Mps: la Gdf a Siena per Antonveneta e il titolo cede in borsa

Indagati due dirigenti. Piazza Affari negativa. L'indagine anticipata dalla puntata della trasmissione televisiva "Report", andata in onda domenica 6 maggio, su Raitre

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 maggio 2012 20:28
Mps: la Gdf a Siena per Antonveneta e il titolo cede in borsa

La Procura della Repubblica di Siena ha disposto all'alba una serie di perquisizioni eseguite da parte della Guardia di Finanza. Sono stati ben 147 gli uomini della GdF impegnati alla sede del Monte dei Paschi a Palazzo Salimbeni (presenti il presidente, Alessandro Profumo, e il direttore generale e amministratore delegato, Fabrizio Viola) e in altre zone del Paese. Le perquisizioni sono state effettuate in sedi di società e abitazioni private di funzionari e dirigenti Mps a Siena, Roma, Firenze, Milano.

Finanzieri anche nella sede di Mediobanca a piazzetta Cuccia e casa dell'ex presidente Giuseppe Mussari. Per l'istituto senese ipotesi di aggiotaggio sui fondi per la grande fusione con Antonveneta nel 2008. Fra gli indagati almeno due dirigenti del Mps. A Piazza Affari il titolo ha chiuso in fase negativa, con un -7%. Il paradosso è che ieri pareva sostanzialmente raggiunto l'accordo tra la Fondazione e le banche creditrici sul ribilanciamento del debito. Torna intanto la pressione sul mercato obbligazionario dell'eurozona ei listini europei affondano.

Singolare rilevare che l'indagine di stamani è stata anticipata dalla puntata di "Report", andata in onda, domenica 6 maggio, su Raitre. La trasmissione televisiva ha analizzato la grande operazione finanziaria del 2008 e il prezzo esageratamente elevato speso per l’acquisizione dell’Antonveneta da Santander, una stagione di errori e sottovalutazioni, vendette e regolamenti di conti. Tra gli intervistati gli ex dirigenti MPS Simonetta Mazzini e Renato Lucci, che hanno affermato la responsabilità del precedente Consiglio di Amministrazione e della Fondazione in relazione a investimenti di centinaia di milioni di euro effettuati sulla piazza di Londra, probabilmente con contabilità parallele.

La scelta dell'Amministrazione comunale di non rilasciare dichiarazioni è stata invece stigmatizzata dalla conduttrice Milena Gabanelli. Immediatamente lunedì il sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, si scagliava contro la trasmissione RAI: "Per la tutela della città, della Festa e della mia persona, tutto ciò che è stato affermato durante la trasmissione sarà verificato attentamente per valutare le necessarie azioni di tutela legale. La trasmissione si è rivelata gravemente offensiva per la città, i senesi, il Palio, le sue tradizioni.

La costruzione del servizio parte dalla deformazione del passato". "Bene ha fatto il sindaco di Siena a non concedere alcuna intervista, consapevole di come sarebbe stato montato il racconto e di come ancora una volta fosse stata preparata una polpetta avvelenata ai danni della città" gli hanno fatto eco Ivano Da Frassini e Simone Vigni, esponenti locali del PD. Dichiarazioni evidentemente intempestive alla luce dei fatti di stamani. Di ben altro tenore infatti l'atteggimento odierno degli amministratori locali di marca PD: “Il Pd senese segue con grande attenzione lo sviluppo delle indagini, esprimendo la propria fiducia nel lavoro della magistratura.

E’ necessario che sia fatta chiarezza al più presto, nell’interesse della città, della Banca Mps e dei suoi dipendenti”. Questo il commento di Elisa Meloni e Giulio Carli, rispettivamente segretari provinciale e comunale del Pd di Siena, mentre in un comunicato congiunto il Presidente della Provincia, Simone Bezzini e il Sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, hanno affermato: “Sia fatta chiarezza in tempi brevi per il bene della comunità”. Ha buon gioco oggi la Lega Nord di Siena ad affermare: «Il Pd di Mussari, di Cenni, di Ceccuzzi, di Bezzini, di Ceccherini, di Mancini e compagnia bella è stato la rovina di questa città: chi guida la Fondazione ed il Comune di Siena deve dimettersi immediatamente, senza aspettare il Consiglio della prossima settimana.

In particolare, il sindaco di Siena, che da parlamentare, al momento dell’acquisizione di Antonveneta, aveva avuto la faccia tosta di affermare che questa era l’anima gemella di MPS. Ceccuzzi non può più continuare a prendere in giro l’intera cittadinanza paventando discontinuità: se ne vada lui e con lui tutto il groviglio che, dalla 121 in poi, ha contribuito a creare tutto questo disastro».

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