Quirinale: col Flop Marini la Toscana volta le spalle a Bersani?

Il PD (o Renzi) deve avanzare una proposta in cui tutto il partito si riconosca e si unisca. La parlamentare Susanna Cenni spiega le ragioni del mancato appoggio alla scelta della segreteria. Mugnaioli: “Tornate indietro e chiedete scusa ai cittadini”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 aprile 2013 21:38
Quirinale: col Flop Marini la Toscana volta le spalle a Bersani?

Mentre Grillo grida "Arrendetevi", Alfano invita il Pd: ''Troviamo soluzione''. Ma il Parlamento riunito in seduta comune per eleggere il nuovo capo dello Stato non trova convergenze nemmeno nella seconda votazione odierna. "Adesso il PD deve avanzare una proposta sulla quale tutto il partito si riconosca e si unisca, anche prevedendo un coinvolgimento democratico del Gruppo. In una fase così complessa l'Italia ha bisogno di un Presidente della Repubblica che sia una figura di riconosciuta autorevolezza e senso dello Stato, che sappia parlare a tutto il Paese".

Cosi il segretario del PD toscano e deputato Andrea Manciulli dopo l'esito delle due votazioni odierne per il nuovo Presidente della Repubblica. Dopo l'incontro di ieri a Empoli, stasera a Castelfiorentino, davanti all'obelisco del Teatro del Popolo, per sostenere l'elezione del presidente del cambiamento e dire no a inciuci e nomi della vecchia nomenclatura, SEL della Valdelsa ha organizzato la mobilitazione per Rodotà. “Non ho votato Franco Marini perché non rappresenta quel cambiamento che ci chiede con forza il Paese”.

Sono queste le parole di Federico Gelli deputato renziano del PD in merito alla sua decisione di non votare la candidatura di Franco Marini alla Presidenza della Repubblica. “Non è in discussione il valore della persona – ha aggiunto – ma è stato tutto sbagliato. Dal fatto di candidare alla carica più alta dello Stato chi alle ultime elezioni politiche non è riuscito ad avere il consenso dei suoi elettori, al gravissimo errore politico di condividere la sua candidatura prima con il Pdl prima che nel nostro partito.

Una decisione verticistica che ha avuto l’unico risultato di dividerci nel modo drammatico che abbiamo visto al teatro Capranica. Cosi' come ieri sera – ha sottolineato Gelli – siamo disponibili a parlare e discutere per una proposta che riunisca il partito e possibilmente la coalizione, puntando su una personalità di grande valore riconosciuta anche a livello internazionale”. “La scelta del Presidente della Repubblica deve necessariamente avvenire guardando al Paese. Dopo Napolitano non sarà facile per nessuno, ma chi salirà al Quirinale dovrà tentare di far nascere un Governo.

Un Governo di cui questo Paese ha un bisogno disperato, oppure sciogliere le Camere. Continuo a sperare che possa nascere un Governo, ma non un Governo qualsiasi. È evidente che non si può guardare al nome del Presidente come al leader del centrosinistra, ma è anche altrettanto evidente che lo stesso non può nascere da una mancata condivisione dentro alla nostra coalizione. Ecco perché al primo scrutinio ho votato scheda bianca. Sono ore difficili, ma non si può smarrire la barra che guarda al Paese e al bisogno di mettere in campo sia l'autorevolezza che il cambiamento”.

Con queste parole Susanna Cenni, parlamentare senese del Partito democratico, commenta le prime ore dedicate alla votazione per il presidente della Repubblica. “La discussione di ieri sera dell’assemblea dei deputati e dei senatori – continua Cenni – è stata tesa ed animata. Bersani ha relazionato alla coalizione sui risultati de lavoro di confronto con le altre forze politiche teso a verificare la dimensione del consenso su varie ipotesi di candidatura. La persona che ha raccolto il maggior consenso è stato Franco Marini, già presidente del Senato durante l'ultimo governo Prodi.

