Città metropolitana: lavoro paritetico per la fondazione

Il presidente della Provincia: “Non si parli di annessione”. Cosimi: “Il decreto del governo ha generato soltanto problemi”. Accorpando le province rincari anche del 2% sull'RC auto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 novembre 2012 13:23
Città metropolitana: lavoro paritetico per la fondazione

“Proporrò che si svolga a Prato la prossima seduta della Conferenza metropolitana, che riunisce nell’organismo costituente della Città Metropolitana gli amministratori di Firenze, Prato e Pistoia”. Lo annuncia oggi il presidente della Provincia di Firenze in vista della dei prossimi appuntamenti istituzionali che dovranno portare alla costituzione della Città metropolitana di Firenze, Prato e Pistoia, così come previsto dal recente decreto legge emanato dal Governo. “Il decreto riconosce da un punto di vista normativo un’area vasta che esiste già di fatto e che già da tempo ha iniziato a collaborare per risolvere problema importanti, basti pensare al piano interprovinciale dei rifiuti che è stato approvato congiuntamente dai consigli provinciali di Firenze, Prato e Pistoia.

Da varie parti erano giunte sollecitazioni ad approfondire questa collaborazione e queste sinergie. Anche gli industriali, le camere di commercio e i rappresentanti di categoria ci spronavano a pensare in modo coordinato e congiunto a questa area importantissima della Toscana centrale. Ora finalmente ci siamo, e per chi come me aveva messo al centro della sua campagna elettorale il raggiungimento di questo obiettivo è motivo di grande soddisfazione”. “La dimensione della Città metropolitana non crea alcun problema di rapporti istituzionali – ha spiegato Barducci - Perché il compito della Regione come sappiamo è quello di legiferare e indirizzare le scelte strategiche.

Ben diverso il compito di un ente intermedio che deve coordinare nell’area vasta la gestione di servizi importanti, come quello dei rifiuti, della mobilità, dello sviluppo armonico del territorio in collaborazione con i comuni che sono i veri enti di prossimità con i cittadini”. “Anzi – ha aggiunto il presidente della Provincia di Firenze - questa è l’occasione per misurare lo spessore della classe dirigente del territorio che deve essere capace di anteporre le esigenze di sviluppo del territorio al proprio ruolo e primato politico”.

Infine il presidente della Provincia ha ribadito l’importanza dell’elezione diretta degli organi di governo della futura città metropolitana “Non è possibile creare un organismo così importante e poi sottrarlo alla decisone dei cittadini per determinare la ‘governance’. Di persone nominate che non rispondono direttamente ai cittadini elettori ce ne sono già troppe”. “La riduzione delle province sta creando problemi e tensioni molto forti, sul piano economico non si può parlare di un effettivo risparmio di costi, e a livello locale il nuovo scenario determina soltanto conflitti campanilistici che non è facile frenare.

Sono dunque convinto che sia un passaggio monco e non di qualità”.     Un commento forte quello rilasciato al sito Anci dal sindaco di Livorno e coordinatore delle Anci regionali, Alessandro Cosimi, sul riordino e accorpamento delle Province.“Ancora non abbiamo avuto certezze sulle competenze – precisa – si avverte un conflitto di attribuzione per cui ci vorrà anche una revisione del Titolo V da parte del Parlamento”. Il primo cittadino si dimostra scettico anche sui criteri per l’individuazione del capoluogo, e definisce “una furberia” i principi adottati “perché sono state date risposte a pressioni che sono state fatte in maniera non appropriata e non da soggetti istituzionali”.

E il sindaco di Livorno tende a precisare che “la strada maestra, cioè quella che aveva indicato l’Anci di una riforma dello Stato passando dall’articolo 133 della Costituzione al Titolo V poteva essere l’unica utile”. Entriamo nel concreto, lo scenario che si è venuto a creare in Toscana è piuttosto complicato perché “si parte da una città metropolitana che rappresenta circa il 60% del Pil regionale” secondo Cosimi “sarà dunque impossibile tornare indietro da una provincia di quel tipo”.

