Addio a Don Renzo Rossi, il prete dei poveri

In gioventù fu amico di Don Milani; tra le sue esperienze a servizio dei più deboli la sua lunga permanenza in Brasile con la missione fiorentina a Salvador de Bahia. Mercoledì i funerali a San Lorenzo.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 marzo 2013 18:51
Addio a Don Renzo Rossi, il prete dei poveri

Oggi pomeriggio il sindaco Matteo Renzi ha commemorato in Consiglio comunale don Renzo Rossi, morto questa mattina a Firenze. Don Renzo, uno dei sacerdoti più conosciuti della diocesi, il “prete dei poveri”, una persona che ha dedicato la sua vita alla relazione con l’altro e fiorino d’oro della città, era nato a Firenze nel 1925. In seminario conobbe don Lorenzo Milani di cui divenne amico. “Oggi la città saluta don Renzo Rossi - ha detto il sindaco - e piange un grande fiorentino, che ha caratterizzato la sua vita con l’entusiasmo, l’allegria e la bellezza di un uomo capace di amare”.

“Don Renzo, protagonista della storia del Novecento cattolico e del Novecento di Firenze - ha continuato Renzi -, era un cittadino del mondo, una persona capace di curiosità, non solo perché aveva vissuto tanti anni all’estero come missionario, ma anche perché aveva il desiderio di andare a scoprire terre nuove e di tornare a vedere le terre che aveva conosciuto”. Dopo una lunga esperienza a fianco degli operai nelle fabbriche della città, tra gli anni ‘60 e ‘70, don Renzo Rossi chiese e ottenne di aprire la missione fiorentina a Salvador de Bahia, in Brasile, di cui é cittadino onorario.

Per quasi 20 anni fece servizio nel paese sudamericano dedicandosi in particolare al servizio nelle carceri, primo sacerdote ad entrare nelle celle brasiliane, soprattutto a fianco dei detenuti politici. Tornato in Italia visse per brevi periodi anche in Africa, in Asia, in India, “tra i poveri, accanto a loro”, diceva sempre quando raccontava la sua vita ai giovani. “Don Renzo usava tante espressioni dello slang fiorentino, ma oggi lo ricordiamo con una parola brasiliana, ‘saudade’ - ha proseguito il sindaco -.

Abbiamo nel cuore già la nostalgia di ciò che Renzo è stato per molti di noi, credenti e non credenti”. Nel suo commosso ricordo, il sindaco ha menzionato anche alcuni episodi che hanno contrassegnato la vita di don Renzo e ha parlato della sua grande passione per il Maggio musicale fiorentino, rammentando quando don Renzo chiese due biglietti per il concerto dedicato a Mozart dicendo che ne voleva due perché non sapeva se in Paradiso c’era Mozart. Il sindaco ha anche ricordato che don Renzo è stato “il primo creatore di un rapporto con Bahia da cui è nato un gemellaggio e l’esperienza straordinaria di Esmeralda”.

“Ci mancherà molto - ha concluso Renzi - lo ricorderemo nei prossimi mesi con alcune persone che gli hanno voluto particolarmente bene”. Il Consiglio comunale ha ricordato, infine, don Renzo Rossi con un minuto di silenzio. Grande commozione anche da parte del presidente della Regione Enrico Rossi alla notizia della scomparsa di don Renzo Rossi. “Ci lascia un personaggio straordinario – ha detto il presidente – uno dei sacerdoti più conosciuti della diocesi fiorentina.

Di lui ricorderò sempre la grande disponibilità verso tutti, l’umanità e la schiettezza e soprattutto la voglia di mettersi continuamente in gioco per dare una mano alle persone più bisognose”. Unanime e trasversale il messaggio di cordoglio per la morte del parroco fiorentino che da qualche anno non aveva più una parrocchia senza per questo aver smesso di servire la diocesi. “Con la scomparsa di don Renzo Rossi, Firenze e la Toscana perdono un uomo di chiesa che sapeva guardare con ironia e profondità alle vicende umane e politiche” scrive Andrea Barducci, Presidente della Provincia di Firenze nel suo telegramma di condoglianze. “Un uomo dalla vitalità instancabile, di esempio per il suo modo di affrontare situazioni di frontiera di estrema difficoltà.

