Fidejussione falsa di 7,5 milioni di euro per accedere a contributi pubblici

Truffa ai danni dello Stato dei vertici di Rossignolo. Simoncini e Cosimi: “Regione e Comune già mossi per tutelare risorse”. Siderurgia: commissione Emergenza occupazionale a Livorno per Lucchini e Magona

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 luglio 2012 14:44
Fidejussione falsa di 7,5 milioni di euro per accedere a contributi pubblici

FIRENZE– E' di questa mattina l’arresto dell’imprenditore piemontese Gianmario Rossignolo proprietario di De Tomaso, che aveva rilevato lo stabilimento ex Delphi a Livorno. Sempre stamattina, perquisizioni ed arresti in Piemonte, Lombardia e Toscana. Impegnati 50 Finanzieri del Comando Provinciale di Torino. L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino e scaturita dalla vicenda del "fantomatico" investitore cinese che avrebbe dovuto salvare la casa automobilistica, con l'apporto di capitali mai arrivati, riguarda i finanziamenti stanziati dal Ministero del Lavoro, per avviare dei corsi di formazione del personale, in massima parte in cassa integrazione già da gennaio 2010.

Sono stati infatti erogati dallo Stato 7 milioni e mezzo di euro, destinati all'aggiornamento professionale delle maestranze, nella prospettiva dell'avvio di nuove linee produttive. Dagli accertamenti dei Finanzieri, un primo punto fermo: i corsi, finanziati per la totalità dei dipendenti (oltre 1000) nell'arco di tre anni, in realtà non sono mai partiti, se non in minima parte (li hanno iniziati 67 dipendenti e solo per pochi giorni). L'inchiesta delle Fiamme Gialle ha consentito di risalire all'effettiva destinazione delle somme, in parte utilizzate per pagare gli stipendi degli operai, ma soprattutto dirottate nelle tasche di manager, consulenti e della proprietà.

In particolare, ammontano a circa 400.000 euro le retribuzioni riconosciute in tre mesi ai membri della Famiglia R. ed a dirigenti di fiducia. Grazie agli accertamenti bancari, è stato poi ricostruito il pagamento di consulenze ad un mediatore creditizio della provincia di Bergamo, al quale sono andati 1,7 milioni di euro come compenso per aver procurato la polizza fidejussoria richiesta dal Ministero a garanzia del finanziamento concesso, successivamente rivelatasi falsa. Arrestate le persone gravemente indiziate della truffa: il patron, finito ai domiciliari perché ultraottantenne, il dirigente della casa automobilistica che ha personalmente istruito la pratica di finanziamento ed il professionista bergamasco che ha fornito all'azienda la polizza falsa.

Le indagini proseguono ora per ricostruire i singoli passaggi di denaro, individuare così i beneficiari ultimi dei pagamenti e verificare se avevano titolo o meno a ricevere quei soldi. Sotto la lente degli investigatori, adesso, un ulteriore finanziamento di circa 6 milioni di euro, concesso alla stessa casa dalla Regione Piemonte per l'adeguamento tecnologico degli impianti di produzione. In tempo di "spending review", l'intervento della Guardia di Finanza, sempre seguendo le direttive dei magistrati inquirenti, si inserisce in un più ampio piano di azione, finalizzato a contrastare sprechi e malversazioni, così promuovendo un ottimale impiego delle risorse pubbliche. “Auspichiamo che l’indagine della magistratura, alla quale i nostri uffici hanno dato piena collaborazione, possa permettere di fare piena luce su una vicenda che ha prodotto costi sociali rilevanti e che, a fronte di una disponibilità ed attenzione da parte della pubblica amministrazione a sostenere un progetto industriale per favorire la rioccupazione dei lavoratori, sembra mettere in luce comportamenti intollerabili che, se confermati dovranno essere perseguiti con grande durezza”.

Questa la reazione dell’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini alla notizia. “Per parte sua la Regione Toscana e le sue collegate – prosegue Simoncini – hanno predisposto tutti gli atti a tutela delle risorse messe a disposizione del progetto, sia con gli atti ingiuntivi predisposti da Fidi e Sici, sia con l’avvio dei procedimenti di revoca dei finanziamenti concessi a seguito di bandi pubblici. L’impegno per costruire nuove prospettive di lavoro per i lavoratori e le lavoratrici ex Delphi proseguirà, in stretto collegamento col Ministero dello sviluppo economico”. In particolare, la Regione ha già avviato da giugno l’atto di revoca del finanziamento per la formazione dei lavoratori ex Delphi mentre, per quanto concerne il progetto di ricerca e sviluppo, scaduti i termini perentori per la presentazione dei chiarimenti richiesti all’azienda, sono state attivate le procedure di revoca del progetto, a favore del quale peraltro non c’è stata alcuna anticipazione finanziaria da parte della Regione. Da mesi Fidi Toscana e Sici hanno attivato le procedure legali per il recupero delle risorse erogate con il prestito obbligazionario convertibile.

Grazie a queste azioni hanno ottenuto dal tribunale di Livorno il pignoramento del marchio De Tomaso e di un impianto a Grugliasco, beni per i quali è stata fatta istanza di vendita. “Dispiace – commenta il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi – una notizia che rende ingloriosa la fine di un percorso nel quale abbiamo cercato di trovare tutte le occasioni per portare al lavoro gli ex dipendenti della Delphi. E’ evidente che questa iniziativa della Magistratura da conferma ai dubbi che negli ultimi mesi erano emersi con sempre più forza.

La Regione Toscana, il ministero dello Sviluppo economico, così come la Spil faranno di tutto per recuperare le somme che in qualche modo avevano determinato un aiuto alla De Tomaso. Questo episodio conferma che la non chiarezza e la mancanza di trasparenza che è stata messa in atto ha determinato una situazione nella quale le responsabilità penali dei singoli dovranno essere perseguite. D’altro canto oggi abbiamo una chiarezza degli eventi e possiamo lavorare, da una parte per trovare un’occasione diversa di reindustrializzazione, dall’altra per tutte le procedure, anche le più rigorose e le più pesanti, per far restituire ai lavoratori ciò che devono avere.

Intanto continuiamo ad operare perché venga garantita la prosecuzione della Cassa integrazione e perchè ci possa essere il tempo e il respiro per trovare soluzioni diverse.” La commissione Emergenza occupazionale del Consiglio regionale della Toscana, presieduta da Paolo Marini della Federazione della Sinistra, incontrerà a Livorno la commissione speciale Lavoro della Provincia.All’incontro, che all’ordine del giorno ha l’aggiornamento della situazione della Magona e della Lucchini nonché dell’intero comparto siderurgico di Piombino, si svolgerà a Palazzo Granducale, sede della Provincia di Livorno, domani mattina, venerdì 13 luglio, a partire dalle ore 10.All’incontro sono stati invitati anche i sindacati, la Giunta provinciale ed i consiglieri regionali interessati alla questione.

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