Rapporto 2011 sulla scuola pratese: crescono gli studenti, gli stranieri al 19%

Lieve calo dell'abbandono scolastico che scende al 18,9%. Giorgi: "Siamo ancora lontani dagli obiettivi, ma il risultato è incoraggiante"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 marzo 2012 17:38
Rapporto 2011 sulla scuola pratese: crescono gli studenti, gli stranieri al 19%

Appuntamento di analisi e riflessione sul mondo della scuola pratese questa mattina a palazzo Vestri, dove è stato presentato il “Rapporto sulla scuola pratese 2011”, il documento realizzato a cura dell'Osservatorio scolastico provinciale che fotografa la popolazione scolastica compresa fra il ciclo dell’infanzia e quello secondario di secondo grado. Il report è stato illustrato dalla vice presidente della Provincia Ambra Giorgi coadiuvata dal ricercatore Asel Paolo Sambo e dalla responsabile dell'Osservatorio Francesca Baroncelli. “Stiamo iniziando a vedere adesso i primi frutti dell'impegno e delle azioni messe in campo per contrastare il fenomeno dell'abbandono scolastico – ha sottolineato Giorgi – Siamo passati dal 20% al 18,9%, ancora il dato è negativo e si pone al di sotto della media regionale e nazionale, ma indica che il percorso segnato è quello giusto.” Oltre ai dati provinciali aggiornati sull'abbandono scolastico il rapporto indaga su popolazione scolastica, i tassi di scolarità, l'incidenza degli alunni stranieri e le scelte degli studenti per la scuola superiore.

Due le novità di quest'anno: un approfondimento sui percorsi del dopo diploma e il progetto pilota che mira a ricostruire l’identità formativa di uno studente straniero e la sua permanenza nel sistema scolastico. Informazioni utili a comprendere meglio le dinamiche di successo e insuccesso e che consentono l'adozione di misure mirate ed efficaci. LA POPOLAZIONE SCOLASTICA - All'inizio dell'anno scolastico 2011-2012 (rilevazione di novembre 2011) gli alunni iscritti ai diversi ordini scolastici sono complessivamente 35.270.

Di questi 6.966 risultano iscritti alla scuola dell’infanzia, 11.810 alla scuola primaria, 7.298 alla scuola secondaria di primo grado e 9.196 alla scuola secondaria di secondo grado. Sono poi da sommare i 190 iscritti ai corsi serali (Buzzi, Dagomari e Datini) e i 121 iscritti ai corsi tenuti nella Casa Circondariale di Prato. Ogni ordine di scuola segna un trend di crescita. I flussi migratori e l’innalzamento dei tassi di natalità, oltre ai nuovi indirizzi delle scuole superiori (in particolare l’attivazione dell’indirizzo alberghiero al Datini), hanno determinato un deciso e costante incremento della popolazione scolastica pratese.

In cinque anni il numero di alunni è cresciuto del 13,7% nella scuola dell’infanzia, del 14,9% nella scuola primaria, più 11,8% nella scuola media e più 7,3% nella scuola superiore. LE SCUOLE SUPERIORI – Nell’anno scolastico in corso il 46% degli iscritti alla scuola secondaria di secondo grado frequenta un liceo (4.249), il 29% un istituto tecnico (2.694) e il restante 24% un istituto professionale (2.253). ALUNNI STRANIERI – Nelle scuole della provincia si contano 6.771 alunni di cittadinanza non italiana, pari al 19,2% degli studenti.

Ampio è il superamento sia dell’incidenza media nazionale (7,9%) che di quella regionale (11,4%). Tra le province italiane Prato è la seconda come percentuale di stranieri sul totale degli studenti dopo Piacenza, seguono Mantova, Asti e Reggio Emilia. Prato è però la prima provincia italiana come percentuale di residenti stranieri nati in Italia con il 19,7% (Italia 13,5%, Toscana 12,8%), seguita da Mantova (17,2%), Cremona, Brescia e Reggio Emilia. Oltre la metà dei minori di cittadinanza non italiana residenti a Prato sono iscritti all’anagrafe dalla nascita.

Le cittadinanze e i gruppi nazionali rappresentati nella scuola pratese sono 89. I cinesi da soli valgono il 44% degli alunni stranieri, seguono albanesi, rumeni, marocchini e pakistani. SUCCESSO SCOLASTICO - Nelle scuole superiori la percentuale di esiti negativi è pari al 24%. Il voto di licenza media ha una forte capacità predittiva sulla carriera scolastica, quasi il 60% degli alunni licenziati con 6/10 ha riportato un esito negativo al termine del primo anno di scuola superiore (55% non ammessi, 3% ritirati).

