Sisma in Lunigiana e Garfagnana: dopo le scosse ecco i campi per i senza tetto

I moduli abitativi della Protezione civile nazionale nelle zone colpite. Enrico Rossi di nuovo nelle zone terremotate e chiede al governo lo stato di emergenza. In Toscana l’80% delle scuole è costruito senza il rispetto delle norme antisismiche

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 giugno 2013 14:29
Sisma in Lunigiana e Garfagnana: dopo le scosse ecco i campi per i senza tetto

FIRENZE- Proseguono gli interventi dei Vigili del fuoco in seguito all’evento sismico di magnitudo 5.2, registrato alle ore 12.33 del 21 giugno, che ha colpito le province di Lucca, Massa Carrara e La Spezia, fortunatamente senza provocare vittime o ingenti danni. E' tuttora in atto lo sciame sismico con circa 20 scosse. Il Comando di Massa Carrara, con supporto dai Comandi di Firenze e Livorno, ha effettuato sinora 246 interventi e ne restano altri 223 da evadere. Sono risultati inagibili circa 25 edifici, i cui residenti sono stati alloggiati in strutture della Protezione Civile.

Dislocati nei comuni di Fivizzano e Casola due automezzi UCL. Il Comando di Lucca ha effettuato sinora 170 interventi e sono previsti in giornata altri 20 interventi. E' stato istituito il Posto di Comando Avanzato a Minucciano. Inoltre sono attivi il Comando Operativo Interforze a Pieve Fosciana e il Centro Operativo Commissariale a Castelnuovo in Garfagnana. Il Comando di La Spezia, meno colpito, ha effettuato 24 interventi. Su richiesta della Regione Toscana la Protezione civile della Provincia di Firenze ha inviato a Fivizzano il suo Centro Mobile con un camion e due container con attrezzature per la realizzazione di strutture a sostegno della popolazione. Dopo le forti scosse avvertite nel pomeriggio di ieri, alle ore 17,05, a Castelnuovo Garfagnana è stato attivato il C.O.C del comune presso il Palazzetto dello Sport.

Sono state inviate le squadre dei volontari di Protezione Civile per le verifiche sul territorio e non sono stati riscontrati danni evidenti a cose e persone. Duemila posti letto entro la giornata. E’ questo l’obiettivo del volontariato toscano, mobilitato dalla Regione per fronteggiare l’accoglienza dei senza tetto della Lunigiana e della Garfagnana. Dopo il summit notturno di domenica col presidente Rossi, le colonne mobili regionali e nazionali delle Pubbliche Assistenze sono mobilitate.

Insieme alle altre forze del volontariato, allestiranno le tendopoli. Sessanta volontari in tutto sono partiti da tutta le pubbliche assistenze della Toscana. Tra Fivizzano e Casola, le zone più colpite dal sisma, saranno verosimilmente allestiti i campi, e anche in Garfagnana, visto che mentre proseguono le verifiche sulle abitazioni lesionate, il numero delle persone che si ritrova senza un tetto cresce in maniera notevole. Le difficoltà oggettive sono evidenti: intanto la frammentazione territoriale, visto che i centri abitati dove si sono verificati problemi sono a distanze notevoli dai rispettivi comuni di appartenenze; poi la popolazione delle frazioni, composta prevalentemente di persone anziane, molte con difficoltà di salute. Il presidente Enrico Rossi ha raggiunto stamattina le zone della Garfagnana colpite dal terremoto: "Oggi stesso - annuncia - predisporremo gli atti per inviare al governo la richiesta di stato di emergenza.

Ho parlato con il Prefetto Gabrielli, responsabile della Protezione civile nazionale, che condivide questa iniziativa". Dopo la riunione avuta nella notte a Fivizzano, il presidente Rossi ha deciso di far arrivare in zona 4 moduli di tende per allestire campi di accoglienza con oltre mille brandine. "Entro stanotte - assicura - saremo in grado di ospitare circa 2mila persone. Inoltre con il Prefetto di Massa abbiamo concordato di individuare, in via preventiva, strutture pubbliche (scuole, palestre, ecc) e private (alberghi), per ospitare le persone la cui abitazione è dichiarata inagibile ed eventualmente - ma speriamo che non ve ne sia bisogno - altri nuovi sfollati".

"La situazione al momento non appare grave - conclude il presidente - ma temo che le verifiche di stabilità in corso sugli edifici, da parte dei Vigili del fuoco e del nostro Genio civile, facciano aumentare il numero di coloro che avranno bisogno di trovare ospitalità in luoghi sicuri". "Giusta e da sostenere la richiesta del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi al Governo per la dichiarazione dello stato di emrgenza nazionale per gestire al meglio il dopo terremoto in Lunigiana e Garfagnana fino al ritorno alla normalità".

