Galleria degli Uffizi: riaperta la Sala della Niobe

La sala di 26o metri quadrati è stata chiusa nel maggio del 2011 per avvallamenti nel pavimento. Due nuove sale per Vasari, Allori e secondo ‘500

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 dicembre 2012 19:51
Galleria degli Uffizi: riaperta la Sala della Niobe

A un anno e mezzo dalla sua chiusura, ha riaperto oggi la Sala numero 42 della Galleria degli Uffizi, detta della Niobe. Interessata da problemi manifestatisi con un avvallamento localizzato del pavimento - anche per la presenzadi statue di notevole peso (2mila-3mila chilogrammi) -, la sala (che misura 29x9 metri, per un totale di 260 metri quadrati circa) era stata chiusa nel maggio del 2011 e sottoposta a una serie di indagini non distruttive (endoscopie e rilevamenti con laser-scanner e georadar) che aveva messo in evidenza la necessità di interveniresulle strutture voltate a sostegno del pavimento, diverse per dimensioni e tipologia.

La riapertura della Niobe, al termine di un complesso e delicato restauro, anche sotto l’aspetto logistico, in coincidenza con le festenatalizie ha fornito l’occasione per “restituire” ai visitatori una delle sale più suggestive dell’intero percorsomuseale. La proficua sinergia tra le due soprintendenze fiorentine in soli 12 mesi ha reso possibile l’aumento del 27% della superficie museale della Galleria (oltre 1800 metri quadrati in più) attraverso l’inaugurazione dellecosiddette Sale Blu (pittori stranieri), delle Sale Rosse (pittura fiorentina del ‘500), dell’area utilizzata per lamostra Bagliori dorati e, da oggi, anche le due nuove sale affrescate da Luigi Ademollo, che andranno aintegrarsi nel percorso dedicato alla pittura fiorentina del XVI secolo.

La prima sala ospita infatti i dipintidi Vasari e Allori, mentre nella seconda sono esposte opere di artisti del secondo ‘500 fiorentino, alcuni deiquali attivi nello Studiolo di Francesco I de’ Medici. In tutto si tratta di 32 opere (di cui sette provenienti dal deposito della Galleria) che da oggi trovano nuova collocazione nel percorso museale. “Il risultato è oggi sotto gli occhi di tutti, e proprio perché non ‘visibile’ se non attraverso la ricca documentazione di cantiere – che ne racconta le acquisizioni conoscitive e la correttezza metodologica - provala piena rispondenza alle aspettative: quelle di restituire finalmente alla fruizione dei visitatori, in tutta la suamagnificenza e in totale sicurezza, uno degli esempi più importanti dell’arte e della museografia neoclassica,degno pendant della Tribuna nello sviluppo del percorso espositivo degli Uffizi.” afferma Isabella Lapi, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, che aggiunge per concludere “Per questimotivi, è giusto che la riapertura della Sala della Niobe costituisca a tutti gli effetti una importante tappa nel percorso di avanzamento dei Nuovi Uffizi e che, quindi, avvenga contestualmente all’inaugurazione di due nuove Sale dedicate al Cinquecento negli ambienti – anch’essi decorati in età lorenese– il cui restauro è stato ultimato nel giugno scorso.

Alessandra Marino, responsabile del cantiere di restauro, anche in qualità Soprintendente per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Firenze, Pistoia e Prato, sottolinea il fatto che “Il consolidamento effettuato a museo costantemente aperto, ad un passo dal grandeflusso di visitatori ignari dell’importanza del cantiere che si svolgeva dietro una delle porte prospettanti sullaGalleria, costituisce un’applicazione avanzata ed innovativa volta a coniugare sempre più strettamenteefficienza delle prestazioni e reversibilità dell’intervento.

Grazie ad esso sono stati scongiurati rischi futuri e la Sala della Niobe può riaprire oggi le sue porte; potremo così nuovamente ammirarne, in tutta sicurezza, l’elegante architettura e la preziosa decorazione, avvertire il pathos che emana dalle figure morenti e coglierenel mito dell’infelice madre una commossa allusione, purtroppo sempre attuale, al destino di tanta partedell’umanità”. Un orgoglio pienamente condiviso da Cristina Acidini, Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze che evidenzia come “con l’ultimazione del lungo e sapiente restauro strutturale, si è lieti di veder tornare la Sala di Niobe, in stabilità e in splendore, all’ammirazione dei visitatori.

Unico ambiente neoclassico, che riassorbe anche i quadroni barocchi nelladialettica di stampo illuministico tra l’Antico e i moderni, la Sala offre un razionale contrappunto all’accaldata e satura magnificenza della Tribuna a Levante. Un clima raccolto e quasi da studiolo, invece, è quello ches’incontra nelle due nuove sale dedicate, al primo piano, ai pittori manieristi. Le stanze piccole ravviano l’ingegno, affermava Leonardo da Vinci. Ci si augura che sia così per i visitatori, che al percorso monumentalepotranno affiancare un’occasione per soffermarsi su autori meno celebrati e sulle loro opere raffinate, in tantopiù sorprendenti in quanto meno conosciute”. Rimane compito di Antonio Natali (Direttore della Galleria degli Uffizi) spostare l’attenzione sugliappuntamenti futuri: “Mentre all’ultimo piano della Galleria si riaprono le porte della Sala di Niobe, al pianosottostante la pittura del Cinquecento fiorentino completa il suo percorso nel tratto inaugurato a metà giugno di quest’anno 2012, che aveva lasciato vuote due stanze intermedie, affrescate da Luigi Ademollo (…) È una sistemazione che prelude ad altre consimili, del pari concepite per favorire approcci differenti alle collezioni del museo.

Nella serie di sale che si dispongono in successione serrata, costeggiando appunto il piazzale, saranno collocate le creazioni ambìte da quei visitatori che hanno scelto d’entrare in Galleria avvalendosi di ciceronisbrigativi. Da quell’itinerario rettilineo (e, volendo, veloce) si dischiuderanno però, di tanto in tanto, deviazioni, grazie alle quali si potrà accedere a sale egualmente ricche di tavole e tele d’altissimo tenore, ma non glorificate dall’industria culturale. Ecco, le stanze che oggi s’inaugurano sono parte di quest’ultime: Vasari, Allori e ipittori di secondo Cinquecento (fra cui alcuni di quelli che lavorarono allo Studiolo di Francesco I) nonrientrano certo fra gli artisti per cui si traversano gli oceani; non di meno un osservatore attento avrà modo – sevorrà – di conoscere la poesia sottesa alla loro espressione.

Da parte nostra rimane vivo l’impegno a far di tuttoperché sempre più larghi siano gli orizzonti di chi entra agli Uffizi”.

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