Sicuramente si sarebbe potuto pensare ad un percorso alternativo: “forse – ribatte – si poteva ipotizzare lo scioglimento delle province, ritornare ad un rapporto diretto Regioni-Comuni spingendo le regioni ad assumere non livelli di gestione, ma di capacità legislativa, e facendo Consorzi di Comuni, un percorso che avrebbe potuto portare alla riduzione degli oltre 8mila Comuni che in effetti – dichiara - sono davvero troppi”. E conclude: “è uno scenario che l’Anci aveva ipotizzato da tempo, ma purtroppo le nostre denunce sono rimaste inascoltate, in molte occasioni – conclude - avevamo previsto i problemi che oggi ci troviamo ad affrontare”. “Con l’istituzione della città metropolitana finalmente l'area vasta metropolitana Firenze-Prato-Pistoia diventa realtà, il governo dei tecnici ha fatto la scelta migliore.

Il sistema economico, infrastrutturale, sociale e di servizi pubblici, il pendolarismo per studio e per lavoro, tutto nei fatti spinge nella direzione dell'area vasta. Il decreto del governo riconosce da un punto di vista normativo un’area vasta che esiste già di fatto e che già da tempo ha iniziato a collaborare per risolvere problemi importanti. La decisione del governo ci dà l'opportunità di lavorare a questa prospettiva e dotare la Toscana di una grande area metropolitana che sappia parlare all'Europa e costituire l'asse portante per uno nuovo modello di sviluppo economico della nostra regione.

Si tratta di una opportunità per il sistema produttivo e per valorizzare anche le peculiarità che hanno caratterizzato le diverse realtà presenti in quest’ unica area vasta”. È il commento del Presidenti CNA Firenze Mauro Fancelli, CNA Prato Anselmo Potenza e CNA Pistoia Aldo Piantini. “Del resto – aggiungono i tre Presidenti - in CNA l’Area Metropolitana Fi-Po-Pt esiste già da tempo, per questo siamo molto soddisfatti che ora lo diventi anche istituzionalmente. Abbiamo fatto la scelta di lavorare su aree vaste e anche al nostro interno ci stiamo organizzando per condividere valori e eccellenze nell’ottica di valorizzare il territorio e le imprese.

Per superare l’attuale terribile congiuntura e costruire il futuro bisogna unire le forze, pensare in modo coordinato a questa area importantissima della Toscana centrale. Questa è anche l’occasione per misurare la capacità della classe politica locale di superare la dimensione localistica per privilegiare le esigenze di sviluppo del territorio”. Questo giudizio è condiviso da tutta la CNA Toscana che, nella riunione di Direzione del 19 settembre scorso, ha approvato un documento, poi inviato a Consiglio delle Autonomie Locali, nel quale ribadiva l’urgenza di drastiche riduzioni della spesa pubblica e dello snellimento della pubblica amministrazione.

Nel documento si diceva testualmente che le obiezioni circa la compatibilità di Firenze città metropolitana con la creazione di una Provincia metropolitana comprendente Firenze-Prato-Pistoia, potevano essere superate facendo rientrare nella città metropolitana le tre province interessate, come proposto dalla Regione Toscana. Infine secondo i calcoli di Facile.it l’accorpamento delle province deciso dal Governo Monti potrebbe equivalere ad un aumento del premio RC auto per oltre un milione e mezzo di italiani.

Ad influire sull’importo pagato dagli automobilisti la diversa aliquota provinciale applicata; a Parma si paventa l’aumento maggiore (+2%). Mentre Teramo, accorpata a L’Aquila, arriverà a risparmiare, è paradossale il caso di Treviso che, se dallo scorso settembre aveva ottenuto la riduzione dell’imposta, potrebbe tornare all’aliquota massima nel caso di una fusione con Belluno; potrebbe, invece, risparmiare il 2,5% se l’accorpamento avvenisse con la provincia di Padova.

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