Istria e Toscana per parlare di sanità e trasporti

Sanità e trasporti: questi gli argomenti principali dell’incontro, avvenuto oggi, fra il presidente della Regione Istria, Ivan Iakovcic e il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 aprile 2012 15:37
Istria e Toscana per parlare di sanità e trasporti

Il presidente della Regione Istria, che era accompagnato dall’assessore alla sanità Miodrag Cerina, era giunto in Toscana per visitare i 4 ospedali al momento in costruzione: quello di Lucca, quello di Prato, quello di Pistoia e quello delle Apuane. Una visita organizzata per rendersi conto personalmente delle soluzioni adottate in Toscana e per trarne ispirazione in relazione al programma di sviluppo sanitario dell’Istria che prevede, tra l’altro, la costruzione di un nuovo ospedale da 500 posti letto nella città di Pola. Dopo la visita le autorità istriane si sono incontrate a palazzo Strozzi Sacrati con il presidente Rossi, esprimedogli apprezzamento per il sistema sanitario toscano e per le soluzioni intraprese nella costruzione dei nuovi ospedali. L’altro tema affrontato nell’incontro è stato quello del “subcorridoio Mediterraneo”, ovvero la proposta di unire le autostrade del mare (Adriatica e Tirrenica) attraverso un ponte di terra che metta in collegamento Ancona e Livorno.

Un progetto che consentirebbe di unire tutte le sponde del Mediterraneo, dai Balcani al Nordafrica alla penisola iberica. Il presidente della Regione Istria ha espresso il suo apprezzamento per la proposta e si è impegnato a sensibilizzare in proposito le volontà politiche del mondo balcanico. Nel prossimo mese di giugno è prevista una visita in Toscana del ministro dei trasporti della Croazia che incontrerà il presidente Rossi. “E’ giusto che la sanità innovi in tutto, anche nella sua organizzazione.

Credo fortemente negli aspetti positivi e negli strumenti dell’operations management, e ritengo che rappresenti l’ulteriore innovazione da introdurre nel sistema sanitario. Nell’ambito della pubblica amministrazione la sanità ha sempre rappresentato una vera e propria frontiera dell’innovazione in vari settori, in cui è possibile e necessario applicare le più efficienti e avanzate tecniche di gestione. A maggior ragione in un momento, come questo, di riduzione delle risorse economiche disponibili”.

L’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia è intervenuta a fine mattinata (il titolo del suo intervento era “Affrontare ‘vecchi’ problemi con logiche nuove”) al convegno internazionale “Politiche regionali e innovazione gestionale in sanità: lo sviluppo dell’operations management”, una due giorni organizzata da Regione Toscana e Formas (Laboratorio Regionale per la Formazione Sanitaria), che ha riunito a Firenze, nell’auditorium del Cto, 350 operatori, tra cui molti esperti di mangement sanitario sia italiani che stranieri (tra questi, Marc Baker, della Lean Academy). Nel corso del convegno vengono presentati e analizzati modelli di gestione della sanità che hanno l’obiettivo di ottimizzare i flussi dei pazienti, accorciare i tempi di attesa, utilizzare al meglio le sale operatorie, programmare le attività degli ambulatori: per minimizzare gli sprechi, ridurre la burocrazia e migliorare il più possibile il servizio offerto ai pazienti.

“Ogni contributo al miglioramento dell’organizzazione con metodi innovativi – ha sottolineato Daniela Scaramuccia – è una opportunità di difesa del sistema sanitario”. “La sanità toscana è un sistema complesso, con più di 50.000 dipendenti – ha proseguito l’assessore Scaramuccia – E le capacità manageriali che esprime devono essere in grado di affrontare un sistema così complesso, in cui ogni giorno passano migliaia di cittadini e lavorano migliaia di operatori”. “Siamo la prima Regione in Italia – ha ricordato ancora – ad aver adottato in modo sistematico quello che si chiama ‘Lean management’, cioè una gestione di sistemi innovativa, che analizza i flussi dei pazienti, ottimizzandone il percorso, massimizzando la parte strettamente sanitaria, sburocratizzando laddove è possibile, impiegando al meglio le risorse disponibili e e migliorando la qualità complessiva e l’omogeneità dei servizi.

E’ un processo che viene dal basso, che implica la formazione e la collaborazione di tutti gli operatori, e che ha benefici in termini di riduzione dei tempi di attesa, riduzione dei flussi e delle code. E anche miglioramento dell’efficienza del sistema stesso”.

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