Dirottati su Firenze i soldi della Torino-Lione, finanzieranno il Nuovo Teatro

Otto dei 10 milioni promessi dallo Stato ai comuni della Val di Susa come "compensazioni" per i lavori dell'alta velocità saranno utilizzati per il nuovo Auditorium alle Cascine. Polemica in Val di Susa.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 maggio 2013 14:39
Dirottati su Firenze i soldi della Torino-Lione, finanzieranno il Nuovo Teatro

La decisione è stata presa del tutto inaspettatamente dal Cipe, tanto da parlare addirittura di un “Blitz”: 8 dei 10 milioni stanziati come compensazione per l’opera della Tav che interesserà il tratto della Torino-Lione e che sarebbero serviti a finanziare strade e opere di riqualificazione nei comuni interessati dal passaggio dell’altà velocità, sono stati dirottati su Firenze. Serviranno a finanziare l’Auditorium del Nuovo Teatro del Maggio che si trova nel Parco delle Cascine, una battaglia questa dei finanziamenti per il Nuovo Teatro dell’Opera molto cara al sindaco Matteo Renzi, che gli costò la famosa cena ad Arcore con relative polemiche e altri viaggi a Roma, più o meno infruttuosi compreso l’incontro seguito da un secco rifiuto dell’allora Ministro della Coesione Territoriale Fabrizio Barca, i cui rapporti con il sindaco si sono disgelati solo ieri.

Il sito dei No Tav (No Tav.info) apre sarcasticamente con un necrologio, il defunto compianto: COMPENSAZIONI TAV “mancato all’affetto dei suoi cari”. I benefici per il territorio della Val di Susa si riducono così a soli 2 milioni, almeno per il momento, verranno forse rimessi a disposizione dei comuni della Valle nel 2016.

Un contraccolpo durissimo ora per i Si Tav che su quei fondi (10 milioni dallo Stato più 20 milioni dalla Regione) avevano già programmato cantieri e lavori di rimessa in sicurezza del territorio e quindi promesso nuova occupazione; tutto rimandato per almeno 3 anni. Una vittoria del sindaco Pd Matteo Renzi per la sua Firenze e che vede sul fronte opposto il collega di partito e senatore Stefano Esposito che non esita a chiamare l’operazione di congelamento del Cipe per impulso del Ministero dei Beni Culturali guidato da Massimo Bray, un colpo di mano “avvenuto nel più assoluto silenzio, senza informare il Governo, il Commissario Virano, gli enti locali interessati e neppure il Parlamento.

La prossima mossa ora sarà chiedere l’intervento del ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi. Con le spaccature il Pd ha una certa dimestichezza, e certo la faccenda Tav non è stata da meno. Già durante la campagna elettorale per le Primarie era stato piuttosto duro lo scontro tra Esposito e Renzi proprio a proposito delle “reticenze” del rottamatore sulla Grande Opera, dalla sua bocca non venne mai fuori la parola “strategica”, solo una presa di posizione a favore dei militari colpiti dai manifestanti No Tav: “ Io sono dalla parte dei militari che vengono presi a sassate e guadagnano 1.300 euro al mese.

Detto questo, se non si può tornare indietro, si faccia. Potessimo ripartire da zero, metterei quei soldi sull’edilizia scolastica”. La replica di Esposito fu durissima: “Spiace ascoltare da te parole ambigue, giusto difendere le forze dell’ordine, ma bisogna condannare con fermezza i violenti e ti do un consiglio; chiedi ad un tuo sostenitore come Chiamparino di raccontarti cosa significa la Tav per l’Italia che vorresti governare, così magari la prossima volta eviti di sembrare uno dei tanti politici che alla ricerca del facile consenso, danno un colpo al cerchio e uno alla botte”. Filomena D'Amico

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