La morte di Giovanni Gentile commemorata da Casaggì e Giovane Italia

Il 68° anniversario davanti alla targa alla memoria del filosofo nei giardini antistanti Villa Montalto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 aprile 2012 18:52
La morte di Giovanni Gentile commemorata da Casaggì e Giovane Italia

Questa mattina, in occasione del 68° anniversario della morte di Giovanni Gentile, filosofo, pedagogo ed accademico, ucciso a Firenze dai G.A.P. nel 1944, una delegazione composta da una ventina di militanti di Casaggì e della Giovane Italia ha deposto un mazzo di fiori nel luogo in cui Gentile fu ucciso. La delegazione era guidata da Francesco Torselli, dirigente nazionale della Giovane Italia e consigliere comunale del PdL a Firenze, Marco Scatarzi, Presidente della Giovane Italia di Firenze, ed Alessandro Draghi, Presidente Provinciale della Giovane Italia e consigliere del PdL al Quartiere 2.

Giovanni Gentile fu ucciso a colpi di pistola da un commando partigiano guidato da Bruno Fanciullacci a 70 anni, mentre rientrava a casa, disarmato,con la propria auto. La colpa di Giovanni Gentile era quella, stando alla rivendicazione, di aver aderito alla Repubblica Sociale Italiana. "Giovanni Gentile non è un martire del Fascismo - ha detto nel breve discorso pronunciato al momento della deposizione dei fiori Francesco Torselli - ma un grande italiano, uno dei più illustri pensatori del '900, un accademico ed un pedagogo tra i più importanti che il nostro paese abbia conosciuto.

L'uomo che con Croce ha dato i natali alla corrente filosofica del neoidealismo, l'uomo la cui riforma della scuola ha fatto sì che l'Italia primeggiasse in questo settore per oltre sessant'anni, il fondatore della Treccani, non può essere definito e trattato come una comune vittima della guerra civile italiana e pertanto, come accaduto per tutti i morti sul fronte degli sconfitti, dimenticato". "Giovanni Gentile è stato un personaggio che meriterebbe statue, piazze e monumenti in tutta Italia - ha proseguito Torselli - ma a Firenze il comune si rifiuta perfino di apporre una targa sul luogo dove fu ammazzato, nonostante il consiglio comunale abbia deliberato in passato di apporre una lapide alla sua memoria.

Certo, se si pensa che alcuni consiglieri comunali che addirittura siedono nella maggioranza che sostiene il sindaco Renzi, lo scorso anno, avevano proposto di rimuoverne le spoglie dalla basilica di Santa Croce, si capisce a che livello di idiozia possa portare il paraocchi ideologico". Sulla stessa lungheza d'onda interviene Alessandro Draghi, Presidente Provinciale della Giovane Italia e Consigliere del PdL al Quartiere 2: "appena eletto, presentai una mozione al Quartiere per chiedere di istallare perlomeno una targa alla memoria del filosofo nei giardini antistanti Villa Montalto.

La risposta, grottesca, de Quartiere fu che il gusto dei cittadini di Campo di Marte non era pronto per quell'assaggio di revisionismo inopportuno". "Mi sono anche fatto promotore - prosegue Draghi - di istallare a mie spese sul muro esterno della Villa una lapide che ricordasse il luogo dell'assassinio di Gentile, ma in questo caso a rispondermi fu il legale rappresentante delle proprietarie attuali dell'immobile il quale mi fece notare come una 'targa funebre' non sarebbe stata appropriata esteticamente ad un luogo che ospita solitamente feste, matrimoni e ricevimenti.

Una risposta ridicola, ma purtroppo ad oggi, la memoria di Gentile resta ancora senza ricordo". "Una targa funebre - conclude ironicamente Marco Scatarzi, Presidente Cittadino della Giovane Italia - in effetti potrebbe essere 'poco appropriata esteticamente' per un posto del genere, per noi, vista la bellezza di questa zona, è decisamente meno 'appropriata esteticamente' la discarica abusiva tollerata di fronte a Villa Montalto che oggi, mette in bella mostra, perfino un frigorifero abbandonato.

Tra una discarica ed una lapide in marmo con un nome ed un cognome, peraltro di un grande personaggio della nostra storia, crediamo decisamente che sia meno appropriata la prima". "Tornando seri - conclude Scatarzi - la memoria di uno dei più grandi pensatori ed accademici del '900, ucciso proprio nella nostra città, è affidata per l'ennesimo anno ad un gruppo di ragazzi che, in autonomia, decidono ogni 15 aprile di portare un fiore sul luogo di quell'omicidio, il silenzio delle istituzioni è vergognoso.

Quando la sinistra che governa questa città capirà che la memoria condivisa di un popolo si costruisce anche attraverso i grandi uomini che ne hanno animato la storia, a prescindere dal colore politico, avremmo definitivamente compiuto un passo importante. Purtroppo, credo ci siano ancora troppe persone che lucrano e creano la propria notorietà incentivando rancori e tentando di mantenere vivi antichi odii ideologici".

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