Strage di Sant'Anna. Stoccarda archivia l'inchiesta: le prove insufficienti

Il 12 agosto 1944 a Sant’Anna di Stazzema i soldati della 16esima divisione della Waffen-SS fucilarono 560 uomini, donne e bambini.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 ottobre 2012 19:31
Strage di Sant'Anna. Stoccarda archivia l'inchiesta: le prove insufficienti

L'inchiesta sulla strage di Sant'Anna di Stazzema , paesino della Versilia, è archiviata : la magistratura tedesca ha ritenuto che non ci fossero elementi sufficienti per condannare i 17 soldati appartenuti alle SS (8 dei quali ancora vivi) che presero parte al massacro del 12 agosto 1944 in cui persero la vita 560 persone. “Una decisione che lascia sconcertati: anche perché tra gli indagati c’erano rei confessi, che pubblicamente hanno raccontato di aver sparato con la mitragliatrice su donne inermi”.

Commenta così il presidente della Toscana Enrico Rossi la scelta del tribunale di Stoccarda di archiviazione dell’inchiesta. “La presenza lo scorso agosto a Sant’Anna del presidente del Parlamento europeo Schultz , che ha deciso di partecipare alla commemorazione della strage – sottolinea Rossi -, aveva sancito in modo solenne che il dolore di quella comunità è parte di una nuova cittadinanza europea: un’Europa unita non con il dominio ma con il diritto e la giustizia.

La decisione ora del tribunale di Stoccarda ci fa fare un brutto passo indietro. Nessuno cerca vendetta: un massacro come quello di Sant’Anna reclama giustizia. Questo verdetto ora la nega”. I giudici tedeschi al termine di una lunga inchiesta hanno infatti detto che non c’erano elementi sufficienti per dimostrare la partecipazione dei 17 militari al massacro compiuto il 12 agosto 1944: soprattutto che non era stato possibile dimostrare che si è trattato di un’azione pianificata e ordinata nei confronti di civili, provandone la responsabilità individuale. Il 12 agosto 1944 a Sant’Anna di Stazzema i soldati della 16esima divisione della Waffen-SS “Reichsfuehrers-SS” fucilarono 560 uomini, donne e bambini.

Il 22 giugno 2005, dieci ex ufficiali e sottufficiali tedeschi sono stati condannati all’ergastolo per il massacro dal tribunale militare di La Spezia. Al momento della sentenza – confermata in secondo appello e in Cassazione, con ergastoli quindi definitivi ma mai scontati – i dieci erano tutti ultraottantenni. Questi 10 ufficiali appartenevano al gruppo dei 17 soldati sui quali ha aperto l’inchiesta la procura di Stoccarda. Dei 17 sospettati otto sono ancora in vita, tra cui anche il 91enne Gerhard Sommer. “Siamo addolorati e sconfortati per la notizia che non verrà svolto il processo per otto ex gerarchi delle SS sospettati di aver preso parte al massacro di S.

Anna di Stazzema. Non siamo però rassegnati, quella strage deve trovare verità e giustizia: presenterò una interrogazione per chiedere al governo l’acquisizione degli atti e per sapere in che modo intenta proseguire l’azione per impedire l’impunità dei responsabili”. Dichiara il deputato del Pd Paolo Corsini , componente della delegazione parlamentare italiana presso l'Assemblea del Consiglio d'Europa, commentando la decisione della magistratura tedesca. "Una decisione scandalosa, che offende la memoria delle cinquecentosessanta vittime e addolora chiunque ancora creda giusto e doveroso cercare verità e giustizia per gli anni bui della Seconda Guerra Mondiale".

E' il commento dell'onorevole Fabio Evangelisti , Segretario Idv Toscana, alla notizia che la Procura di Stoccarda ha deciso di non processare gli otto ex gerarchi tedeschi per insufficienza di prove. "A nome di Italia dei Valori - continua Evangelisti - presenterò un'interrogazione urgente al Governo per capire in che modo intenda attivarsi presso le autorità tedesche per impedire l'archiviazione del processo". "La ricerca della verità e l'attribuzione delle responsabilità rappresentano, infatti, ancora oggi un dovere nei confronti delle vittime e dei superstiti e un atto doveroso per non macchiare assolutamente la memoria di una delle stragi più atroci ed efferate di quegli ultimi anni di guerra", conclude Evangelisti. La foto è tratta da Wikipedia

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