Suicida a Prato, muore il padre e resta senza la pensione

I suicidi dovuti alla congiuntura economica sono all'ordine del giorno. In questo caso l'assenza di un'entrata sicura ha fatto scattare la molla della resa incondizionata davanti alle prospettive di vita. Siamo in emergenza?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 maggio 2012 13:13
Suicida a Prato, muore il padre e resta senza la pensione

Una emergenza sociale senza precedenti? Cosa sta accadendo in Italia? I suicidi per motivi economici iniziano a destare preoccupazione. L'uomo morto a Vaiano in provincia di Prato, viveva solo della pensione del padre e quando l'anziano genitore è morto lui si è suicidato. A 55 anni si è impiccato in un bosco. "Si è arreso" direbbe qualcuno. Alla base vi sarebbe una "depressione dovuta a problemi economici". In tempi non sospetti sulla cronaca sono finiti anche figli che continuavano ad incassare la pensione di genitori defunti da tempo, per non dimenticare casi eclatanti come 'celle frigorifere' casalinghe nelle quali stipare i propri cari che nessuno vedeva più per strada, e che sopravvivevano sui conti della previdenza sociale.

Quando si dice conservare il ricordo. Il momento è drammatico, la situazione economica contribuisce a ledere ulteriormente un sottile strato psicologico e razionale che separa l'essere umano dal baratro dell'incoscienza, non per questo la società deve lasciarsi andare e cavalcare l'onda che rischia di spazzare via tutto e tutti. "Quando si muore, si muore soli" cantava Fabrizio De André. La depressione è prima di tutto isolamento forzato. Può darsi che il sentirsi soli non dipenda esclusivamente dalla debolezza caratteriale, dalla predisposizione genetica, ma anche da una sempre più incisiva spinta verso l'isolamento fisico del prossimo incapace di sopravvivere ai ritmi quotidiani. In ogni suicidio c'è molto del gesto di un uomo, ma forse, anche tanto da parte della collettività. “Non possiamo permettere che poche oligarchie finanziarie affamino l’Europa con giochi di borsa”.

Questa la reazione del presidente Enrico Rossi all’ennesima notizia di un suicidio di un disoccupato, che si è tolto la vita a Vernio molto probabilmente per problemi di natura economica. “Queste oligarcbie stanno mettendo sul lastrico l’Europa – ha proseguito il presidente – attaccano i fondi sovrani e lo stato sociale. Le persone sfinite dalle disperazione sono sempre più numerose. Bisogna trovare il modo di fermare tutto ciò”. “Un secondo punto riguarda la Toscana – ha concluso il presidente – La nostra regione è ricca di presenze istituzionali, di associazioni di volontariato, di parrocchie.

Il civismo è diffuso tra la gente. Chi è in difficoltà non deve sentirsi solo, perchè c’è chi è in grado di aiutare, di assistere, di confortare. Bisogna assumere l’idea che si può non avere successo economico ed essere ugualmente persone degnissime e rispettabili. Che non ci si deve vergognare. Poi, di fronte al mistero della morte, si resta muti”.

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