Anche la Toscana vittima dei tagli alla spesa pubblica nazionale

L’On. Realacci annuncia un’interrogazione parlamentare. Giurlani preoccupato per i disagi delle fasce deboli delle popolazioni montane

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 luglio 2012 15:04
Anche la Toscana vittima dei tagli alla spesa pubblica nazionale

Spending review, ovvero revisione e razionalizzazione della spesa pubblica, ha superato l’esame del Senato e sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri. Per Mario Monti "l'intento è agire lì dove vi sono gli sprechi" ma sotto la scure rischia di finirci un po' tutto. Sindacati in allarme e pronti allo sciopero generale in tutti i settori. Presidenti di Regione, Vendola in testa, pronti ad abbandonare la gestione della Sanità Pubblica per non parlare dell'Istruzione. Enti locali: 7,2 miliardi il taglio previsto per Regioni, Province e Comuni.

Gli interressati non ci stanno e non le mandano a dire e minacciano, Upi in testa, di essere pronti a non riaprire le scuole a settembre perché mancano i soldi per gli stipendi. Scuola: Atenei in crisi nerissima, i tagli all’Università e alla Ricerca colpiscono settori innovativi, sui quali in genere gli altri Paesi d’Europa puntano per la crescita e lo sviluppo, e rischiano di mettere in ginocchio i giovani italiani. Sanità: Chiudere da gennaio i piccoli ospedali con meno di 80 posti letto? "Una follia" perché si tratterebbe di circa 200 strutture su tutto il territorio nazionale con un effetto domino su tutto il settore. Giustizia: Il governo ha approvato uno schema di decreto legislativo per la riorganizzazione degli uffici giudiziari con il taglio di tribunali e procure considerati periferici.

Ci saranno "Risparmi di spesa, pari a circa 2.889.597 euro per il 2012, 17.337.581 per il 2013 e 31.358.999 per il 2014" è il piano del Ministero. Presentato dal ministro della Giustizia Paola Severino, e prevede il taglio di 37 tribunali e 38 procure, la soppressione di tutte le 220 sezioni distaccate di tribunale ma non la diminuzione della pianta organica, dato che il personale amministrativo e i giudici saranno dislocati nelle altre sedi. A questa riorganizzazione si aggiunge quella degli uffici dei giudici di pace, 674 dei quali saranno soppressi.

Non potranno essere soppressi i tribunali che si trovano nei capoluoghi di provincia, e non possono esserci meno di tre tribunali e procure per ciascun distretto di Corte di Appello. "La concomitanza di queste due regole ha ristretto notevolmente l'ambito di intervento sul totale dei 165 tribunali" è la nota di Palazzo Chigi. “In un momento in cui la spending review la fa da padrona su più fronti, come il sociale, la sanità, i trasporti, la scuola ecc., Poste italiane prosegue imperterrita nel cammino senza freni verso la chiusura degli uffici postali creando non pochi disagi alle popolazioni di piccoli Comuni, frazioni e territori montani.

Solo in Toscana Entro il 2012 oltre 120 uffici postali rischiano la chiusura.” È quanto è emerso nel corso della conferenza stampa tenuta questa mattina dal Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani e dall’On. Ermete Realacci Deputato (PD), dove è stata annunciata una lista nera delle località toscane in cui entro l’anno sarà forte il rischio di chiusura degli uffici postali. Si tratta di frazioni e località marginali, quasi sempre montane dove il servizio, che già oggi ha subito una riduzione degli orari, entro la fine del 2012 potrebbe essere a rischio soppressione.

Preoccupazione dunque per i disagi ai cittadini, soprattutto per le fasce deboli della popolazione. È necessario un intervento immediato per non mettere ulteriormente in ginocchio i territori già disagiati. “Siamo giunti ad un malcontento generale intorno a Poste – ha commentato il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani – perché ormai non sono solo più i disservizi ad aumentare in modo preoccupante che si sommano alla situazione esistente già grave lamentata dall'utenza come la riduzione dell'orario di ufficio, la drastica riduzione del servizio di distribuzione della posta, ma ciò che spaventa ora è la definiva chiusura.

