Cultura, turismo e mercati storici: collaborazione tra Firenze e Kyoto

Il sindaco Renzi ha consegnato le Chiavi della città al primo cittadino di Kyoto Daisaku Kadokawa il quale ha dichiarato: "Matteo Renzi, è un uomo politico guardato con grande interesse in Giappone"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 giugno 2013 19:43
Cultura, turismo e mercati storici: collaborazione tra Firenze e Kyoto

Il sindaco Matteo Renzi questa mattina ha incontrato in Sala di Clemente VII a Palazzo Vecchio una delegazione giapponese guidata dal sindaco di Kyoto Daisaku Kadokawa, della quale facevano parte anche i presidenti del Consiglio comunale e dei mercati della città giapponese legata a Firenze da uno storico gemellaggio che risale al 1965. Durante l’incontro, al quale ha partecipato anche il presidente del Consiglio comunale Eugenio Giani, sono stati affrontati diversi temi tra cui le celebrazioni per il cinquantenario del gemellaggio tra i due Comuni, che si terrà nel 2015. Alla fine dell’incontro c’è stato il tradizionale scambio di doni: Renzi ha consegnato le Chiavi della città al sindaco della città giapponese che ha anche firmato il libro d’onore di Palazzo Vecchio, mentre al presidente del Consiglio comunale giapponese e al presidente dei mercati di Kyoto ha donato un fiorino d’argento ciascuno.

La delegazione giapponese, accompagnata dall’assessore all’ambiente Caterina Biti, ha visitato in mattinata il Giardino giapponese al Giardino delle rose di viale Poggi. L’origine della sezione giapponese risale al 1998, quando l’architetto giapponese Yasuo Kitayama scelse il Giardino delle rose come sede per la creazione di un giardino giapponese ‘Shorai-teien’ donato a Firenze dalla città di Kyoto e dal Tempio Zen ‘Kodai-Ji’. La delegazione giapponese in questi giorni è in città per rinnovare il Patto di amicizia fra il Mercato Centrale di Firenze e lo storico mercato Nishiki di Kyoto, stipulato fra i due mercati nel 2006.

Il patto prevede scambi di visite e attività promozionali, nell’impegno reciproco per valorizzare e arricchire la cultura enogastronomica italiana e giapponese. Dopo l’incontro in Palazzo Vecchio, infatti, la delegazione si è recata in visita ufficiale al Mercato Centrale di San Lorenzo. Ed è sempre all'insegna del gemellaggio tra le cità di Firenze e Kyoto che è stato firmato oggi nel nuovo Centro di Studi e Incontri Internazionali di Palazzo Coppini, il Memorandum of Understanding fra le due città.

L’accordo di collaborazione attesta il comune obbiettivo di promuovere lo scambio culturale e commerciale e il turismo tra le due città gemellate dal 1965, ricche di storia e di cultura. Il Memorandum è stato firmato da Paolo Del Bianco, presidente della Fondazione Romualdo Del Bianco®-Life Beyond Tourism® e dal sindaco di Kyoto Daisaku Kadokawa. «Firenze e Kyoto sono due città unite dall’amore per l’arte e per il buon cibo – ha detto il sindaco di Kyoto, Daisaku Kadokawa – ed è importante lavorare insieme in questa direzione, verso un turismo di qualità e uno sviluppo dei rapporti culturali.

Inoltre il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, è un uomo politico guardato con grande interesse in Giappone. Ci stiamo quindi preparando per accoglierlo al meglio quando verrà a trovarci a Kyoto». «In questi anni i nostri rapporti con il Giappone sono cresciuti costantemente – ha commentato Paolo Del Bianco, presidente della Fondazione Romualdo Del Bianco® - Life Beyond Tourism® - e oggi siamo qui per andare ancora avanti. Da parte nostra mettiamo a disposizione gli spazi di Palazzo Coppini e l’Auditorium al Duomo per iniziative culturali che favoriscano l’incontro fra il Giappone, i Paesi Europei e le singole città». All’incontro hanno partecipato, oltre al sindaco di Kyoto Daisaku Kadokawa, rappresentanti giapponesi a Firenze e in Italia come Masumi Matsuura, presidente dell’Associazione Giapponese in Toscana e consigliere del Tempio Kōdai-ji; Mieko Maraini, moglie di Fosco Maraini; lo scultore Junkyū Mutō e i pittori Satoshi Dōbara e Meiko Yokoyama.

Non sono mancati rappresentanti fiorentini: Regina Schrecker, presidente dell’associazione Firenze-Giappone e lo scultore Dino De Ranieri. Infine, la Fondazione Romualdo Del Bianco® – Life Beyond Tourism® ha donato alla città di Kyoto un busto in marmo di Galileo Galilei, opera dell’artista Dino De Ranieri. L’opera verrà esposta nel Museo Municipale di Scienze per i Giovani della città. Per festeggiare l’evento a Palazzo Coppini sono infine visibili tre mostre, che rimarranno aperte fino al 14 giugno (orario 10-18, ingresso libero): “Firenze e Kyoto, città parallele”, un’esposizione fotografica digitale di Fosco Maraini (Edizioni Polistampa), “Patrimonio dell’Umanità del Mondo” che porta a Palazzo Coppini l’arte di Satoshi Dōbara e “Chigiri-e, pitture di carta giapponese” di Meiko Yokoyama.

