Il sistema agroalimentare locale e la PAC 2014-2020

Il convegno Filiera corta, un’opportunità da cogliere per creare sviluppo locale. Questo il tema dell'evento che si è tenuto nei giorni scorsi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 luglio 2013 21:23
Il sistema agroalimentare locale e la PAC 2014-2020

Un territorio caratterizzato da numerose produzioni locali di qualità, dove le imprese che basano la propria economia sulla trasformazione e vendita diretta dei prodotti agroalimentari crescono al pari delle progettualità di fiera corta, anche grazie alla regia pubblica. E’ la fotografia del sistema agroalimentare locale della provincia di Siena scattata nei giorni scorsi all’Accademia dei Fisiocritici, in occasione del convegno “Il sistema agroalimentare locale e la PAC 2014-2020” promosso dall’amministrazione provinciale senese. “Già da alcuni anni - ha spiegato il dirigente dello Sviluppo rurale Paolo Buccelli, la Provincia di Siena ha sostenuto, coordinato e lavorato alla creazione di un sistema agroalimentare locale che mettesse in relazione chi produce e chi acquista, favorendo il consumo consapevole di prodotti locali attraverso la conoscenza del valore e delle modalità con cui si realizzano queste produzioni.

Sostenere uno sviluppo territoriale equilibrato attraverso interventi volti a sostenere la diversità dei sistemi agricoli, la vitalità delle piccole aziende e lo sviluppo dei mercati locali è oggi un obiettivo della nuova Politica agricola comunitaria. Adesso vedremo come e con quali modalità il Piano di sviluppo rurale della Regione potrà offrire collocazione e sostegno a un percorso di questo tipo. Perché lo sviluppo dei sistemi agroalimentari locali possa diventare concreta occasione di sviluppo del territorio”. Un passaggio importante quello della Pac perché, ha sottolineato Denis Pantini, responsabile agricoltura e industria alimentare Nomisma, “la programmazione dello sviluppo rurale potrà contribuire in parte a compensare le criticità derivanti dalla contrazione del sostegno diretto all’agricoltore, garantendo un supporto a forme di coordinamento in grado di accorciare la filiera, sostenere l’incremento qualitativo dei prodotti, gli approcci collettivi e la tutela del reddito”.

Meno risorse, forse, ma più mirate, che saranno definite nel prossimo Piano di sviluppo rurale della Regione Toscana. “Dobbiamo fare impresa e fare rete - ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori - se non stiamo insieme e non costruiamo sistemi di filiera non cresciamo”. I progetti sostenuti dalla Provincia di Siena in questi anni hanno teso, da un parte, al rilancio delle produzioni agricole di qualità e, dall’altra, alla loro diffusione in diversi contesti di consumo: dalle mense scolastiche alla ristorazione, dai Mercatali alle botteghe di filiera corta, passando per i progetti di educazione nelle scuole.

Alcune esperienze di buone pratiche sono state illustrate nel corso del convegno dagli stessi protagonisti. Il sindaco di Monteroni d’Arbia, Jacopo Armini, ha presentato i numeri del progetto “La mensa dell’orto”, primo esempio in toscana di mensa comunale a fiera corta. Gli oltre 81.100 pasti serviti durante l'anno scolastico appena concluso sono stati preparati con oltre il 40% di ingredienti prodotti e lavorati a meno di 70 km dal territorio comunale. Se La Bottega di Stigliano è ormai un progetto consolidato, è appena nata l’iniziativa pilota promossa da Comune di Castellina in Chianti e Consorzio Olio Dop Chianti Classico per introdurre olio prodotto localmente nella ristorazione.

Per il Consorzio ne ha parlato Fiammetta Nizzi Grifi: “Si tratta di un progetto culturale di informazione e formazione, che non si esaurisce con la presenza dell’olio Dop sula carta dei ristoranti, ma vuole, prima di tutto far conoscere ai ristoratori la qualità delle produzioni locali attraverso percorsi di assaggio e conoscenza”. Ritorni positivi anche per gli spacci collettivi di fiera corta promossi dalle associazioni degli agricoltori. Anna Stopponi di Cia Siena ha parlato dell’esperienza della bottega “La Spesa in Campagna”, un’avventura nata a dicembre con un primo nucleo di 16 produttori.

In sei mesi l’associazione è salita a 23 soggetti e la bottega ospita tutti i prodotti di ogni azienda, riuscendo a offrire una spesa completa. Francesco Sossi, direttore di Colideretti Siena, ha parlato dell’esperienza di Campagna Amica, nata per dare un ruolo economico ai produttori, che conta sul territorio due botteghe e 12 corner. “Il ruolo che stiamo continuando a svolgere, in sinergia con le associazioni di settore – ha spiegato l‘assessore all’agricoltura, turismo, caccia e aree protette Anna Maria Betti - mira non solo ad accompagnare, ma anche a far dialogare le diverse esperienze sul fronte dell’offerta, puntando a una maggiore e migliore organizzazione, sotto tutti i punti di vista dall’aggregazione alla logistica, dai trasporti ai rifornimenti, dall’etichettatura alla tracciabilità.

Al tempo stesso, siamo impegnati a strutturare il fronte della domanda, come dimostra l’esperienza dei Comuni impegnanti nell’inserimento di alimenti locali nelle mense scolastiche, accompagnata da azioni di educazione alimentare e al consumo consapevole. Infine, a contribuire nell’incontro fra offerta e domanda”. Andando a guardare i numeri, oggi grazie anche alle azioni messe in campo dalla Provincia di Siena sono attivi sul territorio quattro Mercatali dei produttori - in Val di Merse, Val d’Elsa, Val di Chiana e Chianti - nove Botteghe di filiera corta e dodici GAS.

La percentuale di aziende agricole che fanno vendita diretta sono il 42,2%, contro il 26,1% della media italiana. Nel 2011 la provincia di Siena ha contribuito al 20% del valore aggiunto agricolo della Toscana e anche l’occupazione tiene, con il 7,2% degli occupati che lavora in agricoltura, contro il 3,1% della media Toscana e il 3,7% di quella nazionale. “In termini di volumi e peso economico la filiera corta non è tutto - ha chiuso la parlamentare Susanna Cenni - ma è certamente un pezzo di risposta: nella lotta ai cambiamenti climatici e allo spreco alimentare, ma anche perché i progetti di filiera corta stanno segnando una trasformazione culturale delle nostre imprese agricole, accelerando la modernizzazione e la riorganizzazione di cui l’agricoltura ha immenso bisogno”. nella foto, un momento del convegno

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