Emergenza alluvioni: continua a piovere sulla Toscana, l'Arno non preoccupa

La Regione Toscana ha emesso una nuova allerta meteo valida dalle 14 di ieri alla mezzanotte di martedì 13 novembre per tutte le aree, con criticità elevata

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 novembre 2012 14:12
Emergenza alluvioni: continua a piovere sulla Toscana, l'Arno non preoccupa

La Regione Toscana ha emesso una nuova allerta meteo, di livello 2, che riguarda le province di Arezzo, Firenze, Grosseto e Siena, è stata emessa alle 13.30 di oggi dalla Sala operativa della protezione civile, con validità fino alle ore 8 di domani mattina, mercoledì 14. La criticità è elevata nella zona del Bruna, Grosseto, dove a causa dei recenti eventi alluvionali, considerato il lento transito della piena del fiume Ombrone verso la foce, si teme per la tenuta di alcuni argini. Criticità moderata, invece, nelle zone Ombrone (zona più interna), Albegna, Fiora, Orcia, Chiana, Valdarno superiore, con possibilità di frane e smottamenti. Attualmente si registrano residue precipitazioni nelle zone del Mugello e del Valdarno, in ulteriore attenuazione nelle prossime ore.

I livelli idrometrici dei corsi d'acqua in particolare del Fiume Arno sono tutti discesi sotto il primo livello di guardia e sono in ulteriore diminuzione. Non si registrano al momento particolari criticità sul nostro territorio Provinciale. Continuano le operazioni di soccorso della Protezione civile regionale in provincia di Massa Carrara dopo esondazioni e allagamenti dei giorni scorsi. Per far fronte al numero ingente di interventi necessari di pompaggio dell’acqua e del fango sia da interi quartieri che da singole case sono arrivate idrovore anche dall’Emilia-Romagna e dalla Liguria.

Sono in azione sia idrovore grandi per superfici estese che pompe più piccole per operazioni di svuotamento e ripulitura delle singole unità abitative, insieme a molte pale per gli interventi manuali. Su questo fronte si sta rafforzando la presenza di squadre di volontari forniti di pale, secchi e bob-cat (piccole ruspe). Ai 70 volontari già sul posto se ne stanno aggiungendo un’altra trentina. Evacuati/sfollati. Sono circa venti gli abitanti di Massa ad ora sistemati in in strutture alberghiere e presso il capannone di Marmo macchine, insieme ad una altra ventina di abitanti di Carrara.

Manca invece una dato esatto sul numero di persone evacuate che hanno trovato ospitalità presso amici e parenti. Ad Aulla si registrano 5 famiglie evacuate e due famiglie isolate nella frazione di Bigliolo. A Fivizzano ci sono 4 famiglie isolate e in località Castello dell’Aquila è isolato un agriturismo. Viabilità provinciale. Ad Aulla è percorribile la strada provinciale di Olivola, mentre è chiusa la provinciale della Foce sia in direzione Carrara che Massa. Ripristinata la provinciale di Fivizzano, mentre resta interrotta la strada per le cave.

Sono percorribili tutte le altre strade procinciali, eccetto la litoranea per la Liguria in località Marinella. Viabilità comunale. A Marina di massa strade ancora in parte allagate, ma aperte al transito dei residenti. A Romagnano strade chiuse, ma si sta intervenendo per liberarle dal fango. Emergenza Maremma. Per far fronte agli effetti disastrosi delle bombe d’acqua che si sono abbattute ieri sul grossetano si è subito attivato il sistema regionale della protezione civile.

Ieri sono accorsi 30 volontari con 8 gommoni che alle 18 erano a Grosseto. E hanno proceduto alla volta di Albinia non appena è stata sgombrata la strada. Verso le 5 di stamani ha raggiunto Albinia la colonna mobile regionale insieme a Anpas, Misericordie, Vab e Cri con altri due gommoni, altri 55 volontari e 18 idrovore. Sono oltre 100 gli interventi già fatti ad ora di azionamento delle pompe e svuotamento scantinati e locali allagati. RFI ha inoltre comunicato che la linea ferroviaria tirrenica rimarrà chiusa fino alle 24 di oggi nel tratto Grosseto-Orbetello Il presidente Rossi sta recandosi a Grosseto, dove alle 12.30 si è tenuto un summit presso la sala operativa della provincia di Grosseto per coordinare gli interventi. Una legge speciale per intervenire nelle zone colpite dall'alluvione di questi giorni.

