La politica mette in liquidazione le imprese?

Rete Imprese pronta alla mobilitazione. A Sesto i commercianti bocciano l’amministrazione comunale. In Valdarno nasce la filiera tutta italiana dell'industria della pelle. A Empoli un convegno sulla gestione telematica delle pratiche edilizie

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 gennaio 2013 14:13
La politica mette in liquidazione le imprese?

Firenze, 22 gennaio- La politica non metta in liquidazione le imprese. E’ questo lo slogan lanciato da Rete Imprese (a cui aderiscono: CNA, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Casartigiani della Toscana) per la giornata di mobilitazione nazionale organizzata il 28 gennaio prossimo. Lo scopo è mettere in evidenza la situazione di assoluta difficoltà che stanno attraversando le nostre aziende e l’impoverimento del tessuto socioeconomico a cui assistiamo a causa di una crisi che non può essere imputata al fato, ma ha alle radici fattori di politica economica che continuano ad impedire lo sviluppo.

Una situazione di sofferenza che coinvolge l’Italia intera, dove nel 2012 ha chiuso una azienda ogni minuto, a cui la Toscana non fa certo eccezione. A parlare sono i numeri, che attestano come le difficoltà che attraversa il sistema impresa siano direttamente collegate al crollo dei consumi e della capacità d’acquisto delle famiglie. Basti pensare ad esempio che in Toscana il tasso di disoccupazione è passato dal 4,3% del 2007 al 6,5% del 2011, mentre il prodotto interno lordo nel 2012 è diminuito del 2,4% e i consumi sono addirittura precipitati del 4,3%.

Una contrazione della spesa pubblica a cui si è assommato un aumento costante e consistente della tassazione, fattori che hanno determinato l’incapacità di una gran parte delle imprese a far fronte alla situazione e a rimanere sul mercato. Diverse hanno dovuto chiudere i battenti e molte altre sono vicine ad arrendersi. I numeri parlano ancora chiaro, così come il saldo della nati-mortalità delle imprese, che indipendentemente dai settori di attività vede davanti il segno meno. Più precisamente tra gennaio e settembre del 2012 il commercio in Toscana ha perduto 1751 imprese su un totale di 101.429, cui si assommano le altre 432 dei servizi di alloggio e ristorazione su 30.518.

Ciò significa che nel complesso il settore commercio e turismo in 9 mesi ha visto chiudere quasi 2.200 imprese. Commercio che per altro gioca sempre un ruolo fondamentale nell’economia regionale, totalizzando il 24,3% del numero di attività, cui si aggiunge il 7,3% di alloggio e ristorazione. Ciò significa che una azienda toscana su tre appartiene al mondo del commercio e del turismo. Altrettanto complessa la situazione per quanto riguarda l’artigianato, che soffre di una riduzione prolungata dei consumi che sta mettendo in forte difficoltà molte imprese.

Nel 2012, l’indice regionale della natimortalità registra una raffica di chiusure, facendo segnare un – 934 imprese nel manifatturiero e -1.568 nelle costruzioni. Inoltre dal 2007 al 30/09/2012 si è registrato un calo di 3.600 imprese artigiane in Toscana. Il fatturato dell’artigianato toscano risulta inoltre diminuito nel complesso del -11,4%. Una flessione che ha interessato tutti i principali segmenti di attività, risultando più sostenuta nel tessile-maglieria-abbigliamento (-16,4%) ed invece meno accentuata nella concia-pelletteria-calzature (-6,5%).

È tuttavia soprattutto all’interno dell’edilizia che si sono registrate le maggiori difficoltà. Complice un mercato per molti aspetti “bloccato” tanto sul fronte della domanda pubblica che su quello della domanda privata (famiglie ed imprese), il volume d’affari delle imprese artigiane operanti nel settore (principalmente legate ad attività di installazione impianti e a lavori di completamento e finitura di edifici) è infatti crollato del 19,3%. Il prossimo 28 gennaio, giorno in cui è fissata la mobilitazione nazionale che vedrà attuate manifestazioni in ogni provincia d’Italia, i presidenti regionali di CNA, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Casartigiani consegneranno agli assessori regionali al Lavoro e Attività produttive Gianfranco Simoncini e al Commercio e Turismo Cristina Scaletti un documento ufficiale con i dati sintetici sulla situazione dell’economia regionale e una specifica richiesta di intervento a sostegno delle imprese, quelle che stanno resistendo, dimostrando che hanno voglia di sfidare la crisi e quelle che potrebbero nascere con politiche attive sul sistema delle imprese. Il 95% dei commercianti del centro di Sesto Fiorentino ritiene che le ultime scelte dell’Amministrazione non tengano conto delle esigenze degli operatori.

Lo rivela l’indagine condotta in questi giorni da Confcommercio Firenze su 180 aziende del territorio. "Abbiamo voluto chiedere a ciascun’attività - afferma Luciano Salani rappresentante di Confcommercio Firenze - come valuta e cosa pensa delle problematiche che interessano il centro delle scelte appena compiute e di quelle annunciate dal Comune in materia di viabilità, sosta e riqualificazione urbana. Anche se siamo già in possesso dei dati complessivi - prosegue Salani – è prematuro anticiparli perché devono essere analizzati e valutati in relazione alla specificità del quesito posto.

Infatti, mentre su alcune domande la risposta è di facile lettura sui temi che riguardano nel particolare alcune strade, le valutazioni degli operatori hanno sfumature diverse che vogliamo approfondire. E’ nostra intenzione utilizzare questi dati, che renderemo pubblici in una riunione con tutti gli operatori, per aprire un confronto con l’Amministrazione Comunale. Riunione che lo stesso Comune ci aveva comunicato, nel corso dell’ultimo incontro avrebbe convocato al rientro delle ferie estive proprio per discutere la questione della ZTL, dell’inversione del senso di marcia in Via Verdi e dei lavori di riqualificazione in piazza IV Novembre.