Lo ha detto il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D'Angelis arrivato a Fivizzano per un nuovo sopralluogo nelle zone colpite dal terremoto. «Non è possibile rassicurare, ma non è neppure il caso di creare allarmismi quando si parla di terremoti». La terra della Lunigiana continua a tremare, anche piuttosto violentemente, e Maria Teresa Fagioli, presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana interviene per cercare di fare chiarezza su illazioni e notizie prive di fondamento.

«Allo stato attuale della scienza non c’è la possibilità di prevedere quando il prossimo terremoto colpirà», spiega Fagioli. «Chi asserisce il contrario, o è semplicemente un presuntuoso ignorante, o peggio qualcuno che, per ottenere una facile visibilità mediatica, genera allarmismi terroristici». Sulla possibilità di prendere decisioni posa, poi, la sentenza dell’Aquila. «Certamente la recente condanna ad anni di carcere per quegli scienziati colpevoli di aver lasciato travisare il loro pensiero da chi voleva ad ogni costo tranquillizzare la popolazione non aiuta ad affrontare ragionevolmente il problema».

Attenzione e informazione nelle zone a rischio. Però è altrettanto certo che «per evitare vittime dei terremoti l’unica strada praticabile è quella di non vivere, studiare, pregare, lavorare, dormire, mangiare dentro edifici, in zona accertata come sismica, che non sono in grado di reggere al terremoto. Per consolidare, adeguare, o ricostruire tutto l’edificato non antisismico ci vorranno ancora decenni, ma per informare correttamente la popolazione basta molto meno. Il cittadino informato ed esercitato rischia molto meno».

Schedare gli edifici antisismici e quelli no. E in tema di informazione, importante è sapere in quale tipo di edificio si vive, si lavora o si studia. «Sarebbe importante imporre per legge che in ogni edificio pubblico sia indicato a chiare e grandi lettere se sia antisimico o meno. Occorrerebbero indicazioni chiare su cosa fare, come muoversi, come già è giustamente obbligatorio per i rischi di incendio. Forse così si stimolerebbe la popolazione a pretendere quelle decisioni che da troppo tempo attendono attuazione».

«Nessuna persona – conclude la presidente Fagioli - per ottemperare ai propri doveri di istruzione, militari, civici, religiosi, di lavoro, dovrebbe esser costretta a stare, in zone sismiche, dentro edifici non sicuri. Mi sembra un principio semplice, che, tra l’altro, riattiverebbe la filiera edilizia, inceppata dalla crisi». Edilizia a rischio, pochissime le scuole a norma. Dunque, il vero problema sono gli edifici, anche quelli pubblici, che non rispettano le norme antisismiche. «Dai dati del censimento dell’edilizia scolastica del Ministero dell’Università e della Ricerca (2012) risulta che in Toscana su 2.839 edifici scolastici solo 566 sono stati progettati in accordo con le normative antisismiche, gli altri, cioè l’80% del totale no.

Mi domando: gli studenti, e le loro famiglie, sono stati informati se i locali dove si svolgono le lezioni sono o non sono in grado di non crollare per un terremoto»? A questo riguardo non è certo facile la decisione che devono prendere in queste ore i presidi. «E le commissioni esaminatrici per la Maturità, cui il ministro Maria Chiara Carrozza ha graziosamente concesso la facoltà di decidere su un eventuale slittamento delle prove, nelle zone toscane ed emiliane interessate dall’attuale sciame sismico, sono state informate se gli edifici dove le prove d’esame si svolgono sono o non sono antisismici»? Anche geologi nella progettazione degli edifici.

«I professionisti delle scienze della terra (e dei terremoti), i geologi, sono ancora oggi la cenerentola della filiera della progettazione, perché pongono limiti e segnalano rischi che”frenano lo sviluppo”, salvo esser chiamati a fare i capri espiatori quando non hanno previsto l’imprevedibile». Informazione e prevenzione. Non è certo facile convivere con il terremoto, con scosse che non sai quando arrivano e con quale intensità. «Convivere col rischio sismico non è facile, ma forse un maggiore impegno delle istituzioni per informare correttamente circa esistenza ed entità di tale rischio potrà evitare più tragedie della filosofia dello struzzo.

Non è ignorando e alimentando ignoranza che si risolvono i problemi». Secondo la presidente dei Geologi, «la soluzione si chiama prevenzione, ma anche corretta, continua, capillare informazione delle popolazioni a rischio, e repressione del terrorismo mediatico pseudoscientifico, che per pochi secondi di audience può cancellare anni di educazione ed informazione corretta». I terremoti, una situazione “normale” per la Terra. Quanto accade in Lunigiana altro non è che la normale vita del nostro pianeta.

«La superficie della Terra non sta mai ferma, alcune zone, ben note, si muovono molto più di altre, e muovendosi “scricchiolano”. Questi scricchiolii si chiamano terremoti. Non sono queste vibrazioni della terra che uccidono, a uccidere sono gli edifici che, a causa di queste vibrazioni, crollano su chi c’è dentro».

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