Ronde nel centro storico. Poli (Pd): "La sicurezza è compito dello Stato"

Badò (PdL) e Macallè (Giovane Italia): “No alle ronde dei cittadini”. Alessandro Cresci (IdV): "Si può privatizzare tutto, ma non l'ordine pubblico"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 maggio 2012 18:28
Ronde nel centro storico. Poli (Pd):

Il commento di Emiliano Poli, responsabile Sicurezza e Legalità Pd metropolitano e di Lorenza Giani, segretaria Pd cittadino Firenze, sulla proposta di alcuni residenti e commercianti della zona di Borgo Ognissanti “Non si può affidare la sicurezza ai cittadini, neanche se sono iscritti all’Associazione Nazionale Carabinieri: è un compito dello Stato”. Così Emiliano Poli, responsabile Forum Sicurezza e legalità Pd metropolitano, dopo l’ipotesi formulata da alcuni residenti e commercianti della zona di Borgo Ognissanti e via Palazzuolo, esasperati dal degrado, di organizzare delle ronde cittadine per la sicurezza, affidandole a ex militari.

“Un passato nelle forze dell’ordine non implica avere strumenti giuridici in più rispetto alla gente comune. – continua Poli - Nello stesso tempo è necessario studiare un’alternativa concreta perché i cittadini si sentano tutelati nella via dove abitano: per questo abbiamo chiesto un incontro sulla questione agli assessori comunali Mattei e Nardella e vogliamo parlare con i cittadini, in particolare con i commercianti di Borgo Ognissanti e con il presidente del comitato, per discutere insieme eventuali soluzioni a quello che, siamo convinti, sia diventato per loro un problema vitale”.

Solidale con i residenti ma contraria alle ronde anche Lorenza Giani, segretaria Pd cittadino Firenze, che afferma: “L’emergenza sicurezza in questa zona è una priorità, vanno assolutamente studiate delle soluzioni: capisco l’esasperazione dei cittadini ma le ronde rappresentano un esempio fallimentare di gestione del problema, vanno quanto prima messe a punto delle soluzioni risolutive ma di altro genere e dal Pd piena disponibilità al confronto”. Questo l’intervento del vice capogruppo PdL a Palazzo Vecchio Stefano Alessandri insieme al consigliere al Q1 Andrea Badò e al coordinatore della Giovane Italia Niccolò Macallè. “Dopo il successo dell’iniziativa della maratona oratoria coi residenti della zona di via Palazzuolo, da anni abbandonati a loro stessi in una situazione di degrado crescente, e le notizie uscite sulla stampa, ci teniamo a puntualizzare che non siamo a favore delle ronde organizzate dai cittadini.

E’ l’amministrazione comunale che si deve preoccupare di presidiare il territorio, proprio come suo preciso dovere nei confronti dei cittadini residenti. Al Q1 proporremo invece una collaborazione con l’associazionismo per vincere questa battaglia, in particolare con l’associazione dei Carabinieri in congedo, che già opera con ottimi risultati nel Q3, dove si occupa di sorvegliare i varchi dei giardini pubblici. A breve avremo un incontro con i responsabili dell’associazione, per studiare le modalità di questa collaborazione, che poi proporremmo operativamente al consiglio di Quartiere”. “Si può privatizzare tutto, ma non l'ordine pubblico.

Sottoscrivo in pieno – commenta Alessandro Cresci, coordinatore Provinciale IdV Firenze - le parole e le perplessità del Prefetto di Firenze Varratta sulle ronde cittadine, pure che fossero costituite da ex carabinieri in pensione che non hanno comunque nessun potere perchè semplici cittadini come noi. Un conto è controllare un parco frequentato solo di giorno da dei ragazzetti un po' più agitati. L'aspetto economico non può giustificare l'arretramento dello stato che ammette di non riuscire a difendere un pezzo del suo territorio.

Un precedente pericoloso per la città di Firenze”. “Magari risolviamo momentaneamente il problema di una zona – continua Cresci - ma poi finiamo semplicemente per lo spostarlo da un'altra parte se non interveniamo a monte. Capiamo il punto di vista di cittadini e commercianti stanchi e stufi di vedere certe situazioni sotto le loro case ma le ronde o come le si vogliono chiamare, non possono e non devono essere la risposta giusta. C'è bisogno solo di maggiore impegno da parte dello Stato e degli enti pubblici preposti non lavandosi le mani di fronte alla responsabilità e la possibilità di delegare quello che non è delegabile.

Semmai dei presidi fissi più piccoli ma meglio distribuiti e posizionati sul territorio sarebbero senz'altro più utili”.

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