Claudio Santamaria e Filippo Nigro al Puccini di Firenze

Una commedia nera, concentrata in una stanza, dove delirio e stravaganza s’incontrano con umorismo e cinismo, confessioni senza salvezza si alternano a suicidi e vecchi omicidi di famiglia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 gennaio 2013 15:23
Claudio Santamaria e Filippo Nigro al Puccini di Firenze

Occidente Solitario racconta il continuo litigare di due fratelli, Coleman e Valene, il cui padre è appena morto per un colpo di fucile. Valene è interessato solamente alle sue statuine religiose e a bere whisky che gli viene fornito a domicilio da una giovane chiamata “Ragazzina”. Coleman pensa solo a mangiare e partecipa ai funerali del paese per riuscire a degustare gratuitamente salsicce e rustici. Un giorno Padre Welsh, parroco della comunità, trova nel lago il corpo di Thomas Hanlon che si è appena suicidato; Valene lo aiuta a tirarlo fuori.

Intanto, Coleman, solo in casa, per dispetto distrugge tutte le statuine di Valene, gettandole nel nuovo forno. Padre Welsh è l’unico che prova a risolvere il rapporto conflittuale tra i due fratelli, ma i suoi consigli restano inascoltati. Padre Welsh, depresso a causa dell’odio tra i due fratelli, e con una scarsa autostima, scrive una lettera che consegnerà a Ragazzina durante un commovente incontro in riva al lago prima di suicidarsi. Nella lettera, Padre Welsh chiede ai due di andare d’accordo, avvertendoli che il loro astio avrebbe avuto delle ripercussioni sulla sua anima. Quando Coleman e Valene leggono la lettera, consegnata da Ragazzina, disperata per la morte del Parroco per il quale provava un profondo affetto, credendo che una punizione possa abbattersi su di loro in seguito al suicidio di Padre Welsh, decidono di provare a riconciliarsi e ne deriva una scena di confessione in cui, a turno i due fratelli ammettono i torti che avevano segretamente commesso in passato l’uno contro l’altro, dimenticando ogni altro peccato.

Ma ne scaturiranno ulteriori scene di lotta e distruzione. La necessità e la scelta di rappresentare testi contemporanei che non descrivono una realtà territoriale, ma una indefinita società, una condizione umana di solitudine e indifferenza, uno stato d’infelicità quasi compulsivo che richiama all'oggi, alla concretezza spietata della vita. Un piccolo villaggio dell'Irlanda, due fratelli al limite del patologico, incapaci di vivere senza dispute e aggressioni. Il parassita Coleman, impegnato a scroccare liquori e patatine al fratello Valene, possessivo, maniacale, che contrassegna con la propria iniziale ogni oggetto, per sottolineare al fratello le sue proprietà. Cerca inutilmente di pacificarli un giovane prete, dedito all’alcool e frustrato dalla missione impossibile di convertire quel paesello cinico. Solo una ragazza nel mezzo di questo triangolo bizzarro, Ragazzina, giovane venditrice abusiva di whisky a domicilio. Una commedia nera, concentrata in una stanza, dove delirio e stravaganza s’incontrano con umorismo e cinismo, confessioni senza salvezza si alternano a suicidi e vecchi omicidi di famiglia. La crudeltà si sottrae alla morale e si manifesta come gioco, ritmo, energia e se i personaggi aprono bocca è per insultare, rivendicare o compiangersi. La giusta chiave di lettura di questo testo ce l’ha indicata Samuel Beckett quando ha affermato: “Non c’è niente di più comico dell’infelicità”. Juan Diego Puerta Lopez I settore € 22,00 II settore € 18,00 (diritti di prevendita esclusi) Prevendite presso la cassa del Teatro Puccini (aperta martedì, venerdì e sabato dalle 15.30 alle 19.00) e il circuito regionale Box Office. Acquisto on line su http://www.boxol.it INFORMAZIONI: 055.362067 Teatro Puccini – via delle Cascine 41 – 50144 Firenze

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