Pioggia e danni: dal disastro allo spettacolo naturale

Le piogge intense e abbondanti dei giorni scorsi hanno prodotto una piena spettacolare del Padule, come non se ne vedevano da anni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 marzo 2013 15:11
Pioggia e danni: dal disastro allo spettacolo naturale

Le piogge eccezionali che si sono verificate nei giorni scorsi su tutto il territorio casentinese, in concomitanza con lo scioglimento della neve, hanno generato nei corsi d’acqua portate di piena molto importanti con straripamenti dell’Arno alle Tombe, alle Chiane, Fontedonica e a sud di Rassina. Nel complesso il reticolo dei fiumi ha retto il forte impatto ad eccezione di alcuni torrenti minori localizzati nel fondovalle a Campaldino e a Salutio. Alla pioggia si è aggiunto anche il forte vento che ha causato lo sradicamento di piante di alto fusto che, per la loro rimozione e allontanamento, hanno richiesto l’intervento urgente anche delle squadre di operai forestali dell’Unione dei Comuni.

Inoltre si sono verificati una serie di movimenti franosi e smottamenti per i quali l’Unione dei Comuni è intervenuta con il proprio servizio di Protezione Civile e di Bonifica montana per la messa in sicurezza a Larniano e Asqua nel comune di Poppi. Sono in corso, da parte del personale tecnico dell’Unione, ulteriori verifiche su tutto il territorio per definire un programma d’interventi. Tutto questo è reso possibile grazie all’intervento costante e capillare svolto dal servizio di bonifica e difesa del suolo dell’Unione che da anni investe proprio nella ripulitura e sistemazione dei corsi d’acqua.

Ogni anno infatti l’ente incassa dai cittadini per le competenze di bonifica circa 1 milione e 100 mila euro, il 60% viene utilizzato per la manutenzione ordinaria, mentre la restante parte per la gestione del servizio. A queste risorse si aggiungono i fondi provenienti dalla Regione e dalla Protezione Civile per gli interventi di manutenzione straordinaria. Le piogge intense e abbondanti dei giorni scorsi hanno prodotto una piena spettacolare del Padule, come non se ne vedevano da anni. La Vetricina, il Rinchiusone, il Piaggione, ed ancora le colmate di Stabbia e i Prati di Cavallaia sono tutte aree di bonifica asciutte per buona parte dell’anno e coltivate, che la palude in questi giorni si è ripresa indietro. Sembra impossibile di fronte a un simile scenario, ma un anno fa in questi stessi giorni il Padule era quasi completamente asciutto, solo le aree aperte della riserva naturale “chiareggiavano”, e da oltre due mesi vigili del fuoco e uomini del Corpo Forestale combattevano una guerra impari contro gli incendi appiccati da criminali, che divoravano i canneti lasciandosi alle spalle un deserto di cenere.

D’altra parte è così, con una sempre maggiore frequenza dei fenomeni estremi, che i cambiamenti in atto del clima si manifestano nelle regioni temperate. Molte delle tradizionali vie di accesso risultano inghiottite dalle acque, che non consentono di raggiungere alcune delle mete abituali per l’osservazione degli uccelli acquatici, come l’ex Casotto del Biagiotti, oggi osservatorio faunistico della riserva naturale. Tuttavia anche gli uccelli acquatici, che (salvo poche eccezioni) rifuggono le acque molto profonde, sono abbondanti nelle aree periferiche, dove si possono apprezzare anche specie rare come la Spatola, il Mignattaio, la Gru, la Volpoca e tanti limicoli, come Pittime, Combattenti, Cavalieri d’Italia ecc.

E’ il fenomeno della migrazione che ogni anno si rinnova, da tempi antichissimi, a regalarci tante presenze e a vestire la palude di colori e suoni primaverili. Il padule è un bene da custodire con cura. Oltre al fascino del suo mutevole paesaggio e dei suoi ospiti alati, esso, non dimentichiamolo, comportandosi da grande cassa di espansione naturale delle acque, salva dall’inondazione i centri abitati della bassa Valdinievole. La piena mette però in risalto anche un altro grave problema, quello dei rifiuti solidi (e della plastica in particolare) trasportati dalle acque.

Secondo l’unione Europea metà della plastica prodotta nel vecchio continente finisce in mare, dove, oltre a causare direttamente la morte di migliaia di capodogli e tartarughe marine (che la ingeriscono scambiandola per loro prede), si frantuma in microgranuli ed entra nelle catene alimentari, contaminando la fauna ittica. Una catastrofe di dimensioni planetarie che nel suo piccolo vede anche l‘impegno del Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio: gran parte degli oggetti di plastica colorata che galleggiano lungo le rive dei canali sono la versione moderna dei manufatti che gli artigiani locali realizzavano con il “sarello”, la” sala”, la “gaggìa”, e mantenere viva l’arte della lavorazione delle erbe palustri è anche un modo per ricordare che non sempre modernità è sinonimo di progresso. Ma soprattutto il Centro, che ha segnalato ai Comuni decine di discariche abusive, sta organizzando attività di volontariato per ripulire dai rifiuti le aree di maggiore accumulo; piccole azioni, rispetto alla grande massa dei rifiuti portati dalla corrente, ma molto importanti per l'ambiente e per tutti coloro che nei prossimi mesi visiteranno il nostro Padule. Chi volesse dedicare un po' di tempo a queste attività di volontariato può manifestare la propria disponibilità inviando un messaggio a fucecchio@zoneumidetoscane.it o telefonando al numero 328/9291177. Si allegano alcune immagini scattate in questi giorni, autorizzandone la pubblicazione a corredo del comunicato.

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