Una lettrice di Nove Da Firenze denuncia l'odissea dell'Aida a Verona

"Non è plausibile che una Fondazione come quella dell'Arena di Verona, la quale si presume essere seria a professionale, decida di far cominciare uno spettacolo che già da prima del suo principio era compromesso da una pioggia imminente"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 settembre 2013 17:12
Una lettrice di Nove Da Firenze denuncia l'odissea dell'Aida a Verona

Cara Redazione vi scrivo per raccontare ciò che è accaduto in occasione della rappresentazione dell'Aida tenutasi a Verona il 24 agosto 2013: "Dopo un viaggio in treno non certo economico ed una prenotazione di albergo altrettanto dispendiosa ci prepariamo a trascorrere una piacevole serata confidando nella clemenza del meteo nonostante le previsioni nefaste proprio nell'orario dello spettacolo. La rappresentazione in questione è l'Aida di Giuseppe Verdi, proposta all'Arena nella versione storica del 1913 per celebrare il centenario della prima messa in scena dell'opera.

Ore 20.00: entriamo nell'arena, ci fanno accomodare ai nostri posti ed attendiamo l'inizio della rappresentazione previsto per le ore 21.00 (stesso orario per il quale i servizi meteorologici prevedevano l'inizio dei temporali). Durante l'attesa, con le nuvole che cominciavano ad ammassarsi sopra le nostre teste, abbiamo potuto assistere ad un suggestivo spettacolo di lampi e fulmini che facevano da cornice al teatro romano, il tutto accompagnato dal concerto del boato dei tuoni in lontananza.

Ore 21.00 (o, secondo alcuni presenti, ore 20.58): l'orchestra prende posto sotto al palco e lo spettacolo inizia, accompagnato da piccole gocce di pioggia che cominciano a cadere. Tempo due minuti (forse meno?), la pioggerellina diventa più consistente e repentinamente musiciste ed attori fuggono e si rifugiano dietro le quinte. Tra l'altro abbiamo notato che alcuni spettatori non hanno ancora avuto il tempo di prendere posto. Una voce all'altoparlante comunica che lo spettacolo è temporaneamente sospeso e che avrebbero provveduto a contattare il loro servizio meteorologico per avere informazioni in merito alla perturbazione in questione.

Ore 21.10: la pioggia diventa acquazzone ed i 14000 spettatori, che fino ad allora sono rimasti ai loro posti, coprendosi con ombrelli ed impermeabili, fuggono per le scivolose scale in metallo. Per trovare riparo nel corridoio dell'anello esterno dell'arena. Da qui, un'odissea. Quattordicimila spettatori, tra cui bambini, anziani e persone con ridotta capacità motoria, vengono letteralmente abbandonati senza nessun tipo di informazione, stipati come bestie in uno spazio troppo ridotto, impossibilitati ad abbandonare il luogo poiché interessati a ricevere delle comunicazioni trasmesse attraverso gli altoparlanti.

Ore 22.00 circa: viene data la notizia seconda la quale ancora non ci sono novità dalla stazione meteorologica, quindi ci invitano ad attendere ulteriormente, ovviamente nelle medesime condizioni. Ci dirigiamo verso uno degli ingressi in cerca di un po' d'aria e qui constatiamo che il temporale continua e non sembra avere intenzione di smettere; chiedendo informazioni al personale della Fondazione Arena di Verona, il quale era presente esclusivamente alla uscite, riceviamo soltanto risposte evasive.

I ragazzi in questione ci comunicano oltretutto che non hanno modo di contattare nessun responsabile, né per parlarci loro, né per farci parlare con loro. Ore 00.00 (ormai è il 25/08/2013): dopo un'attesa sfiancante, durante la quale molti spettatori decidono di abbandonare l'arena perché esausti dalla situazione, finalmente l'altoparlante ci comunica il responso del servizio meteorologico, il quale lascia tutti basiti: la perturbazione si sta esaurendo. Potendo dalla nostra posizione vedere tutta la piazza antistante l'arena troviamo decisamente assurda questa comunicazione poiché il temporale è ancora ben presente con pioggia, fulmini e tuoni.

