Le reazioni ai tagli decisi dalle Poste per i suoi uffici

Tutti i partiti e i sindacati si scagliano contro la decisione decisa dall'azienda per cui ben 174 uffici postali sul territorio regionale potrebbero chiudere

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 luglio 2012 17:53
Le reazioni ai tagli decisi dalle Poste per i suoi uffici

"Esprimiamo profonda preoccupazione per le gravi e inevitabili ripercussioni in termini di servizio ai cittadini causate dalla riorganizzazione dei Servizi postali prevista da Poste Italiane S.p.A. che, soltanto in Toscana, paventa la chiusura di ben 174 uffici postali su tutto il territorio regionale". Lo dichiara, in una nota, Roberto Rizzo, Responsabile del Dipartimento Lavoro-Welfare Idv Toscana. "A giorni, infatti, in assenza di accordo sindacale, Poste Italiane provvederà infatti ad un efficientamento dei servizi postali che coinvolgerà inizialmente cinque regioni, Piemonte, Emilia Romagna, Basilicata Marche e Toscana.

Il piano aziendale prevede una riorganizzazione complessiva che comporterà la soppressione di 1410 zone di recapito, vale a dire la porzione di territorio su cui viene fornita da ciascun portalettere la prestazione di recapito di oggetti postali". "A ciò si aggiunga la riduzione del numero degli addetti ai centri di movimentazione postale", aggiunge Rizzo. "Oltre all'inaccettabile ricaduta di questa miope strategia aziendale in termini di esuberi, particolarmente gravosi in un periodo di crisi che non risparmia alcuna porzione del territorio nazionale, denunciamo anche l’inevitabile peggioramento, purtroppo anche nel nostro territorio, del servizio che Poste Italiane, in adempimento agli accordi di programma sottoscritti con il Governo, è tenuta a svolgere a beneficio di tutti i cittadini, ovunque essi risiedano". "Il taglio, infatti, coinvolgerà indiscriminatamente aree metropolitane e piccoli comuni ed il naturale decremento della qualità del servizio universale intaccherà il diritto di ogni cittadino a fruire di una rete infrastrutturale finanziata dal denaro pubblico", spiega Rizzo.

"In questo senso ci adoperemo presso l’azienda Poste Italiane e presso l’azionista pubblico affinché non si dia seguito al progetto ed anzi si riapra un tavolo di confronto che preveda non il depauperamento bensì lo sviluppo del settore, a beneficio della qualità". "A nostro avviso, dunque, quello di Poste Italiane è un piano inaccettabile, che colpisce un servizio fondamentale per i cittadini e che prevede il taglio di 600 posti di lavoro soltanto in Toscana", argomenta Rizzo. "Nonostante gli utili record, infatti, la Toscana nel 2012 subirà un taglio di circa 500 porta lettere e la parziale chiusura del Cmp di Pisa con un ulteriore taglio di 130 posti di lavoro.

Come Italia dei Valori ci adopereremo fin da subito in sede parlamentare con un'interrogazione indirizzata al Ministero del Tesoro, proprietario di Poste Italiane, società reduce da anni di bilanci chiusi con utili record, con utili per oltre 800 milioni di euro". "In un periodo di crisi come quello che sta attraversando il nostro Paese - conclude Rizzo - un'azienda di proprietà dello Stato come Poste Italiane dovrebbe prevedere percorsi di sviluppo, e offrire un servizio teso a garantire livelli occupazionali e servizi ai cittadini". La scure di Poste Italiane potrebbe presto abbattersi sull’ufficio postale di San Vincenzo a Torri, nel Comune di Scandicci.

Il taglio, molto probabile, ha provocato la reazione della Lega Nord Toscana che proprio per San Vincenzo ha già intrapreso alcune battaglie, come quella sulla farmacia, quella sulla variante e quella sulla sicurezza stradale in via Empolese. «Non so cosa abbiano fatto di male i cittadini di San Vincenzo a Torri». È il commento laconico del consigliere comunale scandiccese del Carroccio, Alessandro Martini. «Si vuole tagliare – rimarca l’esponente leghista – l’ennesimo servizio in questo paese.

A San Vincenzo a Torri non c’è una farmacia: qui, l’Amministrazione, che pensa al profitto, non vuole spostare una di quelle comunali nonostante le richieste dei cittadini che in massa hanno sottoscritto anche una nostra petizione. Ogni giorno, i cittadini devono fare i conti con la pericolosità di via Empolese, dove ci passano anche tir e autobus a velocità sostenuta e dove, nonostante le promesse elettorali del Pd, mancano dei marciapiedi soprattutto in prossimità della scuola. Infine, ora si vuole colpire nuovamente questo paese levando l’ufficio postale.