Non posso criticare il puntuale lavoro di Bersani, del resto questo era il mandato che la direzione nazionale, di cui io non faccio parte, gli aveva consegnato all'unanimità. Il punto è, però, che su tale ipotesi forze della nostra coalizione hanno manifestato forti differenze, così come posizioni molto diverse sono emerse dentro allo stesso gruppo Pd. Credo che Marini, la cui storia e autorevolezza sono indiscutibili, come altre candidature, abbia i requisiti e le caratteristiche per poter fare il Presidente, e ritengo che i veti vadano sempre respinti, ma è anche doveroso avere la capacità di discutere liberamente, di ascoltarsi, e di ascoltare.

Ci sono state obiezioni, richieste di tempo per cercare una condivisione più ampia nel centrosinistra e una valutazione dei segnali che giungevano dai nostri circoli, dai territori”. “Non è stato possibile rinviare, si è chiesto un voto e quindi ho votato contro alla proposta di Franco Marini – precisa Susanna Cenni - perché ho visto come perdente una strada che inizia con una coalizione di centrosinistra divisa, ma ha contato molto per me la voce che è giunta dal mio territorio, quello che mi ha sostenuta nelle primarie, che ha creduto in me.

Segnali molto forti che non potevo non ascoltare. Un voto contrario in assemblea, assieme ad altri 90 colleghi, e una scheda bianca questa mattina. Scelte sofferte, non banali, non a cuor leggero per me e la mia storia. Stimo Bersani e rispetto il lavoro che ha svolto in queste settimane, ma in un momento cosi drammatico allargare la condivisione sul capo dello Stato è rilevante quanto ritrovare una sintonia grande con i cittadini, come avvenuto con le Presidenze di Camera e Senato. Siamo qui per rappresentare il popolo italiano, abbiamo il dovere di guardare all'interesse del Paese e di comportarci con trasparenza, rendere conto.

È per questo che con coscienza, ma anche con una grande preoccupazione su quello che accadrà nelle prossime ore, ho deciso di lasciare bianca la scheda, così come hanno fatto molti altri colleghi. Adesso spero in un sollecito lavoro per una proposta condivisa prima di tutto dal centrosinistra che possa essere sostenuta anche da altre forze politiche. spero che domani dal quarto scrutinio si possa compiere un significativo passo avanti . Ne abbiamo un grande e urgente bisogno”. “Il risultato della prima votazione per il Presidente dimostra chiaramente che è necessaria una riflessione su quelle che vogliono essere le aspirazioni del Partito Democratico.

La proposta della segreteria non riceve il consenso necessario, e oltre non essere condivisa dalla maggioranza di centrosinistra, non lo è neppure dalle forze minori. Sul nome di Marini non sono in discussione le qualità umane e le capacità politiche mostrate nel corso della sua storia, ma ritengo che la richiesta di rinnovamento che ci arriva forte dal Paese, vada nella direzione opposta rispetto alla sua candidatura”. Dopo la fumata nera su Franco Marini, Luigi Dallai, parlamentare del Pd alla Camera, commenta il risultato della prima votazione per il presidente della Repubblica.

Il parlamentare senese per le prossime votazione auspica che per la scelta del candidato al Quirinale: “Si possa cercare e raggiungere un rapporto di condivisione profonda tra tutte le forze del centrosinistra, come fu per la scelta di Ciampi, in modo da individuare la una personalità competente e stimata che sia di garanzia per l’equilibrio e l’innovazione del Paese”. “La scelta sull'indicazione del nuovo Presidente della Repubblica, sia nel merito che nel metodo, sta suscitando forti perplessità e una determinata contrarietà da tantissimi nostri iscritti ed elettori.