Quasi il 30% degli alunni non ammessi alla classe successiva al termine dello scorso anno (297 su 1.209, pari al 28,9%, contro il 32,7% dell’anno scolastico precedente) non figura nell’archivio di inizio dell'anno scolastico in corso. Si tratta di alunni che hanno già assolto l’obbligo di istruzione, di giovani passati a percorsi di formazione professionale o apprendistato e di studenti iscritti in istituti fuori provincia. ANTICIPO/PARITA’/RITARDO - In prima superiore il 33% degli alunni è in ritardo di almeno un anno, di questi la maggior parte si concentra nei professionali.

Sempre in prima superiore è in pari o in anticipo il 78% dei ragazzi italiani (il 90% dei liceali contro, rispettivamente, il 79% e il 51% degli iscritti ai tecnici e ai professionali) e solo il 32% degli stranieri. Gli stranieri nati in Italia hanno percentuali di ritardo nettamente inferiori a quelle dei nati all’estero (in prima superiore 43% contro il 72%). ABBANDONO SCOLASTICO – Tenendo presente che Lisbona fissa l'obiettivo della percentuale di diplomati almeno all'85%, i numeri pratesi sono ancora bassi ma in miglioramento.

Rispetto allo studio realizzato nel 2010 sui nati nel 1998, si rileva infatti una riduzione del tasso di abbandono scolastico prematuro di circa un punto, passando dal 20% al 18,9%. Un risultato positivo, che però è ancora lontano dagli obiettivi di Europa 2020 che fissa il dato al di sotto del 10%. Il dato provinciale risulta circa tre punti e mezzo al di sotto della media nazionale e di due punti e mezzo sotto a quella regionale. Fra i ragazzi stranieri il 45% abbandona prematuramente gli studi, anche qui si registra un miglioramento rispetto all'anno scorso quando si era registrata una percentuale di abbandono del 54%.

Da segnalare che fra i cinesi l'abbandono raggiunge il 65,8%. A Prato si registra una differenza di genere più accentuata che a livello nazionale: qui si è diplomato il 77% delle femmine contro il 67% dei maschi. Disaggregando il dato per cittadinanza si osserva che solo il 31% degli studenti stranieri iscritti al primo anno fra 2003 e 2006 è riuscito a conseguire il diploma (il 12% dei cinesi, il 45% delle altre nazionalità). Tra gli studenti di cittadinanza italiana la percentuale di diplomati è invece pari al 75%, un dato che attesterebbe Prato sostanzialmente in linea con la media nazionale e regionale. MATURITA’ - Il 16% degli studenti ha ottenuto un punteggio pari o superiore a 90/100, il 36% ha ottenuto un punteggio tra 75 e 89/100, mentre quasi la metà degli studenti si è visto assegnare un voto compreso tra 60 e 74/100.

Il 6% degli studenti ha ottenuto il massimo dei voti (100/100), ma la stessa percentuale ha riportato anche il punteggio minimo (60/100). DOPO IL DIPLOMA - Il 62% dei diplomati si iscrive all'Università e a distanza di due anni dal diploma il 18% lavora stabilmente (con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato). Sono alcune delle conclusioni della ricerca elaborata incrociando gli archivi scolastici con la banca dati delle comunicazioni obbligatorie dei rapporti di lavoro riguardo ai pratesi diplomati nell’anno scolastico 2008/09.

Su 1.278 diplomati hanno avuto un avviamento di lavoro, con qualsiasi forma di contratto, 528 ragazzi (è il 41,3%). Gli avviamenti non standard − sommando tempo determinato, lavoro a progetto, lavoro intermittente, lavoro interinale, associazione in partecipazione, altre forme di lavoro occasionale e tirocini − costituiscono il 77,5% dei contratti. A distanza di 2 anni dal conseguimento del diploma lavora stabilmente (con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato) il 18% dei diplomati (230 avviati).

Incrociando la qualifica attribuita dall’azienda con l’indirizzo di studio risulta che il 50% dei diplomati ha un lavoro attinente agli studi, percentuale che aumenta notevolmente per i diplomati di Marconi (81%) e Buzzi (73,3%). Gli studenti immatricolati all'università provenienti da un liceo si orientano maggiormente verso i corsi di laurea in Giurisprudenza, Scienze biologiche, Economia, Ingegneria meccanica, Storia e tutela dei beni artistici e Medicina. Nelle scelte dei ragazzi provenienti da tecnici e professionali si osserva una forte attinenza rispetto al titolo di studio conseguito.

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