvenimento così grave.

"L'Europa - ha detto - non può lavarsene le mani. Gli Stati da cui vengono i migranti sono ancora più in fermento per i conflitti che ci sono nei territori. E' sbagliato accusarsi gli uni gli altri. Non si può stare tra coloro che fanno finta di non vedere quello che accade. Il Centro di accoglienza di Lampedusa è un problema non risolto da tutti quelli che finora hanno governato". Per il capogruppo del Pd Stefano Prosperi "la tragedia di Lampedusa risalta, colpisce il cuore. E' l'ennesima strage della disperazione, ma insieme non siamo impotenti.

Dobbiamo garantire la libera circolazione delle persone costruendo non muri, ma corridoi umanitari". Massimo Lensi (Radicali nel Gruppo Misto) ha sottolineato che i referendum abrogativi sulla legge Bossi-Fini puntavano a un ripensamento su questo tema così delicato, "eppure le firme non sono state sufficienti. Non intendo fare polemica, ma quanti sono contrari a quella legge potevano di più spingere sul referendum. L'emigrazione è un fenomeno che non si blocca. E' principio del diritto evasivo.

Bisogna affrontarla con intelligenza e sguardo in prospettiva" "La tragedia che si è consumata - dice Marco Cordone (Lega Nord) - nella mattinata di giovedi 3 ottobre nelle limpide acque siciliane di Lampedusa dove si sono registrate centinaia di vittime innocenti, ci ha lasciato storditi per le sue immani proporzioni. Per evitare simili tragedie, vi è la necessità assolutà di decisioni e azioni da parte dell'Unione Europea ed allo stesso tempo pensiamo che sia giusto presidiare le coste da cui partono i clandestini respingendo i barconi e salvando così tante vite umane". "Sofferenza e cordoglio" da parte di Samuele Baldini (Udc) e ringraziamento "per quanti in quelle ore di disperazione hanno mostrato il volto più bello dell'Italia.

L'immigrazione richiede una risposta intelligente e umana. Non si deve usare la sofferenza per fini di parrte". Guido Sensi (Fratelli d'Italia, nel Gruppo Misto) sottolinea come la legge Bossi Fini "ha le sue radici nella Turco Napolitano. Le regole ci vogliono. Se è vero che homo sapiens è anche sinonimo di emigrazione, credo tuttavia che non si debbano mescolare mescolare dolore e disegni legislativi". Alessandro Cresci (Progetto Toscana/Idv) rimarca come "siamo a noi a definire clandestini immigrati che non lo sono.

Sono persone con nome e cognome. Non mi piace che gli eroi siano sempre quelli morti. Se si fossero salvati, come sarebbero stati considerati? Dobbiamo abrogare leggi vergognose, come la Bossi-Fini". Giuseppe Carovani (Pd) ha posto l'accento sul fatto che è possibile prevenire le tragedie "con strade regolari, in modo normale", senza gridare al nemico: "L'Italia ha fatto meno di altri Paesi. Si tratta di impostare un altro ragionamento. E' anche un nostro interesse comportarci così". Filippo Ciampolini (Pdl) auspicava una sintesi tra le due risoluzioni, andando oltre "alla Bossi-Fini sì o no.

Diamo mandato alla Commissione per trovare un dispositivo condiviso". In questo senso e per favorire un percorso condiviso, ha annunciato che non avrebbe partecipato al voto sulla risoluzione Pd-Sel-Rc-Misto Radicali. Lorenzo Verdi (Rifondazione comunista) ha invitato a non decontestualizzare i fatti di Lampedusa anche in rapporto alla Bossi-Fini, "legge criminogena e criminale. Apriamo corridoi umanitari. Non sono accettabili le accuse al ministro Kyenge e alla Presidente della Camera Boldrini.

Ci vuole un politica completamente diversa". Andrea Cantini (Progetto Toscana/Idv) ha trovato condivisibili aspetti delle due risoluzioni presentate. Su quella del Pdl ha annunciato l'astensione. Stefano Fusi (Pd) ha parlato di "naufragio della nostre coscienze. L'immigrazione va ripensata in modo radicale. Il nostro Paese si preoccupa di qualche barcone, mentre in Libano i profughi sono un milione. Si fa la guerra in Libia, ma non siamo capaci di dare una risposta ai libici che scappano. Cominciamo noi a rispondere, non rigiriamo la frittata all'Ue". Riccardo Lazzerini (Sel) ha giudicato insufficienti gli strumenti messi in campo finora in ordine all'immigrazione, primo fra tutti la Bossi-Fini. Salvatore Barillari (Gruppo Misto), non condividendo la piega ideologica che a suo avviso prendeva il dibattito, ha deciso di non partecipare al voto.

Quanto alla Bossi-Fini, "piuttosto che stare a divedersi, la legge poteva essere cambiata".

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