La dittatura in Uruguay, la notte di un popolo a Pontassieve

Sarà presentato venerdì 7 dicembre alle ore 21 nella Sala delle Eroine del Comune di Pontassieve il libro Anahì del mare, La dittatura in Uruguay, la notte di un popolo di Anna Milazzo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 dicembre 2012 18:27
La dittatura in Uruguay, la notte di un popolo a Pontassieve

Sarà presentato venerdì 7 dicembre alle ore 21 nella Sala delle Eroine del Comune di Pontassieve il libro Anahì del mare, La dittatura in Uruguay, la notte di un popolo di Anna Milazzo. A presentarlo la stessa autrice, in una serata che vedrà gli interventi dell’Assessore alle politiche culturali del Comune di Pontassieve, Alessandro Sarti, di Paolo Sandrucci, della sezione italiana di Amnesty International e vedrà le letture a cura dell'Associazione Donne in Cammino. Il libro – che vede la prefazione di Massimo Carlotto e l’introduzione di Gianni Cascone – racconta la storia di Anahì, negli anni che hanno preceduto in Uruguay il golpe del 27 giugno 1973.

Anahì, come tanti altri giovani universitari, si interessa di politica, si schiera dalla parte di chi difende la libertà e i diritti fondamentali, scende nelle piazze per denunciare i metodi repressivi del regime. Questa generazione pagherà il prezzo più alto per le sue idee. L’esperienza della prigione e della tortura spezza in due la vita e i ricordi di Anahì. In esilio a Firenze tenta di costruire una vita normale, ma riuscirà a liberarsi delle ombre di un passato oscuro e rimosso soltanto tornando a Montevideo.

Si intrecciano alla sua storia quelle di molti altri protagonisti che compongono un affresco intenso e complesso di un popolo che con coragg io e ostinazione ha sfidato il potere efferato della dittatura. Un racconto che oscilla tra la suggestione del mito e l’impegno civile, tra un tempo soggettivo e quello della memoria storica. Un percorso personale, quello dell’autrice, per rivivere, affrontare e superare le ferite del passato. L'autrice, Anna Milazzo è nata in Italia nel 1950. All'età di quasi due anni è emigrata con la sua famiglia in Uruguay e ha vissuto a Montevideo fino al dicembre 1972.

Proprio quell'anno è stata sequestrata dalle forze armate e torturata. Anna non ricorda quasi niente del periodo di prigionia a parte grida atroci. La sua memoria ricomincia dalla sua liberazione, in un campo, sotto la pioggia e i fulmini.

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