Staminali, Social Network in tilt per un errore di omonimia tra Sofia e Sophia

Muore bimba in attesa di cure. La tragica notizia rimbalza sul web viziata da uno scambio di identità

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 giugno 2013 19:15
Staminali, Social Network in tilt per un errore di omonimia tra Sofia e Sophia

Muore una bambina in lista per la cura con il metodo che richiede l'uso delle cellule staminali. Simbolo di questa lotta è la piccola Sofia di Firenze apparsa più volte in tv assieme ai genitori nel programma Mediaset Le Iene. Molti quotidiani locali e nazionali rilanciano in prima pagina la morte della piccola bambina fiorentina che, lo ha confermato Caterina Ceccuti madre della bimba, negli ultimi giorni ha dato nuove speranze a tanti bimbi in attesa di una cura. Il caso di omonimia tra la Sophia di Bracciano e Sofia di Firenze innesca un equivoco sui Social Network che comporta una riflessione da parte di tutti gli utenti del web, ma una opinione in merito spetta anche a chi da anni si occupa di informazione on line. I Social Network hanno aperto una finestra del tutto nuova nell'informazione e nella caratterizzazione dell'opinione pubblica: le news on line sono state fagocitate dai nuovi sistemi di comunicazione tanto da perdere agli occhi del web i canoni di indicizzazione classici in favore di una mera teoria legata alla religione del 'mi piace'.

Una notizia è vera quanto più 'mi piace', o quanti più commenti riesce a suscitare. Si è così venuta a creare l'oggettiva necessità di verificare ogni singola fonte, di qualsiasi tono sia la notizia. Prima di 'condividere' una news ecco allora che occorre svolgere una ricerca, anche minima che confermi la prima fonte, che metta in risalto maggiori aspetti, dettagli della velina ricevuta a mezzo di un post che consente solo pochi caratteri e spesso si esaurisce in una parola chiave. Nel caso in specie si rischia, come è accaduto purtroppo, di scivolare nel grottesco tanto da trovarsi davanti a correzioni, ritrattamenti, errori che nella tragicità della notizia sono apparsi addirittura spiacevoli.

La morte di una bambina lascia sgomenti, un tempo si sarebbe fatto appello al silenzio, ma in questo caso la reazione è stata quella della "Vergogna". Al tempo di internet il silenzio non esiste più: è un immagine è un commento è una sigla perché il silenzio è uguale all'assenza. Vergogna è stata espressa per un sistema sanitario che si è trovato ancora una volta in lotta con l'opinione pubblica, riprova ne sono le migliaia di firme raccolte anche a Firenze e sostenute da vip, personaggi del mondo dello spettacolo, della musica, della cultura per consentire lo sviluppo di un metodo sperimentale in particolare che potesse dare maggiori speranze e dare vigore al tanto dibattuto tema della "ricerca".

Una ricerca che spesso sbanda e si arresta davanti ad altri credi. Sophia Maria Pirisi è morta il 2 giugno, Davide Vannoni, presidente della Stamina Foundation lo ha reso noto oggi 5 giugno ad una agenzia di stampa sottolineando la necessità di procedure più snelle in casi dove il tempo è il primo avversario dei malati. I genitori della bambina avevano vinto il ricorso dal giudice, ma la piccola non ha avuto il tempo di iniziare le cure. Sophia Maria aveva soltanto sei mesi e la rabbia del padre è enorme, si dice pronto a fare causa al Ministero affinché ciò che è accaduto non si ripeta.

Caterina, madre di Sofia scrive su Facebook: "Carissimi amici, io e Guido ci stringiamo con tutto il cuore attorno alla famiglia della piccola Maria Sophia di Civitavecchia che purtroppo non ha fatto in tempo ad accedere alle cure per le quali tutti lottiamo tenacemente. Un dolore così grande deve trasformarsi in un incentivo per tutti coloro che hanno possibilità decisionali a regolamentare una situazione insostenibile e ingiusta per tante, troppe, famiglie con malati gravi" AL In foto il fermo immagine di due commenti tratti da Facebook e rivolti ai genitori della Sofia di Firenze

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