Reimpacchettavano prodotti scaduti e li vendevano come freschi

Cinque dipendenti in accordo con i vertici del supermercato rivendevano a clienti ignari salumi e formaggi di marca scaduti prelevandoli dalla confezione originale e ponendoli nuovamente in vendita

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 febbraio 2013 20:03
Reimpacchettavano prodotti scaduti e li vendevano come freschi

Grosseto, 18 febbraio 2013 – Condannati i “furbetti” del banco frigo. L'ultimo troncone del processo Sma-Stella per frode in commercio con i reincarti dei prodotti si è concluso con due condanne a 500 euro di multa e al risarcimento del danno a favore di Confconsumatori e Movimento difesa del cittadino con 1000 euro ciascuno più spese. Dopo le assoluzioni dei vertici con il rito abbreviato all' udienza preliminare (solo multe da 1.200 euro) per errori e negligenze senza volontà di ingannare i consumatori - ma con valenza penale riconosciuta alla pratica di reincartare i prodotti vicini alla data di scadenza - sono comparsi in Tribunale, davanti al giudice Giovanni Muscogiuri, cinque dipendenti.

Ai primi quattro erano contestati cinque comportamenti ritenuti illeciti (in concorso con i vertici) nel reparto di gastronomia; al quinto due pratiche ritenute irregolari (sempre con i vertici) nel reparto di macelleria. Solo due dipendenti sono stati condannati e non per tutte le pratiche contestate. Le due persone, che negli interrogatori del giugno 2010 avevano ammesso di aver dichiarato il falso ai carabinieri nel 2008, sono state condannate perché avevano consegnato agli acquirenti salumi e formaggi di marca scaduti prelevandoli dalla confezione originale e ponendoli nuovamente in vendita senza indicare la data di scadenza ormai passata.

Inoltre avevano posto in vendita prodotti diversi da quelli pubblicizzati nelle locandine. Assoluzione per non aver commesso il fatto da queste stesse accuse per altri imputati. Come si legge nella sentenza: «le imputate collaboravano a pieno titolo e anche di buon grado alla criminosa attività concernente il reimpacchettamento di prodotti scaduti e/o di imminente scadenza i quali, quantunque a monte già frazionati e preconfezionati dal fornitore in singole porzioni recanti l'indicazione della data di scadenza, venivano privati della confezione originaria e riconfezionati indicando soltanto la data del reincarto ed eliminando ogni riferimento alla fonte di provenienza originaria; così che i clienti potessero credere, diversamente dal vero, che si trattasse di alimenti freschi come tali acquistati all’ingresso nel supermercato e ivi frazionati e incartati per la prima volta». Confconsumatori e Movimento difesa del cittadino, sedi di Grosseto difesi dagli avvocati Elisabetta Luzzetti e Roberto Vannetti, preso atto della gravità delle accuse e della plurioffensività delle condotte contestate, commesse in danno di una generalità indeterminata di consumatori/clienti del supermercato, hanno chiesto ed ottenuto di costituirsi parte civile in rappresentanza dei diritti e degli interessi diffusi delle generalità dei consumatori grossetani. Non solo il Tribunale ha ammesso la costituzione in giudizio ma ha anche condannato gli imputati, ritenuti colpevoli, al risarcimento dei danni in favore delle associazioni in quanto le condotte ascritte andavano e vanno a ledere gli interessi e diritti di quella “comunità” di cittadini (ovvero consumatori) che le associazioni hanno il compito statutario di difendere e tutelare, anche secondo il codice del consumo. Pertanto, sia pure simbolicamente, gli imputati sono stati condannati al risarcimento di euro 1.000,00 per ogni associazione, oltre alla refusione delle spese del giudizio, per i danni arrecati.

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