Migliaia in corteo per Lucchini e indotto siderurgico

Cerza: “Per fortuna il governo va avanti: ora non sia timido e metta mano a una vera politica industriale ed energetica”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 ottobre 2013 14:36
Migliaia in corteo per Lucchini e indotto siderurgico

Corteo a Piombino per lo sciopero generale organizzato da Cgil, Cisl e Uil. 10.000 persone secondo gli organizzatori. Presenti i lavoratori dello stabilimento siderurgico Lucchini e dell'indotto di Piombino. Sul palco i segretari di Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Il caso della Lucchini sarà anche al centro di un intervento in aula della deputata Marisa Nicchi, che si svolgerà oggi nel corso della seduta pomeridiana della Camera. Un grande piano di conversione ecologica della siderurgia: è questo l'obiettivo indicato oggi dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, nel suo intervento alla manifestazione indetta dai sindacati a Piombino. "L'industria europea - ha detto il presidente - ha ancora un grande bisogno di acciaio.

Se vogliamo rilanciare l'Europa dobbiamo pensare di nuovo al lavoro e quindi all'industria. Ma oggi si impone un nuovo modello di sviluppo più sostenibile socialmente e ambientalmente, un modello in grado di conciliare la bellezza di questi luoghi con la produzione, la tecnica e la ricerca scientifica. Non sarà certo l'abbandono industriale né una facile fuga in uno sviluppo basato sul terziario, sugli investimenti finanziari e immobiliari a risanare le ferite che l'industria ha inferto a questi luoghi.

Un grande filosofo fiorentino, Cesare Luporini, così si esprimeva già negli anni '70: 'Solo la scienza e la produzione possono guarire la ferita che hanno inferto alla natura...ritrovando e stabilendo superiori equilibri e cicli vitali...Ogni strada a ritroso sarebbe impossibile...Ma è altrettanto chiaro che per procedere così in avanti al posto di comando sta la politica'". "Sentiamo di avere l'occasione - ha proseguito il presidente - per impegnarci e realizzare quel sogno: la conversione ecologica degli impianti industriali della siderurgia.

L'impianto Corex è il nostro obiettivo: può produrre e impiegare migliaia di unità di lavoro con un impatto ambientale neanche paragonabile a quello dell'altoforno. Può produrre anche energia per abbattere i costi del forno elettrico. Ecco il nostro piano per Piombino. Corex e forno elettrico. Chiediamo al governo di impegnarsi e investire risorse. Chiediamo all'Europa di fare fino in fondo la sua parte". "La Regione Toscana – ha detto ancora Rossi -, con l'accordo di programma per l'ammodernamento infrastrutturale del porto e per la viabilità dell'area industriale di Piombino, sta facendo la sua e contribuisce per oltre due terzi dell'investimento complessivo di 150 milioni di euro.

Tutta l'area industriale diventerà più competitiva con l'escavazione del porto a 20 metri, che consentirà alle nuove grandi navi transoceaniche di entrare direttamente nel cuore industriale di Piombino. Un vantaggio forse unico nel panorama nazionale ed europeo. Questo significa anche creare le condizioni perché Piombino sia uno dei porti dove è possibile effettuare la rottamazione delle navi. Piombino deve essere il primo porto italiano che si candida a rottamare le navi europee in modo corretto e pulito.

Sarà lavoro, e lavoro di qualità. Stiamo quindi lavorando, e ci riusciremo, per essere in condizione di accogliere e smantellare la Costa Concordia a Piombino. L'Europa possiede il 40% del naviglio mondiale e sono centinaia e centinaia all'anno le navi da rottamare. E qui, come forse in nessun'altrà parte dell'Italia e dell'Europa, si può costruire un sistema a filiera corta, anzi cortissima, tra il rottame lavorato nel porto e il forno elettrico che utilizza l'energia dei gas del Corex". "Tocca al governo intervenire senza timidezza - ha concluso il presidente Rossi - adottando il piano che noi proponiamo e di sostenerlo con l'UE.

Chiediamo anche che, a partire dall'integrazione necessaria con l'Ilva di Taranto, si continui l'esperienza dell'utilizzo nei prossimi mesi dell'altoforno, senza spegnerlo. La nostra è una lotta per la conversione ecologica della siderurgia, con un progetto intelligente e fattibile che risponde alla grave crisi economica, industriale e ambientale che stiamo vivendo. Insieme posiamo farcela: la siderurgia italiana non morirà a Piombino". “Per fortuna il governo va avanti. In questo momento l’Italia non aveva certo bisogno di una crisi, ma piuttosto di un governo forte.

