Bugli: Lo Stato si deve riformare, diamo il nostro contributo

Dall’Assemblea regionale ANCI preoccupazioni e proposte

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 ottobre 2013 21:09
Bugli: Lo Stato si deve riformare, diamo il nostro contributo

Greve in Chianti (FI)- I Comuni sotto i 5 mila abitanti sul panorama nazionale sono 5.698, il 72% del totale. Ospitano oltre 10 milioni di persone, 135 in Toscana, con una popolazione di oltre 325mila abitanti. Producono il 93% dei prodotti a marchio certificato (Dop e Igp) e il 79% dei vini più pregiati. Contano quasi un milione di imprese e il 16% dei musei, monumenti e aree archeologiche di proprietà statale. Inoltre 5.687 piccoli Comuni hanno almeno una fonte di rinnovabili installata sul proprio territorio, 274 producono più energia pulita di quella necessaria ai consumi delle famiglie che li abitano.

E in 895 piccoli Comuni la percentuale di raccolta differenziata supera il 60%, con picchi oltre l'80%. Sono alcuni dati ricordati nell'Assemblea dei Piccoli Comuni di ANCI Toscana che si è svolta questa mattina a Greve in Chianti (FI). L’assemblea, oltre che delle associazioni degli enti ha visto la partecipazione anche della Regione Toscana con l’assessore regionale Vittorio Bugli. Cooperare e innovare. Costruire un sistema istituzionale regionale che si faccia trovare pronto alla revisione complessiva dello Stato che il Parlamento e il Governo stanno portando avanti; lavorare ad un miglioramento dei servizi e della democrazia puntando soprattutto sull'innovazione tecnologica.

Sono le sfide che secondo l'assessore regionale alla Presidenza e alle Riforme istituzionali Vittorio Bugli attendono Regione e comuni toscani. Lo ha ribadito questa mattina a Greve in Chianti, partecipando all'Assemblea dei piccoli comuni e delle unioni dei comuni della Toscana organizzata da Anci. "Come Regione - ha detto Bugli - stiamo cercando di dare un contributo. Il punto è il migliore funzionamento dello Stato e sono sicuro che centrale sia la Riforma del Parlamento: lo scenario più auspicabile dovrebbe essere quello già immaginato dal presidente Bartolini a metà degli anni '80, ovvero quello di una trasformazione del Senato in una camera in cui le Autonomie possano portare le loro istanze.

in questa direzione - ha aggiunto - credo che le istituzioni toscane possano condurre una battaglia unitaria a livello nazionale, ritrovando una voce univoca e uno spirito di coesione del nostro territorio che troppo spesso invece perdiamo". "Il Governo sta proponendo un disegno di legge costituzionale, con alla base il lavoro dei saggi, che va in questa direzione e che prevede anche il superamento delle Province. Credo che anche le Regioni debbano provare a fare proposte di revisione dei loro assetti e che, mancando un ente intermedio, si debba andare ad un rafforzamento dei comuni, a partire dalla loro dimensione." L'assessore è poi entrato nel tema delle unioni e fusioni di comuni - di stretta attualità visto che domani e lunedì i cittadini di 19 comuni toscani saranno chiamati ad esprimersi nei referendum consultivi - illustrando quella che è la "filosofia" della Regione Toscana: "Se i processi partono dal basso, se i comuni decidono di unirsi o di fondersi coinvolgendo i cittadini con dibattiti e poi con un referendum, la Regione dà tutto il proprio sostegno, anche finanziario.

L'occasione è adesso e se colta bene può produrre risultati significativi". "Ma - ha ammonito - il tema non si può esaurire in un dibattito di ingegneria istituzionale, la nostra riforma deve guardare anche al merito del funzionamento della 'macchina' amministrativa. Per farlo serve un lavoro comune e condiviso, che va fatto a livello regionale, tra la Regione e i comuni". Un esempio concreto riguarda la gestione dei tributi e la lotta all'evasione fiscale, temi che, come ha ricordato Bugli, "fino a qualche anno fa ci erano estranei e anzi in alcuni casi fungevano da alibi politico per additare le inefficienze dello Stato, ma che adesso sono temi 'nostri', sui quali il cittadino misura la qualità di un'amministrazione e la sua capacità di dare risposte e risolvere problemi".

