Diritti lgbti, dai dati dell’Osservatorio omofobia luci e ombre

Un dato abbastanza negativo riguarda il fatto che in 203 dei Comuni interpellati non sono mai state organizzate iniziative in materia di tutela di diritti lgbti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 maggio 2012 17:48
Diritti lgbti, dai dati dell’Osservatorio omofobia luci e ombre

Toscana attiva nella tutela dei diritti delle persone lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgenere, intersessuali), così come nel coinvolgimento delle istituzioni nell’attivazione di organismi ad hoc e nella realizzare di iniziative di sensibilizzazione. Ma resta ancora tanto da fare. I dati dell’Osservatorio permanente per la lotta contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, organismo creato dalla Regione nel 2009 e diffusi oggi nel corso di una conferenza stampa organizzata per celebrare la Giornata Internazionale contro l’omofobia prevista per domani, 17 maggio, mettono in evidenza un quadro in chiaroscuro. L’ Osservatorio permanente per la lotta contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, attivo dal 2009 con i compiti di censire e monitorare i casi di discriminazione in Toscana e di verificare lo stato di attuazione delle politiche regionali in materia, ha diffuso alcuni dati sulla propria attività realizzata attraverso la sede toscana dell’Associazione ‘Avvocatura per i diritti LGBT – Rete lenford’. La rilevazione dell’Osservatorio si riferisce al 93% dei Comuni toscani (267 su 287).

Tre Comuni su quattro (in totale 197) hanno dichiarato di avere un assessorato o consigliere con delega alle pari opportunità, una commissione comunale o una commissione di comprensorio. Di questi però soltanto la metà (99) ha istituito un organismo con specifica attribuzione di competenze in materia di tutela dei diritti delle persone lgbti. La percentuale di Comuni con organismi che si occupano di diritti lgbti aumenta con l’aumentare della dimensione del Comune stesso: si va dal 45% di quelli con meno di 5mila abitanti, al 58% di quelli tra 5mila e 20mila fino al 79% di quelli con più di 20mila. Raffinando ancor più l’analisi emerge che nel 41% dei Comuni della provincia di Massa Carrara non esistono organismi dedicati alla difesa dei diritti lgbti.

Un punto sotto si trova la provincia di Livorno, mentre al 31% quelle di Pisa e Lucca. La più ‘virtuosa’ risulta Prato (0%), seguita da Firenze (6%) e Grosseto (13%). Un dato abbastanza negativo riguarda il fatto che in 203 dei Comuni interpellati non sono mai state organizzate iniziative in materia di tutela di diritti lgbti (normativa, culturale, formativa). Finora risultano essere soltanto 18 i Comuni toscani (nessun capoluogo di provincia) che hanno istituito un registro per le coppie di fatto, in cui le coppie omossessuali possono iscriversi: 11 in provincia di Siena, 3 a Livorno, 2 a Firenze, 1 a Pisa e Pistoia. In quanto alla conoscenza di casi di discriminazione avvenuti nel proprio territorio (mobbing o aggressioni fisiche e/o verbali) è risultato molto basso il numero di Comuni (29 pari all’11% di quelli intervistati) che hanno risposto affermativamente. Gli ultimi due dati registrati regalano un pò di ottimismo: la volontà dei Comuni di organizzare corsi di formazione anti-discriminazione rivolti a operatori socio-sanitari, di associazioni locali e ad agenti di polizia municipale (con una percentuale che sfiora il 90%) e la disponibilità a promuovere iniziative sui diritti delle persone lgbti, manifestata da quasi 3 Comuni su 4. “La Toscana – ha detto l’assessore al welfare e alle pari opportunità Salvatore Allocca che, a causa di un impegno improrogabile, non ha potuto partecipare all’incontro con i giornalisti – sta facendo molto su questo versante ma in molte circostanze si nota ancora una certa ritrosia ad affrontare con maggior decisione la tutela dei diritti lgbti.

L’attività dell’Osservatorio per la Regione è molto importante proprio per capire l’entità del fenomeno e per differenziare l’azione a seconda delle realtà territoriali. Purtroppo su questo tema – ha aggiunto Allocca – l’Italia sconta un preoccupante vuoto normativo ed un altrettanto preoccupante ritardo culturale. In Toscana il percorso è ancora lungo ma abbiamo deciso di costituire una rete che punta a coinvolgere prima di tutto le amministrazioni locali in tutti i settori attraverso il lavoro di assistenti sociali, personale scolastico, medico e paramedico, operatori sportivi, affinchè la paura del diverso, base di tanti fatti di discriminazione, possa essere sconfitta dalla cultura del diverso”. L’Avvocatura per i diritti LGBT – Rete Lenford è, ormai da molti anni, tra i soggetti più attivi e propositivi sul fronte della tutela dei diritti lgbti.

“La Regione – ha spiegato l’avvocatessa Saveria Ricci – ha dimostrato grande disponibilità permettendoci, attraverso l’Osservatorio, di condurre una mappatura completa. L’indagine che abbiamo fatto ha evidenziato una regione molto sensibile al tema. In alcuni casi abbiamo sperimentato una chiusura iniziale, seguita però da aperture interessanti. C’è ancora tanto da fare, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione di iniziative di promozione e formazione. Ma, grazie i risultati ottenuti, sono ottimista”.

Domani a Sant’Apollonia, grazie proprio all’impegno della Rete Lenford, l’auditorium di Sant’Apollonia ospiterà, dalle ore 15, ‘Omosessuali alla sbarra’, tavola rotonda in forma di processo simulato in cui, davanti alla giuria sfilano testi di accusa e testi a difesa di due ragazzi omossessuali: psicologi, preti, madri e altre figure tratte dell’esperienza dell’Avvocatura LGBT. Lara Burberi, presidente del Consiglio comunale di Calenzano, intervenuta in rappresentanza di Anci Toscana, ha lanciato una proposta.

“Dai dati dell’Osservatorio risalta in modo preoccupante il dato relativo a quei Comuni, 3 su 4, che finora non hanno mai realizzato un’iniziativa per sensibilizzare su questa odiosa forma di discriminazione. La prossima Festa della Toscana dedichiamola a questa battaglia, cerchiamo il più possibile di coinvolgere soprattutto i ragazzi affinchè possano sentirsi liberi, fin dall’adolescenza, di fare le proprie scelte senza che per questo debbano essere derisi o, peggio, aggrediti. In Italia ritengo siano fondamentali due cose: l’introduzione nel nostro ordinamento del reato basato sulle discriminazioni per l’orientamento sessuale ed il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali”. Secondo Matteo Dottorini, referente UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) per la Regione, “la Toscana su questo versante parte da una posizione di vantaggio rispetto a molte altre regioni.

Però va anche detto che un tema così importante non riesce ancora a ricevere la giusta attenzione. Ultimamente abbiamo siglato vari accordi di collaborazione con associazioni ed enti locali. Il vento sta cambiando e c’è una volontà sempre più forte di affrontare e sconfiggere spiacevoli stereotipi”.

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