Anche il sottoscritto non condivide come è maturata questa scelta: si rinuncia a tenere insieme il fronte del cambiamento in Parlamento per dare un segnale chiaro al Paese, cosa che peraltro, per come si sono sviluppate nelle ultime ore le cose, è realmente possibile”. Inizia così la lettera che il segretario provinciale Pd Siena, Niccolò Guicciardini, ha inviato al segretario nazionale Pd, Pierluigi Bersani, in merito alla decisione assunta a maggioranza dall’assemblea dei democratici di appoggiare la scelta dell’ex presidente del Senato, Franco Marini per il Quirinale.

“Penso – si legge ancora nella lettera - che questa scelta danneggerà fortemente il Pd, in quanto non risponde a quell'esigenza di innovazione che anche tu stesso ti sei impegnato a portare avanti, ad esempio, con la proposta degli otto punti e con le proposte per i Presidenti delle due Camere. In queste ore sto ricevendo innumerevoli chiamate, messaggi, e-mail della 'nostra' gente, di un popolo incredulo e direi quasi spaventato da questa scelta. Da persone che ogni giorno mettono la faccia per il nostro partito nel loro quartiere o nella loro frazione, nel loro luogo di lavoro o nell'amministrazione e che non sono disposti a tollerare questo passaggio.

Tante le chiamate e le e-mail di nostri elettori delusi, arrabbiati. Io stesso non ti nascondo, in tutta sincerità, il mio profondissimo disagio e la mia contrarietà su questo passaggio. “Ci sono ancora – conclude Guicciardini nella lettera - i margini temporali per trovare una sintesi nel nostro partito e nella coalizione, per dare un forte segnale che noi non scherziamo e che abbiamo il coraggio di scommettere sul futuro. L'elezione di un Presidente della Repubblica, in una fase così difficile e di sfiducia nelle istituzioni, richiede un forte sostegno popolare, altrimenti rischiamo di minare una delle poche istituzioni che ancora gode di un margine di fiducia nel Paese”. “Quello che sta accadendo in queste ore a Roma è incomprensibile per il Paese e mina la credibilità del nostro partito di fronte all’opinione pubblica.

In un momento difficilissimo per i cittadini, era fondamentale che la politica rispondesse dando un segnale forte di speranza, di cambiamento e di responsabilità, individuando per la Presidenza della Repubblica un nome forte, di grande spessore e in grado di unire tutto il centrosinistra. E’ stata scelta la strada opposta: quella dei vecchi metodi, degli accordicchi sotto banco e della scheda bianca a oltranza”. E’ questo il cuore della lettera inviata da Alessandro Mugnaioli, candidato alle primarie a Pierluigi Bersani, segretario provinciale del Pd.

“Ti scrivo questa mia lettera – scrive Mugnaioli - tra un incontro e l’altro, in vista delle primarie del Pd per la scelta del candidato sindaco di Siena. In questi giorni ho avuto modo di incontrare tanti cittadini, imprenditori, pensionati e tanti giovani preoccupati per il loro futuro e per le pesanti ricadute che questa crisi e questa incertezza istituzionale stanno avendo sulle loro vite. E’ pensando a ognuno di loro che ho deciso di scriverti. Io credo nel valore della politica, ma non mi posso riconoscere in questa politica”.

L’abbraccio “mortale” tra te e Angelino Alfano. “Sabato 20 aprile a Siena – conclude Mugnaioli nella lettera - ci saranno le primarie, un appuntamento importante di partecipazione che cade in un momento difficilissimo per la nostra città. Ci sono tante persone che da mesi stanno lavorando, mettendoci faccia e cuore, per tentare di riavvicinare i cittadini alla politica e dimostrare che il bene comune viene prima di tutto. Sto raccogliendo in queste ore la loro amarezza, il loro sconforto e il loro disagio guardando l’immagine dell’abbraccio “mortale” tra te e Angelino Alfano.

Tornate indietro, chiedete scusa e dimostrate di essere una classe dirigente che punta all’interesse generale e non alla propria conservazione, scegliendo un Presidente che riconcili i cittadini con le istituzioni e la politica”.

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