Unioni Civili. Mozione del Pd approvata in Consiglio Regionale

Romanelli (Sel): "Un passo avanti, ma permangono reticenze e ambiguità: non si parla di matrimoni tra persone dello stesso sesso e anzi il richiamo alla Costituzione fa temere il contrario"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 giugno 2012 19:41
Unioni Civili. Mozione del Pd approvata in Consiglio Regionale

Oggi in Consiglio Regionale è stata approvata una Mozione presentata dal Partito Democratico che invita il Parlamento a legiferare sulle Unioni Civili, ovvero sulle convivenze, col voto favorevole del centro-sinistra, e l'astensione di Lega e Udc. Il titolo della Mozione recitava: "Invito al parlamento a legiferare … nel rispetto del dettato costituzionale". Mauro Romanelli, Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, non presente in Aula al momento del voto perché impegnato a ricevere i Comitati per il rispetto del Referendum sull'acqua pubblica, spiega come si sarebbe comportato in Aula. "Avrei votato certamente a favore, come segnale di buona volontà, ma non si possono non notare alcuni elementi di reticenza e ambiguità, che probabilmente spiegano anche le astensioni di Udc e Lega Nord, di solito molto poco disponibili su questo tema" "Il titolo della Mozione parla di invito a legiferare nel rispetto del dettato costituzionale, il che appare banale, ogni legge deve essere rispettosa della Costituzione.

La voluta precisazione mi sembra da interpretare in una sola maniera, ovvero il richiamo alla difesa della famiglia, come istituzione naturale fondata sul matrimonio, in cui quel naturale viene interpretato come esclusivamente eterosessuale. Interpretazione del dettato costituzionale peraltro del tutto arbitraria e ben poco assodata" "In effetti in tutta la mozione si parla di una serie di casistiche importanti e socialmente rilevanti, dai conviventi anziani, al problema dell'eredità, a quello dell'accesso alla cartella clinica, ma non si cita mai esplicitamente la casistica di conviventi dello stesso sesso.

Meno che mai ci si azzarda a parlare della possibilità che alle persone dello stesso sesso si possa applicare banalmente il principio di uguaglianza: ovvero il diritto a sposarsi come succede per le coppie di sesso diverso". "Si apprezza quindi la buona volontà, e il fatto che finalmente si scongela il dibattito su di un tema che pareva fino a ieri tabù. Ma siamo ben lontani dall'esplicitare quelle posizioni di civiltà assolutamente acquisite, dalla sinistra e spesso anche dalla destra, ormai nella maggioranza delle grandi democrazie occidentali" - conclude Romanelli.

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