Aeroporto Peretola: come funzionerà il sorvolo della città?

Il Presidente della Provincia: “Vogliamo sapere quale impatto acustico dovranno sopportare i fiorentini”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 luglio 2012 17:35
Aeroporto Peretola: come funzionerà il sorvolo della città?

La nota tecnica consegnata nei giorni scorsi alla Regione Toscana elenca i casi in cui “la città di Firenze verrebbe inevitabilmente sorvolata dagli aeromobili” qualora venisse costruita la nuova pista “parallela convergente“ all’interno dell’aeroporto Vespucci. Infatti la runway 12/30, a differenza di altre inclinazioni di pista forzatamente monodirezionali, permette il decollo e l’atterraggio degli aerei sia dalla parte di Prato (in sigla “Rwy 12”) sia dalla parte di Firenze (Rwy 30).

Non a caso Adf segnala che le partenze in direzione di Firenze “aumenterebbero significativamente la capacità aeroportuale”. E anche nel caso in cui venisse utilizzato in via preferenziale l’atterraggio dalla parte di Prato, sono previsti comunque sorvoli a bassa quota della città di Firenze in quelle fasi tecniche di volo che in gergo aeronautico si chiamano “mancato avvicinamento”. La nuova pista lascerà fuori dal rumore gli abitanti di Peretola, Brozzi, Piagge e Oltregreve, avrà però per obbiettivo il raddoppio del traffico aereo (almeno 4 milioni di passeggeri all’anno), aprendo a velivoli più grandi, distribuiti su tutte le 24 ore, con conseguente maggiore produzione di residui di combustione.

“Trovo sorprendete il silenzio che accompagna queste notizie – dice il Presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci – anche perché al momento non esiste uno studio dettagliato sull’impatto acustico che gli abitanti della città di Firenze dovranno sopportare nei casi di sorvolo a bassa quota. Ad esempio, quanto rumore sarà avvertito nelle aule del nuovo tribunale o in quelle del polo universitario ogni volta che questi edifici saranno sorvolati da un aeromobile? Quanti decibel colpiranno chi abita a Novoli, Rifredi, Romito o nei pressi di Piazza della Libertà?” “E trovo altrettanto sorprendente – aggiunge Barducci - il silenzio di quanti finora si stracciavano le vesti solo all’idea di veder passare la tramvia nei pressi del Duomo.

Ora l’ipotesi di sorvolo a bassa quota del Cupolone va bene a tutti?” Il prolungamento della pista determinerebbe profonde modifiche nella rete idrografica di un’area soggetta per un buon 25% a rischio idraulico generando ulteriori cementificazioni e maggiori rischi di sommersione. Il tutto nel contesto dei 40.000 ha del bacino FI-PO-PT, solcato da ogni genere di infrastruttura, punteggiato da macrolotti industriali e centri commerciali e con una popolazione di 1.500.000 abitanti. "Se la promessa di Rossi venisse mantenuta chi abita e lavora in quell’area vedrebbe la propria salute trasformarsi in un puro bene negoziabile e da cittadino dimezzato sarebbe ancor più solo contro tutti -intervengono dai Comitati cittadini area fiorentini- Una Valutazione di Impatto Sanitario eseguita alcuni anni fa dall’Agenzia Regionale di Sanità denunciava in quel territorio livelli anomali di gravi malattie anche degenerative causate dall’elevato inquinamento e dal degrado ambientale.

E tuttavia oggi sono in molti a premere perché si approvi il PIT (Piano di Indirizzo Territoriale)\ prima della pausa estiva suggerendo di eludere proprio quella VIS richiesta a gran voce dalle popolazioni, da vari sindaci e dallo stesso Presidente della Provincia Barducci. Così la pensano il consigliere regionale Giani, il Sindaco Renzi, le Camere di commercio, l’opposizione politica di centro destra, tutti uniti nel fronte del far presto e male. Bene ha fatto invece l’assessore Marson a ribadire le sue prerogative sull’Urbanistica, riaffermando la cultura delle regole, della legge e della partecipazione dei cittadini alle grandi scelte strategiche.

Quei cittadini che invano chiedono da anni di essere partecipi di una discussione che parta dal parametro della salute e della qualità della vita avviando una nuova Valutazione di Impatto Sanitario per la Piana fiorentina. E’ discutibile che l’economia toscana dipenda da quei 200 m. di pista in più per uno scalo nato sbagliato in un posto sbagliato e che si trova pur sempre ad un’ ora di distanza da quelli internazionali di Pisa e di Bologna. Né risulta che le aziende manifatturiere della zona indichino nell’aeroporto l’elemento decisivo per superare la dura crisi attuale".

Notizie correlate
In evidenza