Rom, Allocca: “L’inclusione parte dal riconoscimento”

Casa, lavoro, istruzione, salute. Sono le quattro priorità individuate dalla ‘Strategia nazionale d’inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti’

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 settembre 2012 14:45
Rom, Allocca: “L’inclusione parte dal riconoscimento”

Casa, lavoro, istruzione, salute. Sono le quattro priorità individuate dalla ‘Strategia nazionale d’inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti’, documento redatto dal Ministero per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione, approvato dall’UE lo scorso maggio ed illustrato stamattina nel corso del convegno ‘I Rom in Toscana tra innovazione e nuove criticità’ presso l’Auditorium di Sant’Apollonia a Firenze. Documento al quale si ispira anche la Regione Toscana per favorire il processo di superamento dei campi nomadi.

“La questione abitativa – ha spiegato l’assessore al welfare Salvatore Allocca – è un elemento imprescindibile, è la pre-condizione affinchè anche gli altri tre ambiti possano aver successo. Ma sotto questo profilo non è sufficiente risolvere la questione del dove si vive, è necessaria una valutazione più completa avviando anzitutto il riconoscimento e la rappresentazione di un popolo che è privo di entrambi. Una situazione peculiare distinta da quella di altre comunità che sono venute a vivere in Italia.

Ancora oggi – ha proseguito Allocca – queste popolazioni vengono spesso separate dai contesti sociali ordinari e relegate in luoghi inadatti o non attrezzati. Una situazione di emarginazione creatasi per motivi storici e che purtroppo si è auto alimentata. All”accoglienza’ che è stata data loro nei secoli non c’è stata una risposta violenta ma l’isolamento. Adesso spetta anche a noi intervenire per risolvere questa situazione, sia attraverso il riconoscimento giuridico ma anche favorendo condizioni per un’inclusione anche a livello lavorativo, sviluppando percorsi di economia solidale e favorendo l’inserimento in progetti di servizio civile regionale”. Dal 2011 la Regione ha costituito una cabina di regia regionale per condividere con le amministrazioni locali strategie ed indirizzi.

“Lo scopo della cabina – ha aggiunto Allocca – è individuare e sostenere azioni che permettano di superare le criticità emerse nei vari territori, uscendo però da una logica emergenziale. Siamo in una situazione di mancanza di risorse ed occorre quindi prima di tutto stabilire le priorità e lavorarci coinvolgendo tutti i livelli istituzionali”. Grazie a due leggi regionali e ad un forte movimento che ha coinvolto gli stessi Rom varie realtà locali hanno sperimentato strategie ed azioni per superare i campi.

“Però – ha ancora precisato l’assessore – l’eterogeneità del mondo Rom e la pluralità dei percorsi e dei progetti non consentono di considerare una formula più valida di altre”. Si va dagli ‘alloggi sociali’ alle aree attrezzate per la residenza, dal recupero di patrimonio dismesso all’autocostruzione e autorecupero, fino al sostegno e messa a norma di situazioni autonomamente realizzate. “Non ci sono ‘modelli’ o ‘buone prassi’ – ha detto ancora Allocca – ma solo la strada della condivisione e del dialogo con ogni singola e differente realtà”. Quanto è stato fatto in Toscana a partire dalla seconda metà degli anni ’90, ha ispirato azioni in altre realtà, anche fuori dai confini nazionali.

L’’area attrezzata per la residenza’, individuata dalla legge regionale 2 del 2000 (‘Interventi per i popoli Rom e Sinti’), prevede una specifica destinazione urbanistica e standard di qualità residenziale, grazie alla quale sono stati realizzati alcuni ‘villaggi’ per piccoli e medi gruppi di rom provenienti da campi. Come a Firenze, in via del Guarlone, villaggio con 6 alloggi o a Pisa-Coltano, con la sostituzione del vecchio e fatiscente campo con 17 abitazioni. Al Poderaccio, sempre a Firenze, sono stati installati due lotti di abitazioni temporanee in legno.

Attualmente oltre 500 persone abitano in insediamenti di questo tipo. Altri progetti sperimentali hanno hanno condotto alla chiusura di campi (a Firenze il campo Masini con il progetto ‘Rom Toscana’, a Pisa con il programma ‘Città sottili’) per arrivare, pur con difficoltà e gradualità, all’accompagnamento abitativo di famiglie in alloggi reperiti sul libero mercato. Il numero delle famiglie coinvolte in questi progetti sono oltre 90. Infine, il processo di inserimento sociale dei rom ha prodotto anche un loro graduale accesso all’edilizia pubblica: a oltre 75 famiglie nella sola Firenze, e a circa 145 nell’intera regione (per un totale di circa 750 persone) sono stati assegnati alloggi Erp tramite le graduatorie.

Da segnalare inoltre che, in collaborazione con la Fondazione Michelucci, la Regione dal 1995 gestisce un Osservatorio sulla condizione sociale e abitativa dei Rom e Sinti. Si calcola che in Italia vivono circa 150 mila Rom e Sinti. In Toscana, secondo l’Osservatorio sulle povertà abitative e sugli insediamenti Rom e Sinti della Fondazione Michelucci, le presenze sono circa 2700, quasi la metà inserite in insediamenti riconosciuti e composta da minori. Nel 1995 circa 2500 persone vivevano in campi, gran parte dei quali non autorizzati o riconosciuti.

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