Treno della Memoria: un ritorno consapevole

Sono rientrati oggi in Toscana i 600 studenti in visita, nei giorni scorsi, ai campi di sterminio nazisti di Auschwitz e Birkenau

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 gennaio 2013 21:47
Treno della Memoria: un ritorno consapevole

di Nicola Novelli FIRENZE- Sono tornati oggi in Toscana i 600 studenti ospiti del progetto Treno dalle Memoria, organizzato per l'ottava volta dalla Regione Toscana. Quest'anno il programma prevedeva la visita ai campi di sterminio nazisti di Auschwitz e Birkenau e al ghetto ebraico di Cracovia. Dopo tre giorni intensi di sopralluoghi e incontri con i testimoni dell'olocausto, i ragazzi toscani sono rientrati nel primo pomeriggio alla stazione ferroviaria di Firenze, dove si sono salutati lungamente e con emozione, per raggiungere ciascuno la propria destinazione finale. Ieri mattina, in piccoli gruppi, l'ultimo impegno in programma, la visita del ghetto ebraico di Cracovia, il capoluogo della regione della Piccola Polonia, che dista soli 60 chilometri dai campi di concentramento e di sterminio di Auschwitz, Birkenau e Monovitz.

La dimensione della tragedia di Kazimierz, questo il nome del quartiere ebraico di Cracovia, sta nei nudi numeri. Prima dell'occupazione nazista in città abitavano circa 70.000 ebrei. Oggi ne sono rimasti ufficialmente soltanto 180. Al termine della guerra le poche migliaia di sopravvissuti preferirono l'emigrazione all'avvento del regime comunista e al disagio della convivenza con una popolazione che per buona parte, poco era riuscita ad esprimere in termini di solidarietà e aiuto alle vittime della Shoa. Sono proprio le strade del antico Oppidum Judeorum che hanno fatto da sfondo ad alcune scene di “Schindler's List”, il film di Steven Spielberg che rievoca il coraggio dell'industriale tedesco che provò a trarre in salvo alcuni prigionieri ebrei, sottraendoli al destino di morte dei campi di sterminio.

In realtà gli ebrei dell'intera zona di Cracovia dal marzo del 1941 furono concentrati del Ghetto, realizzato sull'altro lato del fiume Vistola con la requisizione di un quartiere a maggioranza polacca. Sfrattati in pochi giorni i 3.500 abitanti legittimi, 17.000 ebrei furono concentrati in un'area di 400 per 600 metri di perimetro, cintata da un muro alto quasi quattro metri, per non dare scampo a quella densità inumana. Le case di Kazimierz furono riassegnate invece ai polacchi sfrattati, abbattute, o requisite dalla Wermacht, come la maggiore sinagoga trasformata in magazzino. Solo gli ebrei abili al lavoro, separati dagli inabili, avevano la possibilità di uscire quotidianamente dal Ghetto, per raggiungere le fabbriche circostanti, come quella gestita da Oskar Schindler.

Poi, tra il 1942 e il '43 il Ghetto fu oggetto di tre successive deportazioni, sino allo svuotamento totale. Rari i casi di ebrei riusciti a fuggire, come Roman Polanski, internato nel Ghetto con la famiglia, che grazie alla figura minuta di un bambino varcò l'increccio di filo spinato che cingeva la fabbrica dove lavorava il padre, unico supersite dello sterminio insieme a lui. Nell'ultimo giorno del progetto educativo, gli studenti toscani anno ripercorso i luoghi storici di Cracovia, con compostezza ed emozione, come in piazza degli Eroi del Ghetto, dove di fronte alla farmacia di uno dei resistenti polacchi, è eretto un monumento alle vittime dello sterminio, per le generazioni a venire monito dei valori di libertà da preservare.

E' stato un piacere, durante il viaggio di ritorno, sentirli discutere in piccoli capannelli attraverso i vagoni, sui temi e luoghi visitati con il Treno della Memoria.

Approfondimenti

Non c'è dubbio che i giovani venuti in Polonia da tutte le province toscane abbiano misurato la ferita inferta dal Nazismo alla civiltà europea.

La dimensione materiale dell'olocausto si convertì da subito in una perdita di cultura. La violenta distruzione di insediamenti urbani e rurali, che caratterizzavano da secolari soprattutto l'Europa centro-orientale ha lasciato un vuoto incolmabile. Sono scomparsi quartieri, tradizioni di vita, mestieri, artigianato. Con lo sterminio di milioni di esseri umani sono state cancellate anche le loro idee, l'arte, la musica, il teatro. Serviranno generazioni e generazioni, non solo quella degli studenti toscani reduci dal Treno della Memoria, per colmare questa voragine epocale.

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