Porta del Paradiso, il viaggio tra fascino e storia

Stanotte alle ore 2.00 si è concluso il trasferimento della monumentale Porta del Paradiso del Ghiberti dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze al Museo di Santa Maria del Fiore

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 giugno 2012 15:00
Porta del Paradiso, il viaggio tra fascino e storia

Stanotte alle ore 2.00 si è concluso il trasferimento della monumentale Porta del Paradiso del Ghiberti dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze al Museo di Santa Maria del Fiore. Dopo 27 anni di restauro, uno dei grandi capolavori del Rinascimento si prepara per essere di nuovo visibile al pubblico l’8 settembre 2012. Un’operazione complessa eseguita magistralmente dalla ditta Arteria sotto la supervisione dell’ufficio tecnico dell’Opera di Santa Maria del Fiore. Erano circa le 23.00 della sera, dopo un lungo pomeriggio di lavori iniziato alle ore 14.00, che la prima anta della Porta del Paradiso varca l’Opificio delle Pietre Dure e lo lascia per sempre. Ad attenderla una folla di curiosi e addetti ai lavori che l’ha accompagnata lungo tutto il percorso da Via Alfani a Piazza Duomo. Tra la gente visibilmente emozionati: Cristina Acidini, Soprintendente Speciale per il Patrimonio Storico Artistico Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Firenze, Marco Ciatti,Soprintendente Speciale per il Patrimonio Storico Artistico Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Firenze, Franco Lucchesi, presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore e Timothy Verdon, direttore del Museo di Santa Maria del Fiore. Verso mezzanotte e mezza, finito il trasporto della prima anta, il camion con la gru e la squadra di tecnici è ripartito alla volta dell’Opificio per prelevare la seconda.

Molto curiosi e tanti giornalisti e fotografi giunti anche dall’estero espressamente a Firenze per coprire la notizia e rilanciarla in tutto il mondo. Da domani inizieranno le complesse operazioni per collocare la Porta del Paradiso all’interno di una gigantesca teca, progettata appositamente dalla ditta Goppion, nel cortile coperto all’ingresso del Museo di Santa Maria del Fiore. Come è noto, la Porta non tornerà al Battistero - sostituita dal 1990 con una copia donata dal mecenate Choichiro Motoyama e fusa a Firenze da Aldo Marinelli della Galleria Frilli - ma sarà esposta al Museo per motivi di conservazione. La Porta del Paradiso - alta cinque metri e venti, larga 3 metri e dieci, del peso di 8 tonnellate, 4 ad anta, è stata restaurata dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, su incarico dell’Opera di Santa Maria del Fiore, grazie ai finanziamenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e al contributo dell’Associazione Friends of Florence. Terza in ordine di tempo, dopo quelle di Andrea Pisano (1330 - 1336) e del Ghiberti (1402 -1424), la Porta del Paradiso fu commissionata all’artista dalla potente Arte di Calimala nel 1425, appena un anno dopo aver terminato l’altra.

Una vera e propria impresa epica che vedrà impegnato il Ghiberti dal 1426 al 1452, affiancato negli anni da numerosi collaboratori del calibro di Donatello, Michelozzo, Luca della Robbia, Benozzo Gozzoli, Bernardo Cennini. Con la Porta del Paradiso il progetto trecentesco che prevedeva tre porte per il Battistero di uguale formato, con le storie organizzate secondo 28 riquadri contenenti dei quadrifogli gotici, cambia radicalmente. Ghiberti elimina i quadrifogli e riduce i riquadri a 10, e su ognuno di loro rappresenta diversi episodi tratti dell’Antico Testamento, oltre ad un fregio composto da 48 elementi con teste e figure intere di profeti e sibille, tra cui l’autoritratto.

Notizie correlate
In evidenza