Servizio sanitario in crisi: ticket e ritardi, mentre scoppia il 'caso Trans'

Fratelli d’Italia: “240mila euro per chi vuole cambiare sesso, mentre chi ha un tumore paga la tassa sulla Tac”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 marzo 2013 15:44
Servizio sanitario in crisi: ticket e ritardi, mentre scoppia il 'caso Trans'

“Circa 240mila euro per aprire un consultorio esclusivamente dedicato ai transgender. Tanto investe la Regione Toscana, mentre i bilanci delle Asl sembrano un groviera, chiudono gli ospedali, aumentano le liste d’attesa e si mantiene l’odioso balzello dei 10 euro per la digitalizzazione sugli esami diagnostici”. E’ quanto dichiarano i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli (capogruppo) e Paolo Marcheschi, insieme a Marina Staccioli del Gruppo Misto. “Durante l'ultima riunione di Giunta del 4 marzo – racconta Donzelli - Enrico Rossi e il resto della Giunta hanno approvato la delibera di Giunta 153 avente per oggetto: Progetto Consultorio transgenere 2013-2015.

Approvazione e assegnazione risorse all'azienda USL 12 di Viareggio”. “Nella delibera – aggiunge - si spiega che l'iniziativa, gestita da una associazione di transgender in collaborazione con le strutture della Asl, mira all'accompagnamento del paziente al percorso chirurgico con supporto costante nella fase di pre-ospedalizzazione e nella degenza post-operatoria con accoglienza, consulenze di psicologia, psicoterapia e psichiatria, consulenza legale e attività di gruppo auto e mutuo aiuto, oltre ovviamente alle solite cosiddette Attività di informazione nelle scuole”. “Nessuno invochi l'omofobia o la discriminazione di genere in difesa di questo ridicolo e dispendioso progetto.

Ciascuno è libero di vivere la propria sessualità come crede – sottolineano i consiglieri - ma i costi del supporto psicologico per i trans che si devono operare non possono ricadere sulle spalle dei malati oncologici che continuano a pagare dieci euro per ogni Tac e sulla collettività in genere". “I Trans facciano la vita che vogliono, ma a spese proprie - concludono Donzelli, Marcheschi e Staccioli - anche perché nessuno vieta loro di rivolgersi ai consultori generalisti presenti sul territorio.

Paradossalmente questa è una iniziativa discriminatoria che divide i cittadini davanti all'assistenza sanitaria in base all'orientamento sessuale”. Dichiarazione dei Consiglieri regionali del Pdl Alberto Magnolfi (capogruppo) e Stefano Mugnai (Vicepresidente Commissione sanità), Jacopo Ferri (ex Presidente Comm. d’inchiesta sulla Asl 1 di Massa) «Da giorni assistiamo a un balletto di notizie che da un lato vedono come debolissima la posizione di Luigi Marroni in giunta, dall’altro certificano il moltiplicarsi dell’attività giudiziaria sui conti delle Aziende sanitarie toscane che avrebbero dovuto essere il fiore all’occhiello di un sistema sanitario il cui crollo è ormai conclamato, e non certo solo per nostra parola». «Per questo come Pdl intendiamo avanzare con urgenza la richiesta che l’assessore al diritto alla salute venga davanti al Consiglio regionale ad esporre una comunicazione organica che rappresenti in qualche misura il seguito ideale di quella presentata in occasione del Consiglio regionale straordinario sulla sanità del 1 giugno scorso.

Da allora, infatti, nessuno di quei propositi si è sviluppato in azioni concrete. Non solo: la nostra mozione che conteneva nove punti per una seria riforma del sistema sanitario, quella che la maggioranza ci aveva chiesto di portare in Commissione sanità come inizio di un percorso di revisione del comparto, è rimasta ferma nei cassetti. In questo panorama di ritardi e mancanza di certezze anche politiche, si continua ad assistere ad una involuzione burocratica preoccupante». «Serve, oggi più che mai, una nuova comunicazione con cui la giunta regionale deve fare il punto della situazione dicendo la verità sul reale stato delle cose a partire dallo stato contabilità investita dalle inchieste, fino ad arrivare alla illustrazione delle effettive intenzioni di riforma ma, soprattutto, di ciò che eventualmente è stato fatto da giugno ad oggi.

Iniziando ad estendere il ragionamento, sarebbe ora, alla possibilità di un ripensamento del sistema del welfare toscano. Solo così, e aprendo in Consiglio regionale un ampio dibattito, si potranno aggredire con incisività i problemi finanziari in cui versa la Regione Toscana».

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