Farmaceutica, Menarini e Silicon Biosystem per la lotta mirata al tumore

Una nuova frontiera per la lotta al cancro viene abbattuta grazie all'intuizione di due giovani ricercatori italiani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 settembre 2013 21:05
Farmaceutica, Menarini e Silicon Biosystem per la lotta mirata al tumore

La casa farmaceutica Menarini guidata dalla famiglia Aleotti, decide di investire in innovazione tecnologica acquisendo Silicon Biosystem. L'annuncio da parte della presidente Lucia Aleotti che ha inteso "creare un ulteriore legame con l'Italia perche' continuiamo a credere di poter fare impresa in questo paese". Un grande evento in piazza del Carmine a Firenze alla presenza delle autorita' cittadine, Prefetto e Questore in testa, del mondo dell'alta finanza e della medicina internazionale. Giuseppe Giorgini AD di Silicon Biosystems: "L'aggravamento della malattia tumorale e' determinato dall'insorgenza delle metastasi originate da cellule in circolo" si punta alla possibilita' di accedere alle Cellule Tumorali Circolanti (Ctc) con un prelievo ematico. "Nel sangue dei malati di cancro le Ctc sono presenti in ragione di una per ogni miliardo di cellule sane.

Grazie alle tecnologie brevettate da Silicon Biosystems e' possibile isolare le singole cellule tumorali presenti nel sangue, analizzarne le caratteristiche diverse da quelle del tumore primario, e studiare le piu' appropriate cure". Ad inventare la 'trappola magnetica' che imprigiona la cellula tumorale sono stati due giovani italiani, e grazie a questo sistema sara' possibile isolare e studiare le cellule malate al fine di conoscerne la storia e l'evoluzione. Il procedimento e' in fase sperimentale ma Menarini e' in grado di fornire la giusta spinta affinche' si possa sviluppare il prima possibile una conoscenza a livello mondiale del modello studiato. I giovani ideatori della tecnologia DepArray raccontano di un percorso basato sulla fiducia nell'idea, sul team e sui primi investitori sino a Menarini.

Un esempio? Erano semplici studenti con l'idea di unire biologia ed elettronica. Il procedimento: un campo elettromagnetico che isola le cellule tumorali presenti nel campione di sangue prelevato e le guida in una provetta contenente solo cellule rare sulle quali sono possibili studi mirati. "Cinque anni per poter produrre il primo macchinario ed immetterlo sul mercato - hanno raccontato Gianni e Niccolo' - ma adesso il progetto e' apprezzato dai migliori studi di ricerca"

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