Concerti del Plateau trois Baudets e Green Light: 20 danzatori per 100 azioni

L'appuntamento è per il 9 maggio all'Istituto Francese e alla Stazione Leopolda

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 maggio 2012 18:20
Concerti del Plateau trois Baudets e Green Light: 20 danzatori per 100 azioni

Suona francese e Fabbrica Europa, propongono il 09 magggio alle 20.30 tre concerti del Plateau trois Baudets; sul palco dell’Institut français Firenze (piazza Ognissanti 2) si alterneranno due cantautori francesi della nuova generazione - Vincha e Mell - e l’italiano Giuseppe “Spedino” Moffa. (Ingresso libero) Les Trois baudets, teatrino a pochi passi dal Moulin Rouge, luogo storico della canzone parigina, nel tempo è stato un punto di riferimento e trampolino per musicisti del calibro di Jacques Brel.

Nel solco di quelle atmosfere Suona Francese – grande festival di musica francese di oggi organizzato in tutta Italia dall’Institut français Italia – propone tre artisti che mantengono un tratto fortemente legato alla tradizione d'Oltralpe, seppur adattata all'oggi. Vincha, autore, compositore, interprete, ricerca le sue influenze sia nella canzone francese che nel rap: insieme sul palco al suo Son Of A Pitch, djstrumentista, riesce a proporre uno show burlesque e originale, avvalendosi di un hip-hop disinibito e pieno di sensibilità. Mell, autrice compositrice, interprete e chitarrista francese, spazia dalla canzone d’autore al punk fino ad arrivare al rock n’roll.

Ha al suo attivo quattro album e uno in uscita per ottobre 2012 (Relation Cheap). Il suo ultimo lavoro Western Spaghetti fotografa la musica americana in Europa. Giuseppe “Spedino” Moffa miscela nel suo repertorio il mondo popolare del meridione, il blues delle origini e la canzone d’autore più sofisticata. Il suo disco d’esordio Non investo in beni immobili, parte dalle origini per un viaggio musicale totale. Organizzato dall' Institut français Italia, sotto la direzione artistica di Oscar Pizzo e Sandrine Mini, il festival Suona Francese giunge alla V edizone e vanta il più grande investimento nel settore musicale di un paese straniero in Italia.

Da aprile a giugno 2012 la rassegna interessa 38 città con oltre 150 eventi e 400 artisti di ambiti differenti, implicati in concerti, masterclass e conferenze, a tracciare una fitta rete di relazioni tra Italia e Francia. La rassegna è organizzata in collaborazione con l’Institut Français Paris, il sostegno della Fondazione Nuovi Mecenati - Fondazione franco-italiana per la creazione contemporanea e della Sacem (Société des Auteurs, Compositeurs et Editeurs de Musique) e del Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca - Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica. MERCOLEDì 9 MAGGIO dalle ore 17.30, Spazi Urbani Itineranti: Dum/Mateja Bucar nella street performance ai semafori della città: Green Light.

20 danzatori per 100 azioni sulla città (ingresso libero_luoghi e orari dettagliati su www.fabbricaeuropa.net). ore 19, Stazione Leopolda: incontro con Marinella Guatterini sul Progetto RIC.CI - Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ’80-’90 (ingresso libero). ore 20, Stazione Leopolda: per il Progetto RIC.CI., Fattoria Vittadini in Duetto (1989/2011) una coreografia del 1989 di Alessandro Certini e Virgilio Sieni / Parco Butterfly (ingresso 10 euro). ore 20.30, Istituto Francese: per Suona Francese i cantautori Moffa/Mell/Vincha (ingresso libero). ore 21.30, Stazione Leopolda: Prime Recorder Ensemble: concerto per flauti dolci e Paetzold (15/12 euro) ore 23, Stazione Leopolda: Post Elettronica: performance sonora di Nighthawk Kitchen, alias Mat Pogo e Ignaz Schick (ingresso 5 euro).

Fino al 13 maggio, dalle ore 19, Stazione Leopolda: Progetto Post Elettronica, istallazioni di: Arno Fabre, Les Souliers; Zimoun, 80 Prepared Dc-Motors, Cotton Balls, Cardboard Boxes; Gilbert Nouno/Cyril Henry, (In) Sub Ordination I; Kirsten Stromberg, No rising nor falling; Regan Wheat, The color of the table; Jeroen Uyttendaele, Carrier; Ronald Van Der Meijs, Parthenocarp; Nicolas Collins, Tall Poppies (ingresso libero) Progetto di: Mateja Bucar - Performer, creatori e coordinatori: Dusan Teropsic, Manca Krnel, Natasa Kos Krizmancic, Maja Kalafatic, Kaja Valenti, Mateja Bucar - Con la collaborazione di: Marina Giovannini e la partecipazione di 20 giovani danzatori - Produzione: DUM - Drutvo Umetnikov – Con la collaborazione di Kino Siska, Ljubljana Coproduzione: Fabbrica Europa - Con il sostegno di: Ministero della Cultura della Repubblica di Slovenia - Dipartimento Culturale del Comune di Ljubljana. A Fabbrica Europa si sviluppa una creazione originale che coinvolge 20 giovani danzatori toscani selezionati mediante audizione e workshop.

L’origine della street performance risiede nel concetto di fermata e ripartenza, sia in senso spaziale che temporale. Tale concetto è rappresentato dal semaforo, dalla sua funzione e funzionalità. I 20 danzatori, divisi in gruppi, saranno protagonisti di 100 performance ai semafori della città, calibrate sulla durata degli intervalli tra il rosso e il verde. Quando i pedoni sono obbligati a fermarsi al semaforo rosso in attesa che scatti il verde, ecco la sorpresa. Invece di un normale passaggio sulle strisce, si trovano di fronte danzatori che attraversano la strada in modo accuratamente orchestrato, con brevi e semplici coreografie di grande effetto.

Il cittadino, il pedone, l’automobilista, si scoprono all’improvviso spettatori di un’azione che si sviluppa accanto a loro e in qualche modo li coinvolge in un contesto scenico, pur di breve durata, sorprendente e spiazzante. Concept. I nostri movimenti quotidiani sono pieni di interruzioni, pause, ritardi fermate, ripartenze. Il momento dello stop può causare fastidio perché arresta il flusso del nostro movimento. Il doversi fermare ripetutamente per poi ripartire ci sembra una perdita di tempo e spesso ci provoca nervosismo.

Ma un’interruzione può anche diventare un’occasione per far scaturire qualcosa di nuovo; può diventare un momento che ci dà l’occasione per fermarci a riflettere. L’interruzione, quel momento in cui siamo obbligati ad arrestare il nostro movimento, apre uno spazio vuoto tra quello che c’è stato e quello che accadrà, e ci consente una riflessione su dove eravamo e su dove andiamo. Ci dà, insomma, la possibilità della sorpresa. Ma cosa succede se la sorpresa non è lasciata al caso, ma è stata invece rigorosamente pianificata? Cosa accade se un artista decide di creare un’opera proprio in quello spazio vuoto? Normalmente il verde del semaforo viene percepito come il permesso di muoverci liberamente, come un piccolo intervallo di tempo in cui il nostro movimento è privo di divieti, ma può anche essere interpretato come il permesso di creare, di generare sorpresa, di reinterpretare liberamente un breve momento.

Green light vuole rappresentare l’enigmatico punto di passaggio tra cosa è permesso e cosa no, cambiando la nostra percezione della trasgressione. La vera sorpresa è questa, quell’attimo in cui il conosciuto diventa sconosciuto e si aprono le porte a nuove riflessioni. Mateja Bucar

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