Resta elevata la flessione produttiva del sistema manifatturiero regionale

Ancora forti difficoltà sul mercato interno, rallenta il canale estero

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 gennaio 2013 15:04
Resta elevata la flessione produttiva del sistema manifatturiero regionale

L’indagine sul comparto manifatturiero regionale, condotta da Unioncamere Toscana e Confindustria Toscana su un campione di imprese manifatturiere con almeno 10 addetti, conferma nel III trimestre 2012 la caduta in atto a partire dall’inizio del 2012. Nel periodo luglio-settembre si registra infatti un ulteriore calo della produzione (-5,0% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), con un nuovo leggero peggioramento di tale indicatore rispetto a quanto registrato nella prima parte dell’anno. La flessione produttiva registrata nel corso dell’ultimo anno incide sul grado di utilizzo degli impianti, che scende al 77,0% e si attesta così due punti percentuali al di sotto del valore rilevato nel corrispondente periodo del 2011 (79,0%).

L’ulteriore peggioramento congiunturale si riflette poi sull’occupazione, che mostra un risultato solo apparentemente positivo (+0,5%). Il dato rilevato, oltre ad evidenziare una decisa frenata rispetto al trimestre aprile-giugno, risente infatti – come già osservato nel precedente comunicato – del decisivo contributo della Cassa Integrazione Guadagni, il cui ricorso risulta in forte ripresa (+29,0% rispetto al III trimestre 2011). Al netto degli interventi di integrazione salariale, infatti, il livello degli addetti realmente impiegati in attività produttive è infatti stimato in diminuzione (-1,9%), evidenziando l’avvio di un percorso di riduzione del fattore lavoro utilizzato dalle imprese manifatturiere toscane. Il quadro ancora fortemente negativo delineato dagli indicatori relativi all’attività produttiva ed alle altre variabili congiunturali indagate non sembra del resto preludere nell’immediato ad una inversione del ciclo economico: malgrado si registri un recupero degli ordinativi provenienti dai mercati esteri ed una leggera attenuazione del ritmo di caduta del volume d’affari, i segnali di una possibile futura inversione del ciclo sono ancora troppo deboli e le aspettative a breve degli imprenditori restano caratterizzate da un’intonazione negativa. In lieve ripresa il mercato estero, ancora in calo il portafoglio ordini Il negativo andamento della produzione resta legato soprattutto alla debolezza degli indicatori di domanda, ancora in forte calo.

Il fatturato fa segnare un -5,5% rispetto al corrispondente periodo del 2011, una flessione comunque in lieve attenuazione rispetto al -6,1% del II trimestre. La componente relativa al mercato estero segnala ancora un incremento (+1,8%), sebbene più moderato rispetto al +3,6% del trimestre precedente, rimarcando di nuovo il forte impatto negativo che la debolezza del mercato interno sta giocando sulla dinamica della domanda complessiva. Anche per gli ordinativi trova conferma la negativa performance in atto dal I trimestre dell’anno, con l’indicatore complessivo in deciso calo (-5,6%).

Gli ordini provenienti dai mercati internazionali fanno tuttavia registrare una lieve ripresa (+2,2%), sottolineando anche per tale via la debolezza del mercato interno. La stessa produzione assicurata dal portafoglio ordini risente della nuova caduta degli ordinativi, scendendo a 63,1 giorni ed arretrando dunque rispetto ai 64,4 di settembre 2011. I prezzi alla produzione confermano invece la frenata in atto da inizio 2012, con una crescita moderata sui livelli del II trimestre (+0,5%) dopo il +0,9% di inizio anno e un 2011 mediamente al +2,5%.

Su tale dinamica, in controtendenza rispetto a quella dei prezzi al consumo, incidono fortemente sia il rallentamento osservato nel prezzo delle materie prime che l’adozione da parte delle imprese di ulteriori politiche di contrazione dei margini, finalizzate al mantenimento delle quote di mercato in una fase di forte debolezza della domanda. Ancora in caduta le piccole e grandi imprese, tengono le medie A livello dimensionale, sono ancora le piccole imprese (10-49 addetti) a risentire maggiormente dell’attuale fase congiunturale: la produzione scende infatti del 6,2% (dopo il -6,5% dei primi due trimestri dell’anno) e il fatturato registra un -6,5%.

Anche gli ordinativi diminuiscono nel complesso del 6,6%, malgrado la componente proveniente dall’estero evidenzi al contrario una lieve ripresa (+2,8%). L’occupazione – anche al lordo degli interventi di integrazione salariale – torna infine a diminuire, facendo segnare un calo dello 0,2%. Le medie imprese (50-249 addetti) mostrano invece minori difficoltà rispetto alle altre classi dimensionali: la produzione scende infatti dell’1,6% dopo il -1,2% del II trimestre, mentre per il fatturato si registra un calo del -1,3% dopo il -0,5% del periodo precedente.