Tutto ciò è inammissibile. So che ci sono gli uffici alla Ginestra e a Cerbaia (in zona verrà tagliato probabilmente anche quello alla Romola, ndr), ma le Poste sono un servizio fondamentale soprattutto per gli anziani che ritirano la pensione. E gli anziani di San Vincenzo – continua il consigliere comunale del Carroccio – non hanno tutte queste possibilità di spostarsi nei paesi limitrofi. Poste Italiane SpA poteva tagliare gli sprechi e non i servizi in quelle zone che, senza offesa, sono sempre più dimenticate dal mondo.

Visto che, comunque, pare che Poste Italiane SpA stia cercando di stringere accordi con gli enti locali per trasformare gli uffici in centri multiservizi per salvarli, spero che l’Amministrazione di Scandicci – conclude Martini – intervenga quanto prima facendo il proprio dovere a difesa della cittadinanza». Dello stesso avviso è il consi gliere regionale della Lega Nord Toscana, Gian Luca Lazzeri, che invita le Istituzioni (Comune, Provincia e Regione) «a ribellarsi contro questi tagli incondizionati operati da Poste Italiane che vanno a colpire la popolazione, soprattutto quella di periferia e delle zone di montagna.

Non ci dimentichiamo dell’importanza sociale che ricoprono gli uffici postali, le farmacie e le piccole botteghe nei piccoli paesi». Ma il taglio potrebbe colpire anche le casse dei Comuni. «Parlando in generale, i cittadini – conclude Lazzeri – potrebbero aver bisogno di servizi navetta che, naturalmente, graveranno sulle casse comunali». «Oltre che inaccettabile, il taglio di più di 1000 uffici postali potrebbe far perdere a Poste Italiane S.p.A. uno dei requisiti necessari per mantenere l’affidamento del servizio da parte dello Stato».

È l’annuncio del consigliere regionale della Lega Nord Toscana, Gian Luca Lazzeri. «Il decreto legislativo n. 58 del 2011 – chiosa l’esponente del Carroccio -, attuando la direttiva europea 2008/6/CE, ha affidato, per quindici anni, il servizio postale universale a Poste Italiane S.p.A. Ogni cinque anni, però, il Ministero dello sviluppo economico verifica, sulla base di un'analisi effettuata dall'autorità di regolamentazione, che l'affidamento del servizio universale a Poste Italiane S.p.A.

sia conforme ai criteri di cui alle lettere da a) ad f) del comma 11 dell'articolo 3 e che nello svolgimento dello stesso si registri un miglioramento di efficienza, sulla base di indicatori definiti e quantificati dall'autorità. In caso di esito negativo della verifica di cui al periodo precedente, il Ministero dello sviluppo economico dispone la revoca dell'affidamento». Da qui la sconcertante notizia: «Tra i requisiti previsti dall’art. 3 – continua il Consigliere leghista - vi è quello della “garanzia della continuità della fornitura del servizio universale in considerazione del ruolo da questo svolto nella coesione economica e sociale”.

Se verrà confermato il taglio di più di mille uffici postali, molti dei quali in zone disagiate del paese, con il conseguente licenziamento di moltissimi addetti, questa coesione non esisterà più. L’AGCOM – continua il rappresentante del Carroccio -, avendo acquisito, con il decreto legge n. 201 del 2011, i poteri della soppressa “Agenzia nazionale regolamentazione del settore postale”, dovrà fornire al Ministero l’analisi sulla conferma o meno dell’affidamento. Pertanto – conclude Lazzeri –, chiedo all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni di battere un colpo facendo presente, fin da subito, al Ministero dello sviluppo economico e a Poste Italiane, che questa scelta potrebbe far perdere all’azienda il suo affidamento». "Gli uffici postali sono un servizio pubblico sociale che non può rispondere a meri criteri di redditività, tanto più che Poste SpA (il cui capitale è 100% dello Stato) ha chiuso l'esercizio 2011 con un bilancio in attivo di 846 milioni di euro.

Dal 2002 ad oggi l'azienda ha chiuso per nove anni consecutivi bilanci con profitti crescenti. Dunque non si capisce il perchè di questa pesante mannaia nel territorio fiorentino e nazionale. Se compito dello Stato è facilitare la vita ai cittadini, siamo sulla strada sbagliata". Alessandro Cresci, coordinatore provinciale IdV Firenze esprime a nome del partito la sua preoccupazione per le migliaia di cittadini che saranno penalizzati dalla chiusura di 19 uffici postali nella sola Provincia fiorentina: "Penso agli anziani che abitano in paesi come Vallombrosa o alla Consuma, che d'estate si affollano di villeggianti, solo per citarne alcuni.