Le mostre allestite a Palazzo Coppini Arte senza confini: il fil rouge che lega Oriente e Occidente Fosco Maraini, “Firenze e Kyoto, città parallele” A Palazzo Coppini è visibile “Firenze e Kyoto, città parallele”, la mostra di Fosco Maraini allestita al Gabinetto Vieusseux di Firenze nel 2005, in occasione del 40° anniversario del gemellaggio tra le due città. La mostra del quarantenario raccoglieva, per la sua specificità tematica, parte de “Il Miramondo”, la grande antologica dedicata all’opera fotografica di Fosco Maraini, promossa dal Gabinetto Vieusseux nel 1999 a Firenze.

Gli scatti di Maraini si prestano a una doppia lettura, mostrando al tempo stesso la grande somiglianza e le differenze tra Firenze e Kyoto, a partire dal clima: da una parte la Città del Giglio, con il suo clima mediterraneo fatto di lunghe estati secche e vegetazione sobria; dall’altra l’antica capitale del Giappone che sorge in territorio monsonico, con le abbondanti piogge estive e la vegetazione lussureggiante. Legata alla natura anche nella sua struttura, fino a poco tempo fa Kyoto era una città di legno, a differenza di Firenze, fatta di pietra, marmo e mattone.

Questo e molto altro affiora dagli scatti di Maraini, in un sorprendente gioco di specchi dove Oriente e Occidente non sono mai stai così vicini e così lontani. Satoshi Dōbara, “Patrimonio dell’Umanità nel Mondo” “Patrimonio dell’Umanità nel Mondo”, porta a Palazzo Coppini l’arte di Satoshi Dōbara, artista nato a Hiroshima nel 1959. Dopo aver studiato pittura e poi insegnato all’Università d’Arte di Kyoto, nel 1986 grazie ad una borsa di studio del Governo italiano viene in Italia e nel 1991 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove tuttora vive e lavora.

I paesaggi della Toscana ricorrono nell’opera di Satoshi Dōbara che intreccia l’arte rinascimentale alla tradizione giapponese. Dal 2002 l’artista si dedica anche alla scultura, realizzando terrecotte con la collaborazione del Maestro Mario Mariani di Impruneta. Più recenti sono invece i dipinti che hanno come soggetto vari “Patrimoni dell’Umanità nel Mondo”. Tra le sue opere più famose, un olio del 2010 intitolato “Hiroshima - Triciclo di Ernesto Yūsuke”, divenuto il simbolo delle “Special Olympics Nippon Hiroshima”.

Nell’agosto del 2012 il quadro è stato riportato su uno striscione commemorativo della bomba atomica di Hiroshima esposto sul Comune di Campi Bisenzio. Nel novembre dello stesso anno Satoshi Dōbara ha donato all’Ospedale della Croce Rossa di Hiroshima (Hiroshima Red Cross Hospital & Atomic-bomb Survivors Hospital) un quadro intitolato “Hiroshima - Triciclo di Shin-chan”. Quest’anno ha dipinto per il Comune di Campi Bisenzio l’attestato di cittadinanza italiana simbolica per le bambine e i bambini stranieri nati in Italia.

Meiko Yokoyama, “Chigiri-e, pittura di carta giapponese” I dipinti di Meiko Yokoyama, raccolti a Palazzo Coppini nella mostra “Chigiri-e, pittura di carta giapponese” custodiscono due immagini: una visibile e l’altra (a prima vista) invisibile. Un effetto reso possibile solo grazie alla trasparenza, ricca di poesia, della carta giapponese sulla quale l’artista “dipinge” senza usare il colore: la profondità dei colori viene resa grazie alla sovrapposizione di diversi strati di carta colorata.

È il principio alla base della tecnica di pittura giapponese Cighiri-e, dove la sottilissima carta Tengujō-shi viene strappata e i pezzi incollati l’uno sull’altro a creare forme e sfumature. La sottigliezza della carta permette di mantenere la purezza della trasparenza: la superficie del quadro rimane morbida, e nonostante la sovrapposizione di più strati il risultato finale è di grande delicatezza. Tradizione ma anche originalità nelle opere di Meiko Yokoama: il tocco personale dell’artista in una tecnica millenaria è dato da un particolare effetto ottenuto con la luce.

Accendendo la luce posta dietro ad ogni opera, infatti, questa si trasforma radicalmente svelando un nuovo soggetto e arricchendosi di significato. Unendo una tecnica tradizionale giapponese con strumenti e un’estetica vicini alla cultura occidentale, nascono così nuove opere d’arte, che fanno da ponte tra Oriente e Occidente.

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