Si pensi alle conseguenze soprattutto per i residenti anziani. Come UNCEM siamo da tempo molto preoccupati per le sorti dei servizi postali dei piccoli comuni e in particolare per tutti gli abitanti delle aree rurali ed isolate della Toscana. Chiediamo che si intervenga di fronte alla pesante situazione che si prospetta in Toscana e siamo pronti a mettere in campo le forze necessarie per sviluppare percorsi alternativi in grado di contenere, per quanto possibile, il disagio che Poste sta creando.

Ringrazio l’On. Realacci per la disponibilità e l’impegno che puntualmente mette in campo per sostenere e tutelare i piccoli Comuni montani della Toscana e non solo.” “Un conto è una giusta razionalizzazione”, commenta Realacci, ”altra cosa è tagliare drasticamente dei servizi come gli uffici postali indispensabili per i cittadini, specie di quelli che vivono nei centri minori, che sempre più sesso vedono lesi i propri diritti di usufruire di un servizio pubblico di qualità.

Proprio per denunciare tale situazione, particolarmente drammatica in Toscana, ho presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere l’intervento del Ministro dello Sviluppo Economico affinché – anche attraverso la promozione di una concertazione tra Poste Italiane Spa ed Enti locali – sia garantita l'effettiva erogazione di un servizio pubblico di qualità nel rispetto del contratto di servizio postale universale”. SOS servizi postali è il grido d'allarme che lancia Piero Baronti, portavoce degli ecologisti democratici (Ecodem) - "Se i tagli ipotizzati avranno un seguito, la nostra regione ne uscirà fortemente penalizzata.

In particolare sarà colpita la Toscana dei piccoli comuni, e quelle frazioni, anche dei comuni più grandi, che si trovano in aree collinari e montane. I servizi territoriali vanno ripensati, non vanno chiusi" - conclude Baronti. Il comunicato da parte di Aduc, Associazione Diritti Utenti e Consumatori, riguardo allo spending review: "Ci auguriamo che la riorganizzazione della geografia giudiziaria approvata dal Governo nell’ambito della cosiddetta 'spending review' possa portare, oltre al risparmio nell’immediato, anche un contributo di efficienza del sistema. Certo è che i problemi del sistema giudiziario italiano, strabordante di cause pendenti e affiancato da un incivile e incostituzionale sovraffollamento carcerario, non si risolverà mai se non si darà una netta sforbiciata ai reati contemplati dal nostro ordinamento. Prendiamo ad esempio la legge sugli stupefacenti.

E’ di oggi la notizia di giovane genovese denunciato per aver spedito ad un amico una cartolina dall’Olanda nascondendo sotto il francobollo un po' di hashish e scrivendo 'Una boccata d'aria pura dall'Olanda!!!'. La cartolina, spiegano gli investigatori, e' stata intercettata alle poste per il rigonfiamento sotto il francobollo. L'episodio risale al dicembre scorso: dopo mesi di indagine il mittente e' stato identificato dalla polizia. Sì, mesi di indagini! A cui seguiranno anni di processi e la possibilità di dover concludere con un soggiorno in carcere.

Costi per il contribuente? Svariate decine di migliaia di euro. Il tutto per una briciola di hashish del valore di pochi centesimi, sostanza che consumano milioni di italiani. Altro che taglio dei tribunali e sezioni distaccate! Fare una vera 'spending review' della giustizia significa dare una netta sforbiciata al catalogo sempre più infinito di reati. Specialmente di quei reati inventati o aggravati dall’abuso politico e populistico del delicatissimo strumento penale. Il ministro della Giustizia, Paola Severino, sicuramente tutto questo lo sa già.

E certo non possiamo pretendere che una revisione dell’ordinamento giuridico avvenga in pochi mesi. Ma ad oggi, francamente, di ‘riforme epocali’ non ne vediamo, a meno che non ci si riferisca alla crescente difficoltà per i cittadini di accedere alla giustizia.

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