Una non guida su arte, cultura, vita di Venezia e dei veneziani

Sopra l'acqua e sugli alberi di Claudio Nobbio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 agosto 2012 15:05
Una non guida su arte, cultura, vita di Venezia e dei veneziani

Il turista che visita Venezia per la prima volta affronta spesso un percorso classico, che passa per la chiesa di San Rocco, per il ponte di Rialto e per piazza San Marco. Ma andando controcorrente rispetto alle molte guide esistenti possiamo scoprire diversi lati della città nascosti, ma non per questo meno importanti. Sopra l'acqua e sugli alberi (pp. 88, euro 7), la «non guida» di Claudio Nobbio in uscita a settembre per l'editore Mauro Pagliai, ci svela un itinerario per amanti e iniziati, portandoci tra calli e sottoporteghi segreti, osterie e mercati, sulle orme di personaggi che hanno segnato la storia della città. Il poeta Ezra Pound, che visse i suoi ultimi anni proprio nella città lagunare, scrisse: "O Dio, quale grande bontà abbiamo compiuta e scordata da donare a noi questa meraviglia, o Dio delle acque, o Dio della notte quale grande dolore ci attende da compensarci così innanzi tempo?".

E tra coloro che amarono la città, possiamo ricordare ad esempio Igor Stravinsky (anche lui come Pound sepolto a San Michele), Anton Checov e Thomas Mann. Alcuni personaggi-simbolo sembrano vivere ancora per le strade, e camminando per calli e ponti possiamo seguirne la storia: come per Casanova, che abitò a palazzo Merati e che giocava d'azzardo nella zona del Ridotto. Claudio Nobbio, giornalista enogastronomico, ha scelto Venezia come città d'adozione, avendo lavorato lì a lungo come direttore d'albergo, e ne dipinge un quadro insolito in una narrazione arguta e piena di aneddoti, senza limitarsi a parlare di arte e cultura, ma percorrendo i territori del folklore e dell'alimentazione.

Così, sfogliando le pagine del libro e le appendici finali, troviamo feste e ricorrenze storiche, impariamo i piatti della cucina tradizionale (dal baccalà mantecato al fegato alla veneziana, passando per la ricetta originale del Bellini) e scopriamo il significato di alcune voci dialettali ormai assorbite dalla lingua italiana (tra cui i bìgoli, le càpe lònghe e le frìtole). Gherardo Del Lungo

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