Apre a San Casciano uno sportello di aiuto alle donne maltrattate

Il primo del Chianti, il servizio è gratuito e aperto a tutte le donne in difficoltà

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 marzo 2013 15:31
Apre a San Casciano uno sportello di aiuto alle donne maltrattate

SAN CASCIANO IN VAL DI PESA, 26 marzo 2013. E’ l’espressione ideata dall’assessore alle Pari Opportunità Veronica Cei, in occasione della attivazione del progetto che mira a contrastare la violenza domestica; in realtà vuole essere un appello a nome di tutte le donne rivolto ai mariti, ai partner, agli uomini. “Trattami come un fiore” sigla l’apertura del primo sportello del Chianti destinato ad accogliere richieste di aiuto da parte di donne che subiscono violenza nel loro contesto familiare.

Un progetto condiviso e sostenuto dalla Società della Salute Sud est fiorentino nell’ambito di un progetto della Regione Toscana in collaborazione con il Comune di San Casciano e l’associazione Artemisia. Lo sportello, aperto in alcuni locali messi a disposizione dal Comune, sarà attivo una volta alla settimana e sarà condotto da operatori formati nella valutazione di forme di violenze domestiche. Ci sono donne che tutti i giorni subiscono violenza fisica e psicologica da parte dei loro partner e non hanno il coraggio di denunciare i maltrattamenti alle forze dell’ordine.

Donne offese, insultate, sfruttate, minacciate che nella maggior parte dei casi sono madri di famiglia e la violenza manifestata in varie forme, si riflette come uno specchio ineludibile, sui figli con gli stessi effetti delle vittime dirette. Aggressività e denigrazione tra le mura domestiche costituiscono un fenomeno in sensibile crescita che il Chianti, per quanto riguarda il 2012, registra con una quarantina di casi. Punte di iceberg di un grave disagio che le donne, esasperate, manifestano rivolgendosi agli operatori e agli psicologi di Artemisia dopo aver subito violenza per un lasso di tempo non inferiore ai 7 e ai 10 anni.

“Le donne del Chianti interessate dal problema di cui siamo a conoscenza – spiega la psicologa Stefania Zurli - sono prevalentemente italiane; solo il trenta per cento è di origine straniera, la fascia di età più alta è quella che oscilla tra i 40 e i 49 anni e la tipologia di violenza più ricorrente è quella fisica e psicologica”. E’ il quadro che emerge da un’analisi condotta dall’associazione e che ha portato alla decisione di aprire uno sportello nel Chianti, a San Casciano, al quale potranno rivolersi le donne che risiedono nei Comuni di Barberino Val d’Elsa, Bagno a Ripoli, Greve in Chianti, Impruneta, San Casciano e Tavarnelle Val di Pesa.

Dei casi più frequenti e delle forme di violenza in aumento nel territorio si è parlato a San Casciano in un incontro aperto al pubblico con l’assessore Cei, la psicologa Zurli, alcuni rappresentanti di Cgil –Spi e Cisl- Fnpi e le assistenti sociali del Comune di San Casciano. “I casi rilevati nel Chianti - aggiunge Stefania Zurli - ed in particolar modo a San Casciano e a Bagno a Ripoli, denotano situazioni di violenza fisica e psicologica che implicano violenza economica e sessuale: ci sono casi di donne cui i rispettivi mariti e conviventi, autori dei gesti aggressivi, non permettono di lavorare, altre che non possono accedere alle risorse economiche della famiglia; in altre situazioni sono i mariti che sfruttano il reddito delle mogli, le uniche a sostenere la famiglia, per addebitare finanziamenti di vario genere; altro ramo complesso è quello fisico che si manifesta con atti di aggressività e violenza sessuale che la donna vive come una costrizione, come la visione di materiale pornografico o particolari prestazioni sessuali”.

“Lo sportello mira a rispondere ad una necessità effettiva – dichiara l’assessore Cei - a San Casciano le donne che nel 2012 hanno subito violenza domestica sono 10; secondo la fotografia rilevata dall’associazione le richieste di aiuto hanno messo in evidenza casi di violenza economica e assistita”. In tutto il Chianti sono 40 i minori coinvolti in casi di violenza assistita, ovvero donne che subiscono violenza in presenza dei figli. Chi intende rivolgersi allo sportello deve contattare l’associazione Artemisia al numero: 055 602311.

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