Italia dei Valori Firenze chiede che si intervenga per rivedere questo infausto piano, questo non è razionalizzare ma devastare un servizio essenziale per la popolazione". “È necessario che Poste italiane riveda le decisione assunte da qualche settimana di chiudere alcuni uffici postali anche in provincia di Siena. Si tratta, infatti, di una scelta che produrrà un peggioramento della qualità dei servizi erogati dagli uffici postali in importanti realtà del nostro territorio. Servono, al contrario, delle scelte organizzative da parte dei responsabili di Poste italiane orientate al miglioramento di tali servizi, alla luce anche di un confronto con le istituzioni locali che possa portare a soluzioni condivise per la tutela dei diritti dei cittadini all’universalità del servizio”.

Sono queste le richieste contenute nell’ordine del giorno approvato a maggioranza in consiglio provinciale e presentato da Marco Nasorri, capogruppo Pd; Antonio Giudilli, capogruppo Idv e Roberto Renai, capogruppo Sel. “Il servizio postale - commenta Marco Nasorri - è un diritto universale per tutti i cittadini e non possiamo privare gli abitanti dei piccoli centri abitati di un servizio e di una funzione sociale fondamentale. La soppressione e la riduzione degli orari di apertura di alcuni uffici postali riguardano anche frazioni popolose, situate lungo vie di comunicazione importanti e di collegamento con presidi pubblici.

Si tratta, spesso, di centri abitati in buona parte da persone anziane, per i quali i disagi prodotti sono amplificati, con conseguenze negative anche sulle piccole attività produttive, commerciali e turistiche. La decisione di Poste italiane si colloca, quindi, in controtendenza rispetto all’impegno che gli enti locali stanno portando avanti da tempo e con grandi difficoltà, per mantenere i servizi essenziali nel territorio e scongiurare così i fenomeni di spopolamento, sostenendo lo sviluppo del turismo, l’incremento dell’offerta ricettiva e la valorizzazione dei prodotti tipici”.

“È inaccettabile - continua Nasorri - che un’azienda come Poste italiane che realizza ogni anno un utile di circa 846 milioni, decida di intraprendere una tale politica di tagli, che porterà a un risparmio ipotizzato di soli 20 milioni a livello nazionale, mettendo a rischio in tutta Italia fino a 12 mila posti di lavoro. In Toscana i tagli ipotizzati dall’azienda porterebbero alla chiusura di circa 120 uffici con un notevole abbassamento dei livelli occupazionali. Per non parlare delle pesanti ricadute che avrebbero questi tagli a livello locale, specie nel particolare periodo di crisi economica che il nostro Paese sta affrontando.

Condividiamo, quindi, le preoccupazioni espresse da molte amministrazioni locali, dalle forze sindacali ed economiche sulle conseguenze di queste decisioni e sosteniamo il lavoro portato avanti in queste settimane dai sindaci, dall’Uncem e dall’Anci, con la speranza che Poste italiane torni sui suoi passi ed eviti di aggravare la qualità di vita dei centri interessati”. Infine una nota stampa da parte dei sindacati "Ancora un atto di arroganza e di disprezzo verso i lavoratori da parte di Poste Italiane. Poste Italiane ha voluto aggiungere una ulteriore “perla” alla sua immagine, infatti dopo aver colpito i cittadini tagliando il recapito ed annunciando l’intenzione di chiudere 172 uffici postali nella nostra regione, dopo aver voluto colpire le donne sottoscrivendo un accordo con organizzazioni sindacali minoritarie con il quale si penalizzano le donne in gravidanza ai fini del riconoscimento del Premio annuo nella giornata di oggi ha negato alla FILCAMS CGIL di poter svolgere all’interno dei locali (anche a quelli in uso alla RSU) del CMP di Sesto Fiorentino un’assemblea sindacale con il personale della SECEDA GROUP cui è affidato in appalto il servizio di pulizia. Un comportamento grave ed inaccettabile da parte di un’azienda che sembra oramai in preda ad un delirio di onnipotenza. La proprietà pubblica dell’azienda rende ancor più insopportabile il comportamento di Poste Italiane. SLC e FILCAMS si riservano di attivare nei prossimi giorni tutte le iniziative legali e sindacali e chiedono il sostegno e la solidarietà delle istituzioni Locali".

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