Progetto Della Valle, Renzi ci spera, ma a che punto siamo?

Famiglia che investe non si cambia? "Quando abbiamo preso la Fiorentina non c'erano altri pretendenti" ricorda Diego Della Valle

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 maggio 2012 01:30
Progetto Della Valle, Renzi ci spera, ma a che punto siamo?

Diego Della Valle è come un tuono a distanza, lo avverti e quando te ne accorgi è già tardi. Il fratello Andrea è l'anima della Fiorentina, ci mette il cuore, ma Diego.. quando parla Diego tutta la Firenze di color viola si ferma ed ascolta. Come nei Medici, Lorenzo e Giuliano? Avviciniamoci un po', meglio. Come il buono, il brutto e il cattivo, tolto però il cattivo che a quanto pare è stato Delio Rossi (anche Pantaleo Corvino? Sì, forse anche Corvino. E Riccardo Montolivo?). Diego Della Valle si domanda dall'altra parte del mondo qualcosa di razionalmente serio in un momento di crisi e di sconforto sociale, ovvero se sia utile, oggi, investire ancora nel sistema calcio.

La riflessione, che in qualsiasi ambiente sano risulterebbe ovvia, onesta, cristallina e sensata, prende contorni inquietanti quando riecheggia tra le vecchie pietre fiorentine. "Allora lasciano, se ne vanno, eccoci.. adesso l'è banda.. lo sapevo". "Io lo sapevo già" lo dice anche Matteo Renzi, il sindaco della città che ha trovato i Della Valle già al comando della squadra dopo il recupero estremo dal tracollo dell'impero Cecchi Gori e la trattativa aperta e conclusa dal suo predecessore Leonardo Domenici in tandem con l'allora assessore allo Sport, Eugenio Giani (si dice che sul tandem pedalasse più Giani).

"Diego me ne ha parlato un mese fa, dei suoi dubbi, della volontà di continuare o meno ad investire, ma queste sono scelte che devono fare loro, spettano a loro, io posso sperare e credere. Credo e spero che si possano raggiungere insieme importanti traguardi e realizzare grandi sogni" La Cittadella. Il sogno di cui Renzi parla dopo aver avviato le procedure burocratiche atte a liberare l'area della Mercafir eccedente gli spazi di stoccaggio e commerciali, per fare tabula rasa di quei circa 40 ettari da destinare a strutture sportive.

Da Novoli al Nuovo Stadio passando per altri cento luoghi. Ma il Progetto Della Valle passa per la rifondazione della squadra dopo alcune stagioni, a partire dal post Cesare Prandelli compreso il Prandelli final choc dell'ultima stagione dell'attuale tecnico della Nazionale Azzurra con le incomprensioni, i segreti e le verità nascoste. Servono un Direttore Sportivo e/o Direttore Generale, un Allenatore e/o Mago, una squadra e/o 6 o 7 titolari da affiancare agli altri 4 o 5 che restano della stagione appena finita.

"Andrea non è con me a seguire le nostre aziende, ma è rimasto a Firenze perché segue da vicino la squadra e la situazione". Parole confortanti. Andrea ci tiene. Sì, però se Diego lo dice vuol dire che avrebbe preferito avere il fratello al suo fianco ad occuparsi d'altro. Non è più un bene. Male, anzi, malissimo. Avesse potuto lo avrebbe portato con se' lasciando Firenze da sola a vedersela con il suo futuro e con quei "fessi" sempre pronti a criticare ed offendere. Ogni parola, ogni gesto, ogni mossa sulla scacchiera è osservata da mille angolazioni.

Andrea sente le offese della Fiesole, si alza, abbandona la tribuna autorità. E' finita. Lascia. Poi però torna a parlare e dice che a breve Firenze capirà quali sono le sue idee. Oriali ha detto che non c'è rimasto benissimo dopo il colloquio conoscitivo in Fiorentina, aveva capito di poter fare qualcosa di più del Direttore Sportivo ma poi qualcosa non ha funzionato. Poi quella storia: "E' amico di Antognoni" ha esclamato qualcuno "non lo prenderanno mai..". Anche Pupo è amico di Antognoni, ma scommettiamo che per la sua Fiorentina farebbe volentieri il pioniere del fair play finanziario? E che fai, non lo prendi? Altri nomi sono stati fatti, sia sul fronte dei direttori, dove nelle ultime ore è comparso Minotti ex Cesena che su quello degli allenatori con Ranieri, Zeman, Pioli che però si è già accasato, l'ipotesi Reja, poi Dunga e adesso Iachini.

Il buon Beppe Iachini. "Picchia per noi, Beppe Iachini" era il coro della Curva Fiesole nei primi anni '90.. dopo Rossi nel segno della continuità? "Io lo sapevo già" dirà qualcuno molto presto, ma in realtà per leggere bene il Progetto ci vogliono le istruzioni e quelle sono difficili da creare. Se non ce le hai aspetti, e speri e credi, ma aspetti. Ti potrà battere il cuore, penserai a tutti i casini del mondo, ma Firenze ne ha passate di peggiori. AntLen

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