Fedele alla sua chiamata, si è sempre impegnato nella costruzione di un futuro per ‘gli ultimi’ sia a livello materiale che spirituale. Un grande uomo che Firenze, la Toscana e migliaia di persone nel mondo ricorderanno con infinito affetto”. La scomparsa di don Renzo Rossi "ci commuove e ci responsabilizza" scrive il Presidente del Consiglio provinciale di Firenze Piero Giunti ricorda di don Renzo "lo spessore umano e sacerdotale, la tempra del missionario che non rinuncia al sogno del Vangelo.

E' una figura di cui essere orgogliosi non solo per celebrarla, ma per imitarne lo slancio fedele verso i poveri di mezzi e di democrazia. Il suo impegno in Brasile è solo un aspetto, certo grande, della sua personalità così ricca di fede e di amicizia, come quella con don Lorenzo Milani". “Un uomo dalla vitalità instancabile, di esempio per il suo modo di affrontare situazioni di frontiera di estrema difficoltà. Fedele alla sua chiamata, si è sempre impegnato nella costruzione di un futuro per ‘gli ultimi’ sia a livello materiale che spirituale.

Un grande uomo che Firenze, la Toscana e migliaia di persone nel mondo ricorderanno con infinito affetto”.Con Don Renzo scompare una figura di grande rilievo della Chiesa fiorentina. La Chiesa missionaria –Don Renzo fu il primo sacerdote inviato dalla Diocesi di Firenze inviato a Salvador de Bahia in Brasile-, la Chiesa popolare –Don Renzo con il suo entusiasmo e la sua schiettezza sapeva testimoniare la bellezza dell’incontro con Cristo-, la Chiesa fedele al Suo Fondatore –Don Renzo è sempre rimasto fedele servitore del Vangelo-.

Lo ricordiamo con gratitudine, per l’esempio che ci ha dato, e per la testimonianza di amore verso gli ultimi che ha offerto alla comunità cristiana fiorentina. Marco Carraresi “La scomparsa di don Renzo Rossi mi colpisce e mi rattrista in primo luogo sul piano umano – afferma l’assessore regionale Vittorio Bugli in occasione del lutto che ha colpito la Diocesi fiorentina– e poi come come politico e amministratore proveniente dall’Empolese. Don Rossi è stato a lungo parroco di Montelupo Fiorentino, tanto da esserne nominato cittadino onorario.

E anche svolgendo questo ruolo, non ha mancato di lasciare il ricordo della sua opera, sempre al servizio dei bisognosi e vicina alle necessità di chi lavora e si guadagna duramente di che vivere”. “L’amicizia con don Milani, il comune sentire a favore dei poveri che sembra ritornare oggi con tanta forza nelle azioni e nelle parole di Papa Francesco – aggiunge Bugli – lo hanno spinto tutta la vita a testimoniare un senso religioso fuori da ogni aspetto formale, e teso al contrario verso una costante azione di testimonianza”. «Se ne va un grande uomo – dicono i consiglieri Antonio Gambetta Vianna e Gian Luca Lazzeri di ''Più Toscana''–, un sacerdote modello e un vero cittadino del mondo al quale va tutta la nostra ammirazione per la sua scelta di stare sempre vicino agli umili e agli emarginati, con i quali ha speso buona parte della sua vita.

Un uomo dall’animo puro e dolcemente testardo che oggi piangiamo insieme a quanti hanno avuto la fortuna di incontrarlo durante il suo cammino». " La scomparsa di don Renzo Rossi lascia la Toscana, non solo la comunità cattolica, più povera - scrive la Cgil - che ricordare un episodio "lontano, ma che ha segnato la storia economica e sociale di Firenze e della Toscana della seconda metà del novecento, il ruolo svolto da don Renzo nella crisi della Galileo. Non fu certo un caso che a lui, in prima istanza, si rivolsero gli operai di quella fabbrica.

La Cgil eprime profondo cordoglio per la morte di Don Renzo instancabile servitore degli ultimi". I funerali di don Renzo Rossi si terranno mercoledì alle 10 nella Basilica di San Lorenzo.

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