La spesa a Firenze diventa più cara, sale il prezzo di pane e frutta

In aumento anche il prezzo di carburanti e automobili. Cala invece il prezzo di telefonia e alberghi. Meno pubblicità, più comunicazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 marzo 2013 20:57
La spesa a Firenze diventa più cara, sale il prezzo di pane e frutta

Inflazione in calo a Firenze nel mese di febbraio grazie al caldo dei prezzi di telefonia e alberghi, ma aumentano i prezzi dei prodotti nel ‘carrello della spesa’: come comunica l’Ufficio comunale di statistica, la variazione mensile è stata complessivamente -0,4% (mentre a gennaio era +0,7%) e la variazione annuale è +1,3% (a gennaio era +1,8%). A contribuire a questo dato sono state, rispetto al mese precedente, le variazioni nelle divisioni Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,6%), Trasporti (+0,4%), Servizi ricettivi e di ristorazione (-4,0%) e Comunicazioni (-3,8%).

Nella divisione Prodotti alimentari e bevande analcoliche, l’incremento su base mensile (+0,6%) è causato principalmente dall’aumento dei prezzi di verdura (+1,1% rispetto al mese precedente, +5,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente), frutta (+2,9%) e pane e cereali (+0,5% rispetto a gennaio e +0,9% rispetto a febbraio 2012). Nella divisione Trasporti, l’incremento mensile (+0,4%) è dovuto principalmente all’aumento del prezzo delle automobili (+0,2% ripetto al mese precedente e +0,6% rispetto a febbraio 2012) e dei carburanti e lubrificanti (+1,4% rispetto a gennaio 2013 e +1,3% rispetto a febbraio 2012).

Nella divisione Servizi ricettivi e di ristorazione, sono in diminuzione i prezzi dei servizi di alloggio (-16,1% rispetto al mese precedente e +3,2% rispetto a febbraio 2012); in aumento invece i prezzi di ristoranti, bar e simili (+0,2% rispetto a gennaio 2013 e +1,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). E’ inoltre in diminuzione la divisione Comunicazioni (-3,8%) a causa delle diminuzioni dei prezzi di apparecchi telefonici e telefax (-2,5%) e dei servizi di telefonia mobile (-7,6%). Il carrello della spesa I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori sono aumentati di +0,6% rispetto al mese precedente e sono in aumento di +2,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

I prodotti a media frequenza di acquisto sono diminuiti di -1,4% rispetto a gennaio 2013; in aumento, rispetto allo stesso periodo, quelli a bassa frequenza (+0,1%). I beni, che pesano nel paniere per circa il 56%, hanno fatto registrare a febbraio 2013 una variazione di +1,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. I servizi, che pesano per il restante 44%, hanno fatto registrare una variazione annuale pari a +1,2%. Scomponendo la macrocategoria dei beni, si trova che i beni alimentari registrano una variazione annuale pari a +3,1%.

I beni energetici sono in aumento di +3,9% rispetto a febbraio 2012. I tabacchi fanno registrare una variazione di +2,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. La rilevazione si è svolta dal 1° al 21 del mese di gennaio su oltre 900 punti vendita (anche fuori dal territorio comunale) appartenenti sia alla grande distribuzione sia alla distribuzione tradizionale, per complessivi 11.000 prezzi degli oltre 900 prodotti compresi nel paniere. Sono poi considerate anche quotazioni di prodotti rilevati nazionalmente e direttamente dall'Istituto Nazionale di Statistica.

I pesi dei singoli prodotti sono stabiliti dall'Istat in base alla rilevazione mensile dei consumi delle famiglie e dai dati di contabilità nazionale. I prodotti di marca perdono peso nel carrello della spesa, mentre aumentano quelli legati alle grandi insegne: +5,1% nel 2012. E a dimostrazione del fatto che la crisi sta creando una fascia di disagio economico sempre più diffusa, crescono anche i prodotti più a buon mercato, i cosiddetti “primi prezzi” (+5,6%), dove la ricerca del risparmio è la molla di acquisto praticamente esclusiva.

Il trend è iniziato da alcuni anni, ma si è fatto molto più pronunciato nel 2012. Tutte le catene della grande distribuzione corrono ai ripari: cambiano disposizione alle merci, politiche promozionali, modificano percorsi d’acquisto perfino. Anche Unicoop Firenze lo sta facendo. «In questo momento la fuga dai prodotti di marca, sta portando ad una crescita consistente delle vendite del nostro prodotto a marchio» dice Massimiliano Paviera, responsabile dei servizi al cliente di Unicoop Firenze.

Il concetto con cui nasce il prodotto a marchio del resto è proprio questo: una qualità uguale, se non superiore, al prodotto leader di mercato, ad un prezzo decisamente inferiore. E dunque il prodotto a marchio Coop oggi viene non solo promosso in senso pubblicitario classico, ma è oggetto di vere politiche di comunicazione per metterne in evidenza valori, caratteristiche, benefici in termini di salute e di ambiente. Già, perché a parità di quantità con un suo omologo, il prodotto a marchio Coop, ha alle spalle un accurato studio sugli imballi e molti vincoli di carattere ecologico, tanto per fare un esempio.

Fin qui il prodotto a marchio. Ma oggi nel carrello della spesa degli italiani entrano sempre più diffusamente anche i prodotti di primo prezzo. Quelli per cui l’attenzione è spostata soprattutto sul risparmio a tutti i costi. Queste tipologie di prodotti in molte insegne non godono di un trattamento precisamente esaltante. Stanno spesso nascosti e occupano timidamente solo gli ultimi scaffali, gli ultimi posti. «Noi stiamo lavorando anche su questo: ne curiamo l’esposizione, non li nascondiamo».

È un’attenzione che cresce con il crescere di una fascia di famiglie sempre più in sofferenza dal punto di vista del reddito. «Stiamo cercando di costruire un focus sui primi prezzi che soddisfano bisogni primari, generi alimentari di prima necessità che aiutino anche questa tipologia di consumatore».

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