Publiacqua concede licenza matrimoniale a un dipendente gay

Cresci (Idv): "Decisione encomiabile ma deve essere un diritto"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 novembre 2012 22:51
Publiacqua concede licenza matrimoniale a un dipendente gay

Publiacqua estende alle coppie gay i diritti, i vantaggi e le agevolazioni di cui fino ad oggi potevano usufruire solo le coppie sposate di sesso diverso. Oggi l'azienda ha concesso i 15 giorni previsti per la licenza matrimoniale ad un proprio dipendente che ha contratto matrimonio con il suo compagno in Brasile. “In Italia si riconosce al lavoratore dipendente, in occasione del matrimonio, un periodo di congedo retribuito, ma da questo diritto sono escluse le coppie dello stesso sesso.

Crediamo sia importante dare un piccolo segnale verso il riconoscimento di nuovi diritti per qualunque coppia, e per l’aggiornamento dei contratti di lavoro che ancora non li prevedono. Per noi questa scelta aziendale è giusta e naturale”, spiegano il presidente Erasmo D’Angelis e l’Amministratore delegato Alberto Irace . Plaude all'iniziativa il capogruppo Idv della Provincia di Firenze Alessandro Cresci "Una decisione sicuramente encomiabile - sottolinea Cresci che per sposarsi è dovuto volare in Norvegia nello scorso settembre e nessuna licenza matrimonale - da parte dell'azienda pubblica toscana, però non possiamo lasciare alla bontà della singola impresa o amministratore decidere su un diritto che dovrebbe essere riconosciuto ad ogni cittadino.

Pur esprimendo soddisfazione per l'apertura mentale dimostrata, ogni iniziativa del genere è buona se serve ad aprire una discussione sui diritti violati dei GLBTQI, il mio pensiero va a tutte quelle persone escluse. Ringrazio pubblicamente Publiacqua - conclude Cresci - ma sui diritti non possiamo ammettere che ci sia chi elargisce e chi no, devono essere riconosciuti per legge come nel resto d'Europa mentre le istituzioni europee da tempo ormai ci chiedono il riconoscimento e l'equiparazione tra coppie gay ed etero.

E' una lunga battaglia che portiamo inesorabilmente avanti".

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