Ora il governo non deve essere timido. Sia coraggioso e concreto e metta mano a quella politica industriale ed energetica senza la quale il Paese non si salva e non si salva neppure Piombino.” lo ha detto il segretario generale della Cisl toscana, Riccardo Cerza, partecipando stamani a Piombino alla manifestazione per chiedere che l’altoforno della Lucchini non venga spento a fine novembre. “Anche oggi si dimostra che il territorio e tutta la Toscana sono uniti -e non è cosa usuale- sul da farsi: l’altoforno non va spento ora, ma deve andare avanti fino al dicembre 2015, per consentire di trovare un imprenditore che possa riconvertire l’azienda, puntando sulla nuova tecnologia Corex, e nel frattempo far diventare Piombino un polo di eccellenza europeo per lo smantellamento delle navi; a cominciare dalla Concordia, che deve essere portata qui e non altrove.” “In Europa solo l’Italia e la Germania producono acciaio –ha concluso Cerza-.

Se perdiamo questo asset fondamentale saremo ostaggio della Germania. Come Paese non possiamo permettercelo. Per questo servono risposte forti che solo il governo nazionale può dare.” “Il Governo ascolti il grido di dolore di Piombino e dia ai lavoratori della Lucchini le risposte che da troppo tempo attendono invano. La politica non può rimanere indifferente davanti al declino di un settore strategico per il sistema industriale italiano: si mettano subito in campo le iniziative necessarie a scongiurare la chiusura dell'acciaieria piombinese e, soprattutto, si intervenga per rilanciare la Lucchini e tutto il comparto siderurgico del nostro Paese” così le parlamentari toscane di Sinistra Ecologia e Libertà, on.

Marisa Nicchi, on. Martina Nardi e sen. Alessia Petraglia nel giorno dello sciopero generale della Lucchini. “La perdita di 1200 posti di lavoro – proseguono le parlamentari – rappresenta un prezzo troppo alto da pagare ad un crisi in gran parte dovuta alla mancanza di una politica industriale. Per questo, oggi, in uno dei giorni più difficili per la comunità piombinese, chiediamo al Governo di intervenire. Chiediamo al Ministro dello Sviluppo economico di venire alla Camera a rispondere, finalmente, alla nostra interrogazione sulla Lucchini, a dar conto al Parlamento di che cosa è stato e che cosa si intende fare per scongiurare la fermata dell'altoforno.

E' necessario che, quanto prima, lo Stato intervenga in questa vicenda, in maniera diretta e, se necessario, con risorse pubbliche. Quello dell'acciaio è un settore strategico troppo importante per essere abbandonato a se stesso: si lavori subito a un grande piano nazionale dell'acciaio, che coniughi sostenibilità ambientale, sostenibilità economica e buona occupazione”. «La risposta alla crisi siderurgica sono i dazi. Sta al Governo farsi sentire in Europa per far prendere misure concrete per salvaguardare il settore».

Sono queste le parole di Claudio Morganti, europarlamentare indipendente dell'Eld, in merito alla manifestazione di oggi a Piombino. «Sono solidale – afferma l'eurodeputato in una nota – con le diecimila persone che oggi hanno sfilato al corteo, chiedendo una risposta per il problema della Lucchini. La manifestazione di oggi dimostra l'importanza che il settore ha non solo per tutta la città di Piombino, ma anche per tutta la nostra regione». Secondo l'europarlamentare, la crisi che attraversa il settore siderurgico «è dovuta alla mancanza di competitività, frutto di una incapacità politica che non ha mai sviluppato un progetto serio per la difesa di uno dei principali settori industriali.

Poi, le forti importazioni di acciaio dai Paesi stranieri hanno fatto il resto. Basti pensare che le importazioni dalla Turchia sono aumentate del 280%, dall'India del 176% e dalla Russia dell'89%. Non sono, però, solo gli Stati extra-Ue che impoveriscono il nostro Paese, ma anche quelli dell'Unione Europea, come per esempio i Paesi Bassi dai quali le importazioni sono aumentate del 400%. L'unica salvezza – evidenzia Morganti – è intervenire su queste importazioni, cercando di proteggere il nostro settore e far ripartire il mercato interno dell'acciaio.

Anche le aziende americane negli anni passati hanno subìto una crisi nel settore della siderurgia, ma non hanno esitato a di mettere i dazi e le quote per difendere la produzione interna». Poi, Morganti sottolinea anche che «finché le aziende italiane di grosse dimensioni, come la Marcegaglia, si riforniranno dai turchi o da altri operatori extra-Ue, la nostra industria siderurgica non potrà avere alcun futuro. Se non si corre ai ripari nel più breve tempo possibile la situazione potrebbe diventare ancora più devastante in quanto i cinesi, i turchi e le grosse acciaierie dell'Ue acquisteranno ancora più quota sul nostro mercato».

Infine, l'europarlamentare giudica grave che la manifestazione di oggi sia stata politicizzata. «È incredibile – termina – vedere che le stesse persone che oggi hanno partecipato alla manifestazione, sventolando certe bandiere di partito, siano al contempo i maggiori responsabili della svendita delle nostre eccellenze industriali».

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