Ore 00.30: la comunicazione ufficiale: lo spettacolo si fa! Sono iniziate le operazioni di asciugatura del palco. Osservando nuovamente la piazza ci chiediamo con grande stupore come stiano effettuando le operazione di asciugatura dato che sta ancora piovendo abbondantemente. Siamo inoltre quasi preoccupati dal dover “subire” uno spettacolo di diverse ore che inizierà presumibilmente non prima delle ore 01.00. Altre persone stanche e snervate (ormai attendevano soltanto la comunicazione dell'annullamento dello spettacolo) abbandonano il teatro romano.

Ore 00.45: Comunicano l'ufficiale sospensione dell'opera a causa della pioggia, senza specificare l'eventuale esistenza di un rimborso. Dopo quasi 4 ore di attesa logorante, stanchi e bagnati, i pochi spettatori ormai rimasti (tra i quali noi) cercano di avere disperatamente notizie sulla possibilità di un risarcimento, ma ancora una volta l'unico personale presente della fondazione non è in grado di rispondere alle domande poste, né di contattare i propri superiori per avere delucidazioni.

Girovagando insistentemente tra i corridoio dell'arena troviamo l'unico “responsabile” del servizio (o almeno ci è stato riferito che fosse tale) che poteva comunicare attraverso un auricolare con i “piani alti”, ormai sta riferendo ad un altro piccolo gruppo che il rimborso ci sarà e che lo stesso sarà disponibile dalla mattina seguente presso la biglietteria centrale adiacente l'arena. Ore 01.15: usciamo dall'arena lievemente rinfrancati ma non fiduciosi (ancora sta piovendo) e notiamo che alla biglietteria sono presenti le forze dell'ordine ed una piccola folla si è messa in coda all'ingresso.

Non ottenendo risposte ufficiali e stremati dalla serata (quattro ore in piedi, fermi, su un pavimento sconnesso) decidiamo di fare ritorno all'albergo. 25/08/2013 ore 10.00 (orario di apertura della biglietteria): ci rechiamo alla biglietteria per ottenere il rimborso promesso, ma già da lontano notiamo una fila di persone molto scontente. Fuori dalla biglietteria ci sono gli stessi ragazzi della Fondazione Arena di Verona che la sera prima erano agli ingressi, i quali distribuiscono un poco esaustivo comunicato nel quale è scritto che il rimborso non verrà effettuato (come da regolamento in quanto lo spettacolo era già iniziato) ma che sarà possibile sostituire il biglietto con uno valido per qualsiasi spettacolo patrocinato dalla Fondazione dal 2014 al 2016.

Scontenti sostituiamo i biglietti con altri per la stagione 2014 (l'unica per la quale è disponibile al momento una programmazione) temendo che la Fondazione cambi idea in merito come già fatto dalla sera precedente. Qui termina il resoconto della nostra nottata da incubo dalla quale abbiamo tratto delle conclusioni non certo positive. Non è plausibile che una Fondazione come quella dell'Arena di Verona, la quale si presume essere seria a professionale, decida di far cominciare uno spettacolo che già da prima del suo principio era compromesso da una pioggia imminente.

Inoltre, come si può considerare cominciato uno spettacolo di molte ore se sono stati eseguiti soltanto pochi secondi dello stesso e, per questo motivo, non procedere (per regolamento) al rimborso dei biglietti? Non ci sembra accettabile il fatto di dovere aspettare per ore in piedi, senza possibilità di avere informazioni esaustive, ricevendo soltanto risposte vaghe e poco chiare. Che i chiarimenti in merito all'eventuale rimborso non siano stati comunicati in nessun modo (noi l'abbiamo scoperto soltanto grazie al nostro spirito di iniziativa) e che, comunque, ci sia stata detta la sera una cosa (biglietti rimborsati monetariamente) e la mattina un altra (sostituzione biglietti) ci è sembrato un atteggiamento del tutto irrispettoso nei riguardi di noi spettatori paganti. L'ultima considerazione riguarda i tanti spettatori stranieri (sconvolti dall'atteggiamento tenuto dagli organizzatori), i quali, venuti in Italia per godersi uno spettacolo, si ritrovano in mano biglietti per degli eventi ai quali difficilmente potranno assistere in quanto Verona non è propriamente molto vicina a paesi come Giappone, America e Australia."

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