Anche per gli ordinativi (-1,8% nel complesso) la contrazione si mantiene su livelli relativamente contenuti, con la componente proveniente dai mercati esteri che fa segnare un rallentamento del ritmo di crescita, scendendo al +1,5% dal +3,6% del II trimestre. Per le grandi imprese (oltre 250 addetti), infine, si accentuano le difficoltà: la produzione scende del 4,7% (dopo il -4,3% del II trimestre) ed il fatturato arretra dell’8,4%. Da segnalare, a tale riguardo, l’ulteriore riduzione dei prezzi alla produzione (-1,3%), tesa al recupero di competitività sui mercati e che consente di contenere la flessione delle vendite attorno al 7% in termini reali.

Gli ordinativi complessivi (-7,2% dopo il -10,5% dei primi due trimestri dell’anno) continuano a soffrire la forte contrazione della domanda, mentre quelli esteri (+0,1%) sembrano tenere dopo il calo registrato nel trimestre precedente. Tra i settori in positivo solo la farmaceutica: cali generalizzati per tutti gli altri All’interno dei settori produttivi si confermano le dinamiche negative in atto dall’inizio del 2012. Con l’eccezione della farmaceutica, che cresce del +16,6% dopo il -10,6% del II trimestre dell’anno, e delle manifatture varie (+1,2%), tutti i restanti settori monitorati registrano infatti una contrazione della produzione, seppure di intensità variabile.

Per quanto riguarda la farmaceutica, tuttavia, occorre segnalare come il dato positivo sia influenzato in maniera decisiva dalla performance di una sola unità locale, al netto della quale l’andamento del comparto sarebbe leggermente negativo (-0,2%). A parte i casi appena citati, e tenendo conto delle cautele interpretative appena segnalate, i restanti comparti riportano pertanto variazioni produttive di segno negativo. Ad evidenziare le diminuzioni più contenute sono l’elettronica (-0,8%), la concia e pelletteria (-2,8% dopo il +3,4% del II trimestre), l’industria alimentare (-3,1%) e la meccanica (-4,5%), che conferma l’andamento negativo in atto dal II trimestre.

Diminuzioni più significative riportano invece le calzature (-6,1% dopo il -3,7% del II trimestre), la chimica, gomma e plastica (-6,5%), i mezzi di trasporto (-7,1% dopo il -2,7% del precedente periodo), i metalli e il legno e mobilio (-7,3% per entrambi i comparti) e l’abbigliamento (-8,6%). Per i restanti segmenti manifatturieri si registrano infine flessioni a due cifre, con i minerali non metalliferi che cedono il 10,0% dopo il -6,1% del II trimestre, ed il tessile (-12,0%) che conferma la forte contrazione del periodo precedente, quando aveva perso l’11,6%. Negative le aspettative per il IV trimestre 2012 Nell’attuale contesto recessivo, non sorprende osservare un ulteriore e generalizzato arretramento di tutti gli indicatori previsionali, relativi al periodo ottobre-dicembre 2012.

L’andamento delle aspettative imprenditoriali, infatti, non segnala ancora l’inizio di un processo di stabilizzazione rispetto ad una fase che rimane tuttora molto negativa. Le previsioni formulate dagli imprenditori sull’andamento a tre mesi della produzione mostrano infatti un peggioramento del saldo perequato tra “ottimisti” e “pessimisti” per il IV trimestre, che scende a -11 punti percentuali dai -9 del trimestre precedente (era a +8 un anno fa). In ulteriore e deciso deterioramento anche il clima di fiducia relativo alla domanda interna, con un saldo che passa da -13 a -17 punti percentuali, mentre più contenuto è l’arretramento delle aspettative sulla domanda estera, che si portano a -6 p.p.

dai -5 dei due trimestri precedenti. Restano infine in terreno negativo anche le prospettive occupazionali, con una quota di imprenditori che prevede una flessione dei livelli occupazionali superiore di 6 punti percentuali rispetto a quella di coloro che si attendono invece un incremento degli stessi. NOTA SULLA RILEVAZIONE L’indagine sulla congiuntura manifatturiera regionale in Toscana, relativa al III trimestre 2012, ha riguardato un campione di 1.274 unità locali manifatturiere con almeno dieci addetti.

Le interviste si sono svolte nei mesi di ottobre e novembre 2012.

In evidenza