Cooperare e innovare in questo caso significa costruire un sistema unico regionale telematico, della regione e dei comuni insieme, un 'cloud delle entrate locali' con il quale svolgere insieme tutti i processi di riscossione e di controllo delle tasse e dei tributi. "Dobbiamo sfruttare questo momento storico" – ha proseguito Bugli. "Ciò significa che la Regione dovrà fare la propria parte, specialmente per alcune materie scendere direttamente più in basso e avvicinarsi ai comuni; a loro volta però i comuni dovranno fare uno sforzo verso l'alto, potenziando il loro ruolo e la loro capacità di governare territori più ampi e di dare risposte più forti ai cittadini.

Per la Toscana il luogo in cui questo "punto di incontro" può avvenire sono le attuali zone socio-sanitarie (le ex associazioni intercomunali sempre pensate da Bartolini). Ed è dunque a questo livello che bisogna rafforzare l'unità e la cooperazione tra enti. La democrazia richiede risposte e servizi per i cittadini ed i Comuni, rafforzandosi, possono meglio continuare a svolgere il loro ruolo di presidio democratico. La posta in gioco – ha concluso l'assessore – è alta e non si tratta di cessione di sovranità al vicino o di perdita di identità che non sono messe in discussione, ma di innovare e rinnovare il patrimonio di democrazia nella nostra regione e in Italia". A fare gli onori di casa il Sindaco di Greve in Chianti Alberto Bencistà.

“Piena disponibilità da parte del Comune di Greve ad ospitare e collaborare per iniziative a favore dei Comuni - ha detto Bencistà – che poi ha sottolineato “In un momento di difficoltà generale per gli enti locali dato positivo può essere rappresentato dal momento di ripresa della nostra agricoltura, settore per noi fondamentale così come il positivo andamento del turismo che ha visto ottimi risultati tra agosto e settembre”. “Siamo di fronte ad un paradosso – ha detto il coordinatore regionale della consulta piccoli Comuni di Anci Toscana Pierandrea Vanni nella sua relazione – che vede da un lato un forte e sempre crescente bisogno da parte dei cittadini, del Comune, perché visto come punto di riferimento unico, e dall’altro politiche di forte penalizzazione dei Comuni stessi”.

“Chiediamo un impegno serio e propositivo alla Regione Toscana a sostegno dei Piccoli Comuni anche attraverso le risorse del fondo per la montagna” – ha detto il Presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani. Ecco i punti evidenziati in un documento emerso dall’assemblea:

- eliminare al più presto il patto di stabilità interno per i Comuni da 5.000 abitanti a 1.000 e, più in generale, per i comuni che conferiscono alle unioni montane le funzioni fondamentali, in quanto il Patto di stabilità, non solo impedisce investimenti e realizzazione di opere, ma allo stesso tempo non incentiva la residenzialità nelle aree montane e marginali di coloro che vedono affievolirsi l’azione delle Amministrazioni comunali; - prevedere la possibilità di politiche unitarie delle risorse umane, considerando il sistema organizzativo “Unione/Comuni” come entità complessiva, in modo da semplificare la gestione personale, i trasferimenti tra enti del sistema, la contrattazione, la verifica del rispetto dei vincoli strutturali e di finanza pubblica; - fornire un quadro normativo chiaro ove sia effettivamente perseguibile la valorizzazione di tutte le sinergie possibili nella organizzazione strutturale delle amministrazioni pubbliche locali; mettere a disposizione contributi sufficienti per incentivare l'esercizio associato sovra comunale; attivazione del fondo della montagna, per i contributi ai piccoli comuni in situazione di maggior disagio; la piena applicazione dell'articolo 82 della LR 27 dicembre 2011, n.

68 che prevede Contributi annuali ai piccoli comuni in situazione di maggiore disagio.

Infine dall’assemblea una chiara attenzione da rivolgere verso l'Agenda Digitale anche nei Piccoli Comuni e nelle Unioni di Comuni al fine di farla diventare una priorità indiscussa per il territorio toscano. Questo sarà possibile con incentivi materiali e immateriali, compresi contributi, che operino nel settore delle tecnologie, dell’informazione e della comunicazione e connessi al funzionamento e allo sviluppo dei centri stessi e le iniziative che prevedono l’associazione nei centri di servizio territoriali anche attraverso l’utilizzo di sistemi di telecomunicazione a banda larga e senza fili.

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