A oggi tutto tace e intanto nel centro aumenta il malcontento degli operatori e dei cittadini dopo l’estensione della sosta a pagamento nell’area del centro. Scelta bocciata da 147 aziende intervistate, che vedono confermato il loro giudizio negativo, dagli stalli “Blu” tristemente vuoti durante la settimana in piazza Spartaco Lavagnini e nel nuovo parcheggio del Centro. Crediamo - conclude Salani – che sia veramente giunto il momento per confrontarsi e capire, dopo tanti anni di sperimentazione della ZTL, qual è la volontà dell’Amministrazione in modo da poter organizzare con serenità il lavoro nelle nostre imprese in un periodo difficile per tutti". Arriva dalla cosiddetta “Button Valley” bergamasca la maggior parte degli accessori di qualità utilizzati dai conciatori toscani, in particolar modo nel triangolo Firenze-Arezzo-Siena, che preferiscono produttori italiani ai più economici concorrenti asiatici per dare valore aggiunto alle proprie creazioni.

A rifornire l’industria della pelle è soprattutto Lartigianabottoni, storico marchio di Bolgare che da due generazioni produce componenti in resina per le più importanti griffe della moda sia nel campo del tessile sia in quello della pelletteria. Ogni anno per i marchi italiani l’Azienda fornisce 25mila fibbie e 130mila accessori per calzature, oltre a 2 milioni e 500 mila bottoni, , 51mila collane, 105mila bracciali, e 9 milioni di componenti per bigiotteria. Nel contesto della crisi economica internazionale che non ha risparmiato il comparto della moda il made in Italy rimane un marchio sinonimo di stile e qualità capace di affascinare i compratori sui mercati di tutto il mondo.

La preferenza accordata dai produttori toscani a Lartigianabottoni si basa proprio sulla scelta di mantenere sul territorio nazionale tutta la filiera della produzione, dalla selezione del materiale alle varie fasi della lavorazione: «Vogliamo mantenere il controllo sull’esclusività e il livello di qualità richiesto dalla fascia alta di mercato alla quale ci rivolgiamo. Questo ci ha permesso di affermarci rispetto alla concorrenza del nostro distretto per la maggior parte rivolta a un prodotto di prezzo più basso», spiegano Stefano e Denis Gualini, alla guida de Lartigianabottoni con la sorella Antonia. «Oltre alla qualità e all’attenzione del dettaglio che sono caratteristiche riconosciute della manifattura italiana, siamo in grado di offrire un importante valore aggiunto rispetto ai produttori asiatici: la capacità di tradurre in forma un’idea, di interpretare le richieste degli stilisti», commenta Antonia Gualini, responsabile dell’ufficio stile.

Per dare ispirazione ai creativi dell’industria della pelle l’Azienda di Bolgare ha allestito Spazio L.A.B., un museo aziendale che racchiude cinquant’anni di storia dell’accessorio in resina e delle sue tecniche di lavorazione. Snellire gli aspetti burocratici nel corso della redazione di un progetto edilizio da parte dei professionisti, soprattutto per quanto riguarda la pubblica amministrazione non mancano le difficoltà a garantire rapidità di comunicazione, efficienza nella trattazione, tracciabilità delle pratiche e adeguata consultabilità di quelle archiviate.

Ritenendo che la gestione telematica possa migliorare notevolmente questi aspetti, i Consigli Nazionali di Architetti e Geometri hanno organizzato per domani mercoledì 23 gennaio al Palazzo delle Esposizioni di Empoli (piazza G.Guerra, dalle ore 9.30) il convegno “Innovazione telematica nei procedimenti edilizi” che farà il punto sullo stato d’avanzamento di questo lavoro finalizzato alla gestione telematica delle pratiche edilizie. Tra i partecipanti all’incontro anche la Provincia di Firenze con l’Assessorato alla Pianificazione e Programmazione Territoriale che porterà l’esperienza del il Piano Territoriale di Coordinamento (PTCP) approvato lo scorso 10 gennaio.

"L'innovazione telematica nell'edilizia e nell'urbanistica è la vera frontiera del futuro – questo il commento della Provincia - La Provincia di Firenze infatti ha completamente digitalizzato il Piano Territoriale di Coordinamento approvato il 10 gennaio scorso rendendolo interamente open data, visibile ed implementabile con un click. Questo significa investire sulla trasparenza, sull'efficienza e sul futuro. I procedimenti urbanistici-edilizi devono essere lineari e chiari, e non soffocati dalla burocrazia.

Partecipiamo molto volentieri all'iniziativa, visto che offrirà un confronto serio e concreto tra professionisti e istituzioni rispetto a temi così rilevanti". L’obiettivo del lavoro è la messa a punto di una soluzione altamente efficiente che riesca a far coesistere le esigenze e le tempistiche di chi redige i progetti e di chi li deve controllare ed archiviare. L’uso della telematica consente infatti di dematerializzare e far scorrere velocemente informazioni e dati. In tal modo ci sarebbero infatti immediati effetti positivi: da quelli ambientali per la riduzione nell’uso della carta, all’abbattimento degli spazi fisici di archiviazione, la limitazione degli spostamenti per spostare la documentazione cartacea ed il vantaggio economico che questo può comportare per tutti i cittadini. La Consulta sta proponendo inoltre un radicale ripensamento della regolamentazione edilizia, immaginando un sistema più razionale che riporti uniformità su alcuni temi che non sono di specifico ambito comunale.

Oggi ogni confine amministrativo rappresenta una linea di forte discontinuità di procedure, regole, definizioni, modulistica e comportamenti oltre ogni logica e necessità.

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