Lavoro nero e sfruttamento di clandestini: a denunciare è un cinese

La Procura di Prato ha aperto un'inchiesta in una ditta cinese della città. Sequestrati capannoni a Le Fonti Sanzioni per 25 mila euro. Trovati lavoratori non in regola e clandestini. Sospese sei attività imprenditoriali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 marzo 2013 19:21
Lavoro nero e sfruttamento di clandestini: a denunciare è un cinese

PRATO- A fare notizia più ancora del fatto in sè ovvero lo sfruttamento di lavoratori clandestini è che a denunciare sia stato un orientale. Il ragazzo che presentava evidenti segni di invalidità si è presentato nei giorni scorsi all' Ufficio immigrazione del Comune di Prato ed ha dichiarato di essere ''vittima di un gravissimo infortunio presso la ditta cinese dove stava lavorando in nero''. La Procura di Prato ha aperto un'inchiesta in una ditta cinese della citta'. Il Servizio Immigrazione del Comune, in collaborazione con la Questura, ha deciso di assistere e inserire in un progetto anti-tratta in una città italiana, lontano da Prato, un giovane cittadino cinese che, per la prima volta in città, ha denunciato la ditta di connazionali dove lavorarava "a nero" in regime di sfruttamento per 1 euro all'ora.

Il giovane, che in un incidente sul lavoro, a causa del malfunzionamento delle macchine ha riportato gravi lesioni e ustioni, potrà reinserirsi attraverso questo progetto in un contesto lavorativo e sociale. Gli uffici dell'immigrazione hanno redatto denuncia penale contro i responsabili dei fatti e chiesto per lui un permesso di soggiorno per “protezione sociale”, previsto dalla legge per tutti coloro che, irregolari, denunciano situazioni di grave sfruttamento. Ad oggi per il cittadino cinese c'è ancora l'attesa di conoscere l’esito delle indagini svolte dagli organi inquirenti e sono state anche avviate le pratiche per il riconoscimento dell’invalidità. "Gli uffici del Servizio Immigrazione - dichiara l'assessore al ramo Giorgio Silli -hanno dimostrato di avere esperti e professionalità capaci di accogliere situazioni molto delicate e gestirle, portandole a buon fine.

E’ stata fondamentale anche la collaborazione delle istituzioni tutte, che dalla ASL, alla Prefettura, la Questura, all’INAIL fino alla Procura, hanno contribuito alla realizzazione di tutti i risultati fino a qui ottenuti. Nonostante la possibilità data dalla legge italiana, è stata la prima volta che un cittadino cinese si è presentato a dichiarare, dettagliatamente, la situazione di sfruttamento nella quale si era venuto a trovare, senza nemmeno conoscere la possibilità di avere, per questo, il rilascio di un permesso di soggiorno.

Anche se le indagini non sono ancora concluse, e per questo teniamo il massimo riserbo, è importante far comprendere come certe dinamiche di illegalità e sfruttamento vadano combattute anche dall’interno, dove queste si manifestano. Ognuno può e deve reclamare i propri diritti, collaborando con le istituzioni, specialmente se in gioco c’è la sicurezza e la stessa condizione di vita”. Un bel segnale che rompe l’omertà di quel mondo fino adesso del tutto quasi impenetrabile alle regole e alla legalità “ E’ questo il commento di Federico Gelli, neodeputato e responsabile legalità e sicurezza del Pd Toscana alla notizia.

Gelli era a Firenze a presentare un libro proprio sul tema dell’immigrazione, “Il traffico degli invisibili” di Desirée Pangerc. “Mi auguro che sia solo il primo di una lunga serie – ha aggiunto - e bisogna fare di tutto da parte delle istituzioni per incoraggiare queste denunce. Se così fosse si aprirebbero scenari positivi nei rapporti con la comunità orientale a Prato. La lotta all’immigrazione clandestina e ad ogni forma d’illegalità e degrado è una delle nostre priorità e si combatte con l'integrazione, il diritto di cittadinanza a chi è nato in Italia, istituzioni sempre più preparate e con la cultura della legalità che è l’antidoto migliore contro ogni tipo di sfruttamento”.

Altra complessa operazione eseguita dal Gruppo Interforze coordinato dai Carabinieri del Comando Provinciale di Prato alla quale hanno collaborato la Polizia Municipale, la Direzione Territoriale del Lavoro, INPS e INAIL e i Tecnici della Prevenzione della ASL 4 di Prato. E' stato controllato un imponente complesso immobiliare in zona Le Fonti di circa 6 mila metri quadri di superficie coperta affittato per lo più a imprese di confezioni di abbigliamento. Nelle fasi iniziali dell'accertamento, all'interno di una ditta di confezione, in cui era allestita un'ampia zona adibita a cucina con fornelli a fiamma libera alimentati con bombola di gpl, da una grande teglia sul fuoco lasciata incustodita dagli operai distratti dal controllo, si è innalzata un'altissima fiamma che ha spaventato i presenti ma che è stata subito spenta.

E' stata disattivata subito quindi la bombola di gpl che alimentava il fornello. I controli hanno poi evidenziato molteplici violazioni a cominciare dalla presenza di otto clandestini per i quali i Carabinieri hanno proceduto alla identificazione ed avvio delle pratiche espulsive, Gli Ispettori del Lavoro hanno accertato la presenza di numerosi lavoratori non in regola con l'assunzione, tra i quali anche alcune delle persone sprovviste di permesso di soggiorno, sospendendo così sei attività. La Polizia municipale ha sequestrato oltre 2.500 metri quadri di immobile indebitamente frazionato in numerose unità immobiliari, 204 macchinari non in regola con le norme sull'attivazione e rimosse ben 29 bombole di gpl da 15 chilogrammi l'una.

Infine elevate sanzioni per oltre 25 mila euro.

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