E' questa la richiesta avanzata ieri dal presidente della Regione, Enrico Rossi, che trova il sostegno e il plauso di Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana. "Rossi dice giustamente che è necessario intervenire nell’immediato per mettere in sicurezza i territori colpiti, e nel medio periodo per realizzare tutti gli interventi strutturali necessari – sottolinea Giurlani – Il dramma delle zone messe in ginocchio dai nubifragi nelle province di Massa-Carrara e Grosseto ripropone nodi che già abbiamo affrontato in un passato recente e più lontano.

I danni sono così consistenti che serve un piano straordinario – e dunque finanziamenti adeguati e poteri speciali -, che metta in grado la Toscana di garantire la rapida realizzazione delle opere necessarie". Rossi sottolinea che ci sono da ricostruire ponti, argini e strade e che è necessario mettersi nelle condizioni di affrontare i rischi idraulico e idrogeologico in Toscana e ricorda che già nella prossima settimana presenterà al Governo un piano preciso. "Spero proprio che il governo, che in altre occasioni non è sembrato così disposto ad ascoltare le esigenze dei territori – conclude Giurlani – stavolta dimostri un atteggiamento positivo e si adoperi per trovare le risorse necesarie agli interventi richiesti". “La macchina regionale si è mossa con efficienza – afferma Antonino Melara, responsabile della Protezione Civile regionale – Peraltro siamo in contatto costante con il Dipartimento della Protezione civile nazionale e con il coordinamento delle Regioni per valutare l’invio di ulteriori rinforzi.

Dopo l’appello di ieri del presidente Rossi è intanto arrivato il reggimento Savoia cavalleria nella zona di Albinia, a supporto della popolazione”. "Sono bastati due giorni di piogge intense per far passare l'Arno dalla siccità più lunga del secolo al superamento del primo livello di guardia a Nave a Rovezzano e ad Incisa. Agli Uffizi, la notte scorsa l'acqua era a soli 16 cm sotto il primo livello. Le precipitazioni in calo sono un sospiro di sollievo, ma il balzo dimostra che lo stato di rischio idrogeologico è strutturale.

Le tragedie in corso da Massa alla Maremma, dimostrano che ormai i nostri fiumi sono bombe innescate dall’aumento di frequenza e intensità dei fenomeni estremi dovuti ai cambiamenti climatici. Per questo siamo con il presidente Rossi nella richiesta al Governo di risorse per velocizzare le opere per la sicurezza. Basterebbe la sola progettazione di uno dei 131 cacciabombardieri F35 Lockhee che la Difesa sta per acquistare (650 miloni) per mettere la Toscana al riparo dalle grandi alluvioni". E’ quanto afferma il presidente di Publiacqua Erasmo D’Angelis in merito al maltempo e alle piene di questi giorni.

«E’ ora di dire basta con la conta dei danni e cominciare seriamente a lavorare per la prevenzione di simili disastri». Così Monica Coletta, presidente della Federazione toscana dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali commentando frane, smottamenti e allagamenti che in queste ore stanno interessando tutta la regione con particolare intensità nelle zone di Massa, Grosseto e Siena. «Il maltempo di questi giorni dimostra come sia diventato indispensabile quello che come professionisti dell’ambiente chiediamo da anni – spiega il presidente Coletta -.

C’è bisogno di un’attenta progettazione di opere di sistemazione idraulica e il potenziamento dell’attività di bonifica dei terreni anche con l’aiuto dei privati, è indispensabile reperire le risorse prima, e monitorare costantemente lo stato di salute del territorio. In Italia purtroppo le politiche di prevenzione stentano a decollare e la natura, quando colpisce, fa pagare alla collettività con interessi pesanti, le mancate scelte programmatiche. Come nell’edilizia, senza una costante manutenzione idraulico agraria e idraulico forestale, le sistemazioni ed il territorio si degradano con costi che oltre che economici sono sociali, ambientali, culturali.

Ad esempio per una manutenzione periodica della rete scolante e della vegetazione ripariale i costi sono di 850 euro a ettaro, mentre per una manutenzione straordinaria i costi sono notevolmente maggiori, 7-9mila euro a ettaro con un rischio di peggioramento della qualità ambientale e paesaggistica. Dopo l’emergenza scattata in seguito all’alluvione dello scorso anno si sono spenti i riflettori sulla sicurezza del territorio, una materia su cui c’è da fare ancora molto per una corretta gestione delle aree agricole coltivate, di progettazione, direzione e collaudo delle opere di sistemazione idraulica, di contrasto all’abbandono delle aree rurali, dove i solchi del degrado, innescano forme di dissesto di gravità crescente che collassano in occasione di eventi meteorologici eccezionali.

Proprio quello che stiamo vedendo in queste ore – conclude il presidente Coletta -. E il passato sembra non averci insegnato davvero nulla». “Anziché piangere lacrime di coccodrillo, al Paese serve un decisivo cambio di rotta. Su gran parte d’Italia incombe infatti la minaccia del dissesto idrogeologico, resa ancora più critica dall’accelerarsi sempre più evidente dei mutamenti climatici. E’ una situazione di estrema gravità che va affrontata come una priorità assoluta, per non dover più pagare costi altissimi in termini di vite umane e territori devastati.

È necessario quindi trovare risorse adeguate per la prevenzione, la corretta gestione e la messa in sicurezza del territorio, a partire dalle piccole opere di manutenzione. È un modo per mettere al sicuro i cittadini, non piangere nuove vittime e anche per salvaguardare il territorio. I necessari interventi di manutenzione e messa in sicurezza del territorio, inoltre, sono spesso cantierabili subito e hanno quindi anche il pregio di rilanciare l’occupazione. Anziché finanziare grandi e costose opere dalla dubbia utilità, al Paese serve una grande opera di messa in sicurezza e manutenzione del territorio.

Sarebbe quindi saggio e utile spostare risorse dalle grandi opere verso i necessari interventi di manutenzione e messa in sicurezza del territorio, a partire dalla definitiva cancellazione del progetto Ponte sullo Stretto, che si è ormai trasformato in una farsa costosa e imbarazzante. Necessario anche allentare il patto di Stabilità per consentire alle istituzioni locali che hanno risorse, di utilizzarle per la manutenzione del territorio e la messa in sicurezza degli edifici pubblici”, lo afferma Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, commentando l’ondata di nubifragi che ha tragicamente colpito la Toscana e il Centro Nord. “Sarebbe utile – aggiunge Ermete Realacci -, non far passare invano l’emozione del momento, ma dare subito un segnale ai territori flagellati dal maltempo, come la Toscana, a partire dall’introduzione di misure straordinarie in sostegno di tali realtà nella legge di Stabilità in discussione Camera.

Come ha detto il governatore della Toscana Rossi, infatti, questi territori hanno bisogno dell’aiuto dello Stato centrale per affrontare al meglio il ripetersi di gravi situazioni legate al maltempo. E’ sempre più evidente, infine, che a una situazione già critica si somma il fatto che oggi siamo chiamati a fare i conti con eventi metereologici sempre più violenti, aggravati dagli effetti dei mutamenti climatici, che sempre più spesso trasformano un’ondata di maltempo in una tragedia: perdite di vite umane, frane e allagamenti, costi sociali altissimi.

Serve, dunque, anche affrontare con adeguate politiche la riduzione dei gas serra e gli effetti del cambio di clima, che sono un’evidenza con cui tutti devono fare i conti”. Via libera dalla Regione intanto per il progetto di consolidamento delle sponde del Canale Navicelli a Pisa. Il progetto preliminare presentato dal Comune è stato approvato dalla Giunta regionale, che ha anche predisposto lo stanziamento di 1.375.000 euro da destinare al Comune di Pisa per finanziare l’esecuzione dei lavori.

“Il consolidamento del Canale Navicelli – spiega l’assessore regionale alle infrastrutture Luca Ceccobao – è un’opera strategica, sia per la salvaguardia delle vie fluviali che per lo sviluppo della cantieristica della nautica da diporto in Toscana, che si trova in quel bacino. Il progetto che la Giunta ha approvato e finanziato oggi, assieme ad altre opere precedentemente approvate dalla Regione, è funzionale a rendere navigabile e sicuro il Canale Navicelli”. Il progetto approvato oggi, nel dettaglio, prevede il consolidamento statico delle sponde del Canale Navicelli per un tratto di circa 250 metri tra la Darsena pisana e l’Incile d’Arno.

Si tratta di un intervento propedeutico in vista del futuro escavo fino a 3 metri dei fondali del Canale. Il Canale dei Navicelli, che collega Pisa al mare, rappresenta uno dei più importanti siti della nautica toscana e lavora in stretta sinergia con Viareggio. Vi hanno sede alcuni tra i più importanti cantieri navali italiani, specializzati nelle produzione di mega yacht e imbarcazioni di lusso. La navigabilità del Canale Navicelli è un elemento essenziale, strategico per sostenere un settore che in Toscana conta in tutto oltre 2000 imprese e poco meno